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Festival filosofia sul sapere - Carpi 15/09/2007

Dal sapere simbolico al sapere tecnologico

Liberi appunti della Lezione magistrale del prof. Umberto Galimberti
10 ottobre 2007

Festival filosofia sul sapere – Carpi 15/09/2007
Lezione magistrale di Umberto Galimberti
Dal sapere simbolico al sapere tecnologico

Dal sapere simbolico (logos, ragione) al sapere tecnologico (insensatezza illimitata). Sapere uguale ricerca della verità? No, è stato istituito innanzitutto come una difesa dall’imprevedibile. Il sapere è una forma di controllo: si attenua l’imprevedibile per combattere l’angoscia. Conoscenza è prevedibilità; l’uomo può vivere perché prevede.
Platone si chiede le cose.
Nietzsche: come è venuto al mondo il sapere? Cerca la regola, per togliere gli aspetti paurosi; la paura dell’incalcolabile.
I bambini vanno in allarme e difesa perché non conoscono ancora la causalità delle cose.
Simbolo in accezione greca uguale mettere assieme, connettere. Il pensiero simbolico mette insieme su basi psichiche; connessioni personali, linguaggio fra coniugi che si capisce solo fra loro due.
Verità come efficacia; verso la terra e verso la donna. Platone vuole costruire (un sapere diabolico) per identità e differenze senza connessioni; la vulva è la vulva e non una fossa. Platone mette così fuori dalle città i poeti che lavorano con la simbologia. I poeti mentono quando assemblano parole in altro. Principio di identità, di non contraddizione; delimita lo spazio semantico delle parole.
Soggettività inquina il linguaggio; la psicologia inquina. Non interessa ciò che pensiamo noi. Per Platone, eliminare il corpo dalla formazione del linguaggio, che si ammala e muta; il corpo non informa bene. Bisogna conseguire il sapere con numeri e idee non con sensibilità corporee.
1500/1600, nasce da Platone la scienza; dopo il simbolico e il filosofico, III fase, della scienza. Processo di astrazione: l’albero è albero per tutti gli alberi: senza differenza; astrae la cosa dalle differenze. Filosofia occidentale esiste per i numeri, idee, misure, quantità. La filosofia orientale non esiste. Questa è la nostra storia!
Uomini di scienza, dobbiamo anticipare delle ipotesi e se la natura le dimostra: le ipotesi sono dimostrate.
Il sapere nasce come difesa e controllo; non ricerca di verità.
Kant rivoluzione copernicana: l’uomo fa girare la natura intorno alle sue ipotesi. L’uomo non è più uno scolaro ma un giudice che fa rispondere; che interroga la natura che diventa un deposito di precetti umani. Foresta uguale legname; suolo è petrolio; ecc.
Scienza e tecnica non si distinguono. La tecnica genera il progetto scientifico e non viceversa. Gli scienziati guardano al mondo per manipolarlo. (L’accrescimento) scientifico è prodotto dalla tecnica. Tecnologia è insieme di strumenti ma opera un restringimento del modo di concepire il sapere; non c’è spreco, è razionale; c’è adeguazione fra mezzi e fini. Minimo di sforzi con massimo di risultati. Economicità totale della tecnica, esente anche dalla passione del denaro. La tecnica istituisce così la macchina come suo ordine di riferimento.
L’uomo è il pastore delle macchine; l’uomo appartiene all’ordine del pressappoco, ma la tecnica tende a portare l’uomo verso se stessa. Identità dell’uomo verso la tecnica che dà riconoscimento.
L’attenzione alla carriera è identità che nasce dal riconoscimento. L’identità è delegata all’apparato.
La tecnica essenzializza il mondo della vita. Linguaggio amoroso è sovrabbondante; è disfunzionale alle procedure tecniche. (Dal lunedì al venerdì, recuperiamo la nostra memoria di uomo) Perdiamo le parole per esprimere le cose perché non c’è la consuetudine. Oggi il mondo funziona con la tecnica che ci fa godere di quegli stracci della vita: perdiamo il nostro nome!
La dimenticanza di sé sta per accaderci.
Espulsi, non c’è più psichico-corporeo e simbolico; solo numeri, ecc. Siamo obbligati a vivere secondo (modalità) che non sono più umane.
Cura di sé, è il nostro compito futuro. L’uomo non ha istinti, sono indeterminati. Cura cristiana ha seppellito la cura greca. Nietzsche: colpo di genio del cristianesimo è aver garantito all’uomo la vita ultraterrena, immortalità; cosa che i greci non credevano. E ha dato al tempo un senso, il cristianesimo; così il tempo diventa storia perché lo iscrivo nel disegno di salvezza, dove si realizza l’annuncio di salvezza a partire da buone condotte. Il cristianesimo risponde a una domanda di senso.
Oggi i problemi sessuali analizzati da Freud non ci sono più; non è più la repressione ma è la mancanza di senso il problema di oggi. Senso del proprio dolore; ci chiediamo perché c’è il dolore. La felicità non ci fa chiedere niente, ce la portiamo a casa.
La consulenza filosofica dice che non va cercato il senso della nostra vita ma la misura della nostra vita.
Socrate dice che ci sono due premesse: conosci te stesso e agisci secondo misura. I greci usano la parola morte per dire che l’uomo deve anticipare la morte per la dimensione di misura. Nelle pratiche di vita abbiamo la misura dell’agire; anticipiamo la mortalità per assumere la misura delle azioni. Colpa data dai greci è chi oltrepassa la misura. La misura è data dalla interiorizzazione che siamo mortali.
Conosci te stesso cioè la tua virtù! La tua capacità. Non conosciamo le nostre capacità, e questo non ci fa raggiungere la felicità.
La felicità è la realizzazione di sé osservando la giusta misura!

(Liberi appunti e le parole fra parentesi vanno prese ancor più con beneficio d’inventario. Leo)

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