4 novembre: non retorica ma lutto per i morti di tutte le guerre
Ci dissociamo dalle celebrazioni ufficiali del 4 novembre.
Il 4 novembre, festa delle Forze Armate, diamoci appuntamento di fronte a tutte le caserme d'Italia per contestare la guerra, le guerre "umanitarie". Mentre nel pianeta milioni di persone muoiono di fame, soprattutto bambini, le nazioni, in maniera particolare quelle occidentale, sperperano denaro e risorse per costruire micidiali e sempre più sofisticati ordigni di morte. Quest'anno la Finanziaria del governo Prodi prevede oltre 20 miliardi di euro per le spese militari, tutti soldi che vengono vergognosamente sottratti alle spese sociali: sanità, scuola, occupazione. A Cagliari, in contemporanea con la cerimonia per la festa delle Forze Armate, al Parco delle Rimembranze in via Sonnino si terrà alle ore 9 del 4 novembre una contromanifestazione pacifista di protesta.
Antonello Repetto
tel. 0781.856397
Ci dissociamo in nome della pace e della Costituzione.
Ci dissociamo in nome di tutti quegli italiani pacifici che furono condotti a combattere e a morire perché costretti.
Ci dissociamo in nome di tutti i disertori che non vollero partecipare a quella che il papa di allora definì "un'inutile strage".
Ci dissociamo da ogni retorica celebrazione di eroismo.
Ci dissociamo da ogni ipocrisia.
Vogliamo ricordare che chi non combatteva veniva fucilato dai carabinieri italiani. Il sentimento di pace degli italiani venne violentato da un militarismo che avrebbe poi portato l'Italia al fascismo.
Occorre ricordare che la prima guerra mondiale fu uno spaventoso massacro.
Occorre trasformare il 4 novembre in una giornata di studio e di memoria, in una giornata di ripudio della guerra.
Si leggano le strazianti poesie di Giuseppe Ungaretti scritte in trincea.
Si legga il "Giornale di guerra e di prigionia" di Carlo Emilio Gadda in cui emerge l'ottusità di ufficiali arroganti e l'insipienza criminale degli alti comandi.
Si legga "Addio alle armi" di Ernest Hemingway e "Un anno sull'altopiano" di Emilio Lussu, grandi testimonianze del fanatismo di quella guerra.
Si diffondano le lettere dei soldati che mandavano al diavolo la guerra e il re. Furono censurate. Perché censurarle oggi nelle cerimonie ufficiali e non farne mai la minima menzione?
Vogliamo diffondere la voce di chi ha maladetto la guerra perché voleva la pace.
Oramai in tutte le scuole i libri di storia hanno rivisto il tradizionale giudizio positivo sulla prima guerra mondiale e oggi prevale una netta disapprovazione di una guerra che - come sostenne Giolitti - poteva essere evitata portando all'Italia Trento e Trieste mediante una neutralità concordata con l'Austria.
Non comprendiamo come mai a scuola i libri disapprovino una guerra che il 4 novemnre viene al contrario celebrata in piazza nella sua "giornata vittoriosa".
Ci chiediamo per quale oscura ragione il livello di consapevolezza raggiunto dalla cultura venga demolito dalla retorica.
Ecco perché ci dissociamo dalle cerimonie ufficiali: quella guerra fu terrorismo e non va celebrata.
Il popolo della pace - in nome della nonviolenza - dice ancora una volta no alla guerra.
http://lists.peacelink.it/news/2006/11/msg00002.html
Il volantino da distribuire per il 4 novembre
http://www.peacelink.it/dossier/4novembre/4nov.pdf
Il monumento al disertore
http://www.gantrentino.unimondo.org/monumentodisertore
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