La guerra in Afghanistan e la base Usa di Vicenza, un tabù governativo
ragionamento su questo tema, ha respinto al mittente ogni tentativo di
discussione e di critica.
La maggioranza si e' frantumata su un tema fondamentale come quello della politica estera. Su due questioni, una presente e l'altra incombente sull'aula, come la guerra afgana e l'allargamento della Base Usa di Vicenza.
Da tempo il "paese reale" che Prodi governa, o governava, stava spingendo
per una politica concreta di rifiuto della guerra. Di ripudio della guerra,
come dice la nostra Costituzione che si continua a citare a sproposito.
Lo ha detto con manifestazioni enormi, con mille e mille iniziative locali,
lo ha detto attraverso i sondaggi, l'ultimo di ieri.
Chi ci ha governato, prima Berlusconi e poi Prodi, ha rifiutato qualsiasi
ragionamento su questo tema, ha respinto al mittente ogni tentativo di
discussione e di critica. Discussioni e critiche che invece, in altri paesi,
hanno trovato spazio nei media e nelle stanze della politica. Persino negli
Stati Uniti d'America.
Qui, invece, si e' scelto di mischiare le parole, di storpiare il
vocabolario, di stravolgere il senso compiuto delle frasi, di camuffare la
realta', di nascondersi dietro l'ipocrisia, continuando a sostenere che noi,
in Afghanistan come in Iraq siamo andati in missione di pace, a portare la
pace, quando invece e' ovvio, banale e lo sanno anche i polli, che nell'uno
e nell'altro paese siamo andati in guerra.
Ma la politica del palazzo (e dei tanti sottopalazzi, sempre piu' diffusi)
e' talmente paradossale che, adesso, se cade Prodi, arrivera' di certo un
governo peggiore. Anche, forse soprattutto in politica estera.
E questo rende sempre piu' evidente, clamorosa, e clamorosamente pericolosa,
la distanza tra la classe politica e la vita concreta, le aspirazioni e i
sogni dei cittadini di questo paese.
E questa e' una situazione che dovrebbe fare paura. Quasi come fa paura la
guerra.
febbraio 2007. Maso Notarianni, giornalista, e' impegnato nell'esperienza
dell'organizzazione umanitaria Emergency e dirige "Peacereporter"]
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