Ex ministro di Bush accusa: «La guerra all'Iraq fu decisa tre anni fa»
L'attacco all'Iraq fu pianificato dall'amministrazione Bush fin da poche ore dopo l'insediamento nel gennaio 2001. Lo dice Paul O'Neill, ex segretario di stato americano al tesoro, "licenziato" da Bush alla fine del 2002. «Fin dall'inizio c'era la convinzione che Saddam fosse un male e che avrebbe dovuto essere cacciato» racconta O'Neill a Lesley Stahl, della rete televisiva Cbs «Per me la nozione di attacco preventivo, che cioè gli Stati Uniti abbiano il diritto unilaterale di fare qualsiasi cosa decidano, è veramente un po' troppo».
L'intervista a O'Neill, che verrà trasmessa domenica alle 19 durante il programma 60 Minutes, è stata data per la presentazione di "The Price of Loyalty", un libro scritto da Ron Suskind al quale O'Neill ha rilasciato una lunga intervista ed ha dato circa 30 mila documenti sull'amministrazione di Gorge Bush.
Alcune rivelazioni contenute nel libro sono basate, oltre che sulle testimonianze di O'Neill e di altri funzionari governativi, anche su documenti segreti del Pentagono che circolavano già nei primi mesi del 2001.
Secondo Suskind, nei primi tre mesi del 2001 (cioè due anni prima dell'inizio della guerra), l'amministrazione stava studiando le opzioni militari per rimuovere Saddam Hussein dal potere e stava già pianificando il dopo-Saddam: l'organizzazione delle truppe per il mantenimento della pace, i tribunali per i crimini di guerra e il futuro del petrolio iracheno.
Suskind says O'Neill and other White House insiders he interviewed gave him documents that show that in the first three months of 2001, the administration was looking at military options for removing Saddam Hussein from power and planning for the aftermath of Saddam's downfall -- including post-war contingencies like peacekeeping troops, war crimes tribunals and the future of Iraq's oil.
Secondo Susking, un documento del Pentagono intitolato Foreign Suitors For Iraqi Oilfields Contracts (stranieri interessati a contratti per i pozzi petroliferi iracheni) «parla di possibili contraenti da 30 o 40 paesi e quali avessero interesse al petrolio iracheno».
Nel libro si cita lo stupore di O'Neill perché nessuno durante le riunioni del National Security Council si chiedesse perché l'Iraq avrebbe dovuto essere invaso: «Il problema era solo trovare un modo per farlo. Il clima era questo. Il presidente diceva: trovatemi il modo per farlo».
Le affermazioni di Susking e O'Neill sono in parte confermate, secondo la Cbs, dall'inviata del network a Baghdad, Lisa Barron. Il portavoce del Consiglio nazionale iracheno, una coalizione di oppositori dsel regime di saddam Hussein, ha detto alla Barron di «non essere sorpreso delle affermazioni di O'Neill. L'amministrazione Bush aprì dei canali con l'opposizione irachena subito dopo essere andata al potere e ci furono consultazioni su come rimuovere Saddam. Poco dopo aprimmo un ufficio a Washington».
Tra le altre affermazioni di O'Neill contenute nel libro una riguarda le riunioni del governo. Il presidente Bush, dice l'ex segretario al tesoro, era così disinteressato «che sembrava un cieco in mezzo a tanti sordi».
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