L'esperimento nord-irlandese passa anche da una donna
La storia di Anna Lo, prima donna cinese eletta in un Parlamento europeo
16 luglio 2007
Emanuele Valenti (inviato Radio Popolare)
Fonte: da Persona a Persona 8/07 (www.pangeaonlus.org) - 01 settembre 2007
Nel bene e nel male il Nord Irlanda è sempre stato un curioso laboratorio politico. Anche se per decenni, anzi per secoli, gli esperimenti sono stati fatti con le armi.
Da alcuni mesi è in atto l’ennesimo esperimento. E anche se la guerra civile sembra ormai un semplice ricordo del passato, questo è sicuramente l’esperimento più difficile di tutti. Dal maggio scorso le sei contee nord-orientali dell’isola d’Irlanda, seppur ancora sotto il controllo della corona britannica, sono governate da cattolici e protestanti, che dopo decenni di conflitto hanno raggiunto un’intesa per gestire insieme l’autonomia concessa con gli accordi di pace del 1998. Il primo ministro è il Reverendo Ian Paisley, leader del partito unionista più radicale, mentre il suo vice è Martin McGuinnes, numero due di Sinn Fein fino al 2005, anno del disarmo definitivo, braccio politico dell’IRA.
Se qualcuno dovesse passare da Belfast per la prima volta in questo periodo, non si accorgerebbe di essere in una città che solo 10 anni fa era una specie di campo minato. I tempi sono decisamente cambiati. Ma a segnare il cambiamento, che non nasconde comunque ancora parecchi problemi, ci sono però anche altri elementi. A volte più sottili, quasi nascosti, ma che ci danno l’idea di un posto che ha preso sul serio una strada nuova.
Le ultime elezioni, nel marzo di quest’anno, per esempio, non hanno rappresentato solamente la vittoria di Sinn Fein e degli unionisti di Paisley. Tra i 108 membri del nuovo parlamento di Stormont, dal quale è nato poi il governo autonomo, spiccano due novità: un rappresentante del partito dei Verdi, che fino a oggi aveva fatto parecchia fatica a ritagliarsi uno spazio in un contesto politico centrato esclusivamente sulle divisioni etniche tra nazionalisti e unionisti. E poi la prima donna cinese eletta in un parlamento in Europa.
E, in effetti, è abbastanza curioso che questo primato spetti al Nord Irlanda, dove fino a ieri era quasi impossibile uscire dalle logiche tribali. Il merito è di Anna Lo, una donna piccola piccola ma dall’infinita energia. La testimone di quei nord-irlandesi che hanno voglia di parlare di problemi concreti, di problemi di tutti i giorni, che vanno oltre l’identità nazionale.
“Il messaggio raccolto durante la campagna elettorale – ci racconta Anna Lo con un accento che ormai non ha nulla da invidiare a chi a Belfast ci è nato e cresciuto – era molto chiaro. La gente non vuole più sentir parlare di politiche tribali, di cattolici contro protestanti. La gente vuole andare oltre le divisioni etniche e religiose. E quello che cercherò di fare io in parlamento è proprio questo, lavorare su problemi quotidiani. Il nostro compito sarà costruire un futuro condiviso, dove i bambini, cattolici, protestanti e quelli delle altre comunità, vadano alla stessa scuola. In modo da potersi parlare, confrontare, sin da piccoli. Cosa che nel passato di questo posto non è mai accaduta”.
Anna Lo è stata eletta come candidata indipendente nelle liste dell’Alliance Party, una formazione politica che ha sempre cercato di andare oltre le divisioni etniche. L’Alliance Party ha fatto un conto: senza i doppi servizi, per esempio senza le scuole separate per le due principali comunità, si potrebbe risparmiare ogni anno fino ad un miliardo di sterline, quasi un miliardo e mezzo di euro. E per 1 milione e 700 mila persone, tanti sono gli abitanti dell’Irlanda del Nord, si tratta di parecchi soldi.
A Belfast ci sono quasi 10mila cinesi. La loro è la minoranza etnica più numerosa. Fino a poco tempo fa, prima di buttarsi in politica, Anna Lo ricopriva proprio la carica di direttrice dell’organizzazione che rappresenta la comunità cinese. Una lunga attività di lobby che l’ha avvicinata al mondo della politica: “Ho sempre amato la politica. Il mio ex-marito faceva il giornalista politico. E grazie a lui, fin dagli anni Settanta, ho incontrato parecchi personaggi politici”.
Anna Lo è originaria di Hong Kong. Arrivò in Europa, a Londra, per studiare. E dopo aver conosciuto il suo ex marito, si trasferì con lui in Irlanda: “all’inizio il nostro piano era quello di stare qui non più di sei mesi. Anche perché era il 1974. Eravamo in piena guerra civile.
Poi le cose sono andate diversamente. Ci siamo fermati e oggi io mi sento a casa. Sono una cinese che si sente a casa in questo angolo d’Europa e che vuole fare tutto il possibile per trasformarlo in un posto normale, dove non ci siano più divisioni e dove vengano riconosciuti i diritti di tutte le minoranze. In questo momento, per esempio, si sta parlando molto di una nuova legge sulla lingua irlandese. Io sono d’accordo. È giusto riconoscere la cultura e l’identità nazionale di una comunità che per secoli è stata segregata. Ma questo non dovrà produrre un altro errore, quello di non parlare, in quella legge, anche dei valori culturali dei nord-irlandesi che non sono cattolici e che non si sentono così vicini al resto d’Irlanda, in sostanza i valori della comunità protestante. Creare altre esclusioni potrebbe essere molto pericoloso”.
Al momento non sappiamo ancora come andrà a finire l’esperimento di cui parlavamo all’inizio. Non sappiamo se Sinn Fein, il partito di Gerry Adamas, e gli unionisti del signor Paisley riusciranno a lavorare insieme in maniere produttiva. Si tratterà di un percorso lungo e tortuoso. Visto quanto scritto sui libri di storia alle pagine precedenti, è già un incredibile risultato che Ian Paisley e Martin McGuinnes, quest’ultimo negli anni ‘70 storico leader dell’IRA nella città di Derry, abbiano l’ufficio uno di fianco all’altro.
Condividere delle scelte politiche sarà sicuramente molto più complicato che non farsi la guerra. Lo sforzo necessario per capire il nemico di un tempo sarà notevole. E in questo l’aiuto potrebbe arrivare da quei nuovi politici che non hanno alle spalle una storia di divisioni e di lotte.
Torneremo a Belfast tra un po’ di tempo e chiederemo come vanno le cose alla signora Anna Lo, la nord irlandese nata a Hong Kong.
Note: da Persona a Persona - Fondazione Pangea Onlus
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