La presenza militare in Puglia
In seguito a tre lustri di guerre e operazioni di polizia internazionale sul fronte mediterraneo orientale, la Puglia è stata trasformata in un’enorme base logistica per le forze armate italiane e internazionali, spesso con la connivenza delle istituzioni locali e altrettanto di frequente all’insaputa dei cittadini.
Tenere sotto controllo il proliferare di basi e di supporti militari è importante per comprendere le reali strategie italiane, che individuano nella Puglia un territorio ideale per l’organizzazione e la gestione delle operazioni.
Tutto questo senza tener conto delle violazioni della Costituzione, che definisce il nostro come un Paese che ripudia la guerra, articolo già aggirato dai concetti di peacekeeping e di forza di pace, ma ancora imponibile quando si sente parlare di stazionamenti di armi atomiche e supporti per guerre altrui o mercanteggio di armamenti e simili.
La presenza militare è discreta dal punto di vista delle operazioni che si svolgono all’interno delle strutture, tra i motivi per i quali non esiste un censimento ufficiale di queste ultime, ma è di certo avvertita e ingombrante sul territorio, se si stima, ad esempio, che la sola area delle Murge adibita a poligoni di tiro sia superiore ai quattordicimila ettari, “con grave danno alle possibilità del rilancio del settore agricolo della zona”.
Il virgolettato proviene dalla dettagliata indagine sulla militarizzazione della Puglia svolta nel 2002 da Antonio Camuso per l’Osservatorio sui Balcani di Brindisi(osservatoriobrindisi@libero.it), del cui ausilio ci siamo avvalsi per stilare un elenco razionale della presenza della presenza militare nella nostra regione.
Tale elenco è da ritenersi il più accurato, in quanto non incorre in eccessive semplificazioni come quelle riscontrabili in altri elenchi a disposizione sulla rete.
Non sono da sottovalutare le conseguenze della militarizzazione come fattore di abbrutimento e arretratezza del territorio, senza contare il tributo che la Puglia paga alla patria in termini di giovani che scelgono la “via militare”, pagando spesso tale scelta con il loro stesso sangue.
L’Esercito (EI), l’Aeronautica(AM) e la Marina (MM) sono presenti sul territorio regionale con ben 134 tra sedi, distaccamenti, nuclei, comandi, postazioni, caserme, scuole, tribunali, magazzini, poligoni, polveriere e impianti di telecomunicazioni di proprietà della Difesa o in servitù. Si tripartiscono così tra le cinque province: Bari registra 46 presenze (29 EI; 16 AM; 1 AM); 16 a Brindisi (7 AM; 8 MM); 35 a Taranto (2 EI; 11 AM; 22 MM); 14 a Foggia (2 EI; 11 AM; 1 MM); 23 a Lecce (10 EI; 6 AM; 7 MM).
Per quanto riguarda le basi Nato, Usa e Onu nello specifico, Bari dà il suo contributo con il laboratorio tecnico di controllo della rete di rifornimento carburanti Pol (Nato) di Mungivacca e con la sede del 36° Stormo "Riccardo Helmut Seidl" di Gioia del Colle, fondamentale snodo di forze aeree di difesa e collegamento.
Questa base è classificata COB (Collocated Operating Bases), cioè base con possibilità di schierare aerei dotati di armi nucleari, ad oggi ufficialmente assenti.
L'aeroporto militare di Brindisi è “sede della più grande Base Logistica al mondo dell'ONU (UNLAB) con depositi del PAM ( Programma Alimentare Mondiale)”, di “stoccaggio dei materiali e mezzi per le operazioni di Peace Supporting ONU”. “Saltuariamente sono di stanza aerei da trasporto privati ucraini in affitto ad ONU e Nato”.
Sull’isola di Pedagne vi è, inoltre, il Gruppo Scuole Onu, base realizzata ai tempi dell’intervento in Bosnia.
Le maggiori strutture dell’Aeronautica e della Marina di Taranto sono di fatto inserite nella struttura operativa Nato, sono quindi sedi di sistemi di Controllo Comando in continuo aggiornamento tecnologico e tendono ad assumere il livello di sistemi C4i.
Alcuni anni fa Peacelink (peacelink.it) ha scoperto che Taranto è divenuta un nodo terminale di un sistema C4i del pentagono e della Marina Militare Americana.
Il capoluogo è anche sede del NAMSA e la località masseria Tarasconi risulta ancora in carico all’USAF.
Martina Franca è sede del 3° Regional Operation Center(ROC) della Nato, attualmente in standby come riserva di emergenza di Poggio Renatico, sede di importanti apparecchiature di comunicazione e di controllo per tutte le Forze Armate e Nato(stazione capomaglia).
Anche presso l’aeroporto militare di Amendola, in provincia di Foggia, operano mezzi altamente tecnologici come i Predator gli NH-500E, che hanno partecipato alle operazioni di guerra del 1999 contro la Serbia.
In località Monte Jacotenente è stato posto il Terminale Remoto Radar inserito nella struttura di sorveglianza dello spazio aereo di Licola (NA).
Nonostante la recente ristrutturazione a opera dell'Aeronautica, questa continua ad essere una stazione capomaglia di molteplici sistemi di comunicazione interforze e Nato, data la sua particolare posizione geografica.
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