Pace

Lista Pace

Archivio pubblico

"Abbiamo le prove: è un criminale"

parla Elio Boscaini, il prete comboniano che contesta la scelta di premiare il dittatore ruandese a Roma
31 agosto 2007
Marco Boccitto
Fonte: Il Manifesto (http://www.ilmanifesto.it)

Al di là del manifesto, l'unica voce critica rispetto alla scelta di eleggere il dittatore del Ruanda «abolizionista dell'anno» si è levata ieri dal sito di Nigrizia. Padre Elio Boscaini, che in passato ha anche diretto la rivista dei Comboniani, sulla scorta della sua lunga esperienza di missionario in Ruanda, Burundi, Togo, Ghana, Benin, firma la lettera pubblicata qui a fianco. E risponde al telefono dalla redazione. «Prodi, che è anche vicino ai comboniani, non doveva prestarsi. Le verità di Kagame andavano verificate meglio».

Cosa avrebbe dovuto fare il governo per informarsi?Si poteva chiedere al giudice francese Jean Louis Brugière, che ha incriminato Kagame per le sue responsabilità nel genocidio del 1994, perché ce l'ha tanto con lui. Oppure chiedere al primo ministro deposto da Kagame, Faustin Twagiramungu, perché è stato costretto a fuggire in Belgio. O all'ex presidente Pasteur Bizimungu come e perché è stato incarcerato. Io ho fatto il cappellano nelle carceri africane, la gente non sa in quali condizioni vivono i detenuti. E non parlo di quando viene annunciata una visita di Amnesty per il giorno successivo... Non capisco niente di sistemi mondiali, ma della realtà concreta di tutti i giorni sì.

A Kagame invece cosa avrebbe chiesto?Quanti morti ha sulla coscienza e quando pensa di restituire il potere al popolo... Non è possibile che il mondo gli creda solo perché rappresenta gli interessi Usa nella regione. Quello che dicono i tutsi bisogna dimostrarlo, un po' come quello che dicono i sacerdoti. Ma le cifre sul genocidio sono folli: se fossero vere i tutsi dovrebbero essere quasi estinti. La verità è che Kagame ha imparato dal suo amico Museveni a spostare i mucchi di teschi da una parte all'altra.

Nessuno Tocchi Caino vi accusa esplicitamente di negazionismo. E per il ruolo svolto da alcuni religiosi nelle stragi qualcuno potrebbe pensar male...Dio mi guardi dal voler negare, dico solo che ci sono anche migliaia di persone che si sono lasciate ammazzare per salvare un tutsi. Su Kagame, poi, i missionari comboniani hanno le prove. Figurarsi che quando era a Kampala scoprì che c'era una talpa in un battaglione, e per non correre rischi fece uccidere tutti e 200 i soldati che lo componevano. Quanto alle suore e ai preti coinvolti nel genocidio, sono uomini e donne come gli altri e se hanno sbagliato devono pagare. Ma in Ruanda c'era una situazione oggettiva che non lasciava scampo: non sono i preti ad aver creato la contrapposizione hutu-tutsi. Noi dobbiamo riconoscere il fallimento della nostra opera evangelizzatrice, in Africa abbiamo commesso grandi errori. Ma non può essere tutta colpa nostra.

Articoli correlati

  • Durissimo attacco del Ruanda al Belgio
    Conflitti
    Ultim'ora: il Ruanda sospende la cooperazione allo sviluppo con il Belgio

    Durissimo attacco del Ruanda al Belgio

    Il Belgio è stato in prima linea nella richiesta di sanzioni UE e ha chiesto la fine del sostegno militare ruandese alle milizie M23 che hanno invaso il Congo. Nel comunicato del governo ruandese si legge: "Il Ruanda non sarà vittima di bullismo o ricatto per compromettere la sicurezza nazionale".
    18 febbraio 2025 - Redazione PeaceLink
  • Denunce e proposte dalla manifestazione per la pace in Congo
    Conflitti
    Si è svolta il 9 febbraio a Milano

    Denunce e proposte dalla manifestazione per la pace in Congo

    La guerra in Nord Kivu ha già fatto in pochi giorni almeno 3.000 morti secondo stime Onu. Occorrono fatti: «L’Ue deve cancellare il protocollo d’intesa sulle materie prime critiche firmato nel 2024 con il Ruanda», un paese che nel sottosuolo non ha queste risorse e le estrae in Congo illecitamente.
    11 febbraio 2025 - Marinella Correggia
  • L’ipocrisia della Commissione Europea sul Congo
    Editoriale
    Affari sporchi di sangue

    L’ipocrisia della Commissione Europea sul Congo

    Il Congo, ricchissimo di terre rare, è devastato da milizie sostenute dal Ruanda, che invadono e saccheggiano il Paese con la complicità tacita delle potenze occidentali. Ma a Bruxelles nessuno parla di "invasori" e "invasi". Nessuna condanna, nessuna sanzione.
    6 febbraio 2025 - Alessandro Marescotti
  • La guerra come business: il caso del Congo
    Conflitti
    Le motivazioni economiche

    La guerra come business: il caso del Congo

    l governo congolese e le Nazioni Unite - riferisce oggi l'agenzia DIRE - denunciano il coinvolgimento diretto dell'esercito del Ruanda nel sostegno ai ribelli dell'M23. Le motivazioni? L’accesso ai giacimenti di coltan, cobalto e rame, risorse essenziali per l’industria elettronica globale.
    4 febbraio 2025 - Redazione PeaceLink
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.30 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)