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Festival filosofia sul sapere - Modena, 16/09/07

Si può essere saggi senza verità?

Appunti della Lezione magistrale presentata dal prof. Salvatore Natoli
3 ottobre 2007

Festival filosofia sul sapere – Modena – 16/9/07
Lezione magistrale di Salvatore Natoli
Si può essere saggi senza verità?

Come rispondere? D’intuito si risponde che non si può essere saggi; se non si sa come orientarsi, come stanno le cose. Il saggio si muove dentro uno schema di vita. Il mondo è la totalità dei fatti e non delle cose. Il saggio in qualche modo si muove dentro un ordine di verità.
Schema classico della verità: tra il vero e il falso c’è opposizione; non ci sarebbero ordini di verità.
Principio di non contraddizione, Aristotele; quello che si nega, si afferma. Il principio di non contraddizione è una regola di condotta. La saggezza è implicata con la verità. Il principio della logica riguarda il bene; la logica della verità è la logica del bene.
La teoretica è un insieme.
Le forme della mente sono modalità di organizzare la vita, che vuole la verità ma non ne dispone. La verità si esperisce in un regime di parzialità; la verità deve essere sempre posta e ridefinita. La condotta umana è implicata con la verità. Noi non possiamo avere cura di noi stessi se non ci curiamo dei principi; del nostro sapere. La verità della verità sta nella sua effettività. La verità si scopre; si ricerca. Per Aristotele: logica - opposizione vero/falso; vita - opposizione bene/male.
Delle realtà ci facciamo solo un’idea; mi faccio un’idea di una cosa a seconda di come essa viene nell’aspetto. Vediamo il cubo in alcune facce. La verità è farsi un’idea. Non abbiamo mai la verità nella totalità. Voltando la faccia facciamo filosofia perché guardiamo gli altri aspetti. Sapere di sé e del mondo sono allora mappature che non esauriscono il mondo.
L’ordine della verità è lo sconfinato e allora diamo confini per dare stabilità a noi nel mondo e al mondo nel tempo. Il decidere della verità non è una violenza ma una necessità. Ci sono momenti in cui decidere altrimenti moriremmo; ad esempio, dove vado in vacanza?
Rispetto al mondo la verità è una presa di posizione, altrimenti c’è la dissoluzione nel possibile e delirare. Con la saggezza realizzo la verità. Senza la deliberazione ci sarebbe la nostra progressiva dissoluzione – Aristotele. E allora l’attività è anche azione che parte dall’oggettività. La misura della verità è la riuscita, il bene umano. La verità è il non nascondimento; sta nel manifestarsi nel mondo in quanto tale.
Noi siamo una prospettiva dentro il mondo, nell’apertura sul mondo. Io esisto nell’apertura della forma della relazione. L’apertura è il disvelarsi come tale: mi muovo nell’aperto. Io sono nella verità che è prima del vero e del falso. Nell’apertura mondo, io mi muovo ora da una parte ora dall’altra.
La scienza ha come criterio la misura dell’efficacia. La verità ha la misura del bene. La scienza non basta per vivere. (il pensiero unico ci dice le cose che non si possono fare e decidere) Il momento in cui le cose si possono fare, è quello in cui si decide sulle cose. La scienza cumula, non abolisce; anche la storia cumula. I saperi vengono dalla tradizione.
O diamo senso interamente alla vita che viviamo o la perdiamo!
Le tecniche hanno esattezza, la vita no.
Perché ci turba tanto morire? Che cosa ci dà pena? Ci dà pena che il mondo prosegua senza di noi. La nostra vita è il legame nel mondo; noi vogliamo stare nella relazione nel tempo a noi assegnato. Le scienze ci fanno comprendere le nostre condizioni; più libertà uguale più conoscenza delle nostre condizioni. Noi siamo effetto e causa causante. La verità è motivata dall’interesse: si parla di passione della verità.
Gli uomini si incontrano: ‘vengono incontro’. Gli oggetti si vanno a cercare: ‘si prendono’.
Io mi interesso a qualcosa perché mi interessa; qualcosa scopro. Ho il piacere di sapere; il mondo si apre a me come mia curiosità. Il massimo dell’interesse per la verità coincide con il piacere per la verità, disinteressato. C’è il piacere della verità, della sua ricerca. Amore per la verità e non ostentazione per la sapienza, vanagloria. Sapere rigoroso. La perfezione esige lavoro; la forma esige tecnica. La verità esige l’etica. Dobbiamo essere responsabili dei discorsi. Il germe della curiosità lavora dentro, non finisce; non è ostentazione di una gita. La curiosità è esperienza della sproporzione; quella vera ci porta al confine del niente perché sappiamo sempre troppo poco. Sapere quanto basta per le buone ragioni che portano la vita a frutto. Baccanti di Euripide: non è sapienza il sapere; non è conoscere tante cose che dà il vero sapere; né l’avere pensieri superiori a ciò che è mortale. Ma non è sapere tante cose che ci dà motivo, il sapere deve avere...
Breve è la vita. Chi insegue troppo grandi destini non possiede il presente. Il possesso dei saperi deve aiutare a dare totalità alla vita secondo le ragioni del bene.
La filosofia è quel sapere che dà senso ai diversi saperi. Il sapere visto verso la realizzazione della vita. Non siamo aperti e sporgiamo sul futuro; tempo della vita, tempo del mondo. La vita ci accoglie e (diamo un futuro al mondo). Il futuro è già nel presente. La mia vita non si compie nella mia vita ma si compie nella vita degli altri che noi amiamo. In nome della prossimità si salva il mondo: la promessa di futuro è l’accanto!

(Liberi appunti e le parole fra parentesi vanno prese ancor più con beneficio d’inventario. Leopoldo BRUNO)

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