Policoro e la "Città della Pace"
Alcune città lucane come Policoro e Matera si fregiano del titolo di “Città della Pace”
Ma la realtà è ben diversa ,nel caso di Policoro;
-A Policoro esiste una piazza intitolata a Y. Rabin “ Piazza della Pace ", da circa due anni è diventata un parcheggio attrezzato al servizio di un market ,non è stata sostituita da nessun’altra piazza.
- Fino al 2005 ,ogni anno si festeggia la festa dell’esercito , con tanto di carro armato ben in mostra e fanfara al seguito. Si elogiano le stellette con una gran propaganda e campagna d’arruolamento per i giovani.
-Puntuale ogni estate come logo commerciale il simbolo della colomba con la scritta Policoro “Città della Pace” compare sui volantini delle manifestazioni estive
Le manifestazioni estive purtroppo non parlano di pace , e nulla hanno a che fare con quest’ideale .
Il simbolo della colomba è ormai usato come promozione pubblicitaria , per accattivare qualche turista dai nobili sentimenti
-Non esiste nessuna manifestazione durante l’anno che propone il tema “pace” e forse gli unici che tentano di ricordarla collegandola alla tragedia delle guerre sono i volontari d’Emergency durante il Dany for Emergency.
-Poche attenzioni verso le comunità nascoste d’Albanesi,Marocchini,Rumeni e Polacchi della Città .Nemmeno la lingua italiana è stata insegnata agli immigrati (anche regolari).
-Nessuna parola , testimonianza o comunicato in merito ai conflitti in cui è impegnata l’Italia , alle tragedie umanitarie del Mediterraneo e del resto del mondo.
-Nessuna parola o commento sulla militarizzazione del golfo di Taranto , sulla possibilità di trasformate l’arco Jonico in ponte di guerra verso il Medioriente.La VI flotta Usa dovrà andare via dalla Maddalena in Sardegna ed ad ospitarla sarà molto probabilmente la neonata base Nato di Taranto ,il nostro mare rischia di diventare ricettacolo di sommergibili nucleari molto pericolosi per noi e per gli altri.
-Nessun convegno, seminario o corso sull’educazione alla pace ha interessato le nostre scuole ,o sulla riduzione dei conflitti che tanto bene farebbe agli stessi amministratori comunali per evitare la crisi sul governo della città.
-Nessuno scambio culturale e sociale con i popoli del Mediterraneo .A cosa servono gli scambi culturali con l’Inghilterra se giriamo le spalle ai nostri vicini del Mediterraneo.
-Nessuna parola sul servizio civile , l ‘obiezione alle spese militari e il commercio delle armi (in cui l’Italia è purtroppo uno dei fornitori internazionali).
-Nessuna parola sul sito nucleare militare della Trisaia, dove sono custodite le ormai famose barre nucleari d’Elk River definite weapons grade, utilizzabili anche per fabbricare armi sporche
I greci ci hanno insegnato che nel Mediterraneo con l’agricoltura e il commercio si può costruire un ponte di pace verso tutti gli altri popoli, ci chiediamo se saremo all'altezza di tale compito !
Le marce della pace vanno benissimo ,forse anche la pace da salotto ma per fregiarsi del simbolo della colomba “ Città della Pace “ occorre fare molto di più.
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