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La Difesa Popolare esiste, è l'alternativa alla catastrofe

Recensione del libro di Antonino Drago "Difesa popolare nonviolenta. Premesse teoriche, principi politici e nuovi scenari"
2 giugno 2007

Libri
L’alternativa alla catastrofe esiste
Antonino Drago, Difesa popolare nonviolenta. Premesse teoriche, principi politici e nuovi scenari, EGA editore, Torino 2006, pp. 384, € 22,00

Le difese alternative alla difesa militare, cresciuta nella linea della distruttività fino al limite massimo, il nucleare, che la rende irrazionale, sono soltanto utopie emotive, aspirazioni spirituali, o possibilità realizzabili, espressione storica di una nuova razionalità applicata al settore della difesa? Antonino Drago, docente di Storia della Fisica, che ha studiato le alternative alla scienza dominante, lavora su questa domanda in un libro che può diventare uno dei manuali delle scienze per la pace.
Egli risponde che l’alternativa alla difesa catastrofica è comparsa nel Novecento, secolo sia dell’atomica sia delle lotte politiche popolari nonviolente. Richiamati i numerosi casi storici di popoli che si sono difesi e liberati senza uso di violenza da aggressioni esterne o interne, Drago mostra che tale difesa è anche progettabile, perché fondata su una razionalità alternativa a quella dominante. Su questo profilo della razionalità, egli concentra il suo lavoro, che così si caratterizza tra gli studi relativi alla difesa nonviolenta.
Una nuova scienza del conflitto (dal personale all’internazionale), senza uso di armi omicide, è nata dall’esperienza e dalla riflessione che ha criticato la pratica militare, ed è alternativa al tipo di scienza che tradizionalmente domina i tempi moderni, quasi fosse l’unica pensabile. Essa ha orientato lo sviluppo sociale in una sola direzione, che culmina nella scienza nucleare e nella difesa nucleare. Ma un’altra razionalità è compresente a questa. La scienza non è unica, ma plurale, come dimostra la storia della scienza stessa, che constata i successivi mutamenti di paradigma. Esistono teorie scientifiche alternative. L’irrazionalità dell’attuale potenziale distruttivo impone un altro paradigma scientifico e politico. Quindi non è utopica una nuova razionalità difensiva. Ogni scienza incontra due opzioni fondamentali, argomenta Drago qui come in suoi precedenti studi: può darsi una organizzazione analitica e gerarchica, che da pochi assiomi deduce tutta la teoria, oppure un’organizzazione problematica, che, per risolvere un problema cruciale, cerca un nuovo metodo. Una opzione analoga si presenta riguardo al modo di concepire lo sviluppo: o illimitato, o razionale.
Ciò vale anche nelle scienze sociali, quindi nella scienza dei conflitti. Esistono alternative logiche alla teoria dominante della difesa, perciò alla guerra nucleare. Una di queste è la difesa popolare nonviolenta, realizzata in non pochi casi esemplari, e progettabile culturalmente e politicamente. Oggi, su questi due piani, essa incontra determinate difficoltà, che l’Autore individua ed esamina. Attraverso otto passaggi argomentativi, egli intende mostrare che all’attuale difesa catastrofica è possibile, razionale e necessario contrapporre l’organizzazione di una difesa non distruttiva e autodistruttiva, gestita da un popolo democratico e non affidata ad un organo separato e gerarchico come è l’esercito; una difesa nonviolenta che ha efficacia superiore, minori costi umani e naturali, e quella dignità morale che la difesa militare non ha.
Enrico Peyretti (6 novembre 2006)

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