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Aiuti ed esperienza nel Kurdistan iracheno

Una delegazione di medici, fisici, tecnici, infermieri è in partenza per Sulaimaniya, l’antica capitale del Kurdistan iracheno. Il team che porterà aiuti ed esperienza nel centro radioterapico e oncologico della cittadina irachena partirà il 4 gennaio e si fermerà circa tre mesi.
2 gennaio 2010

Lungo le strade polverose del Kurdistan iracheno (marzo 2006)

Dal Comune di Firenze arriva una notizia importante. E' di partenza per Sulaimaniya, nel Kurdistan iracheno, un'equipe di medici e specialisti fiorentini con il compito di proseguire "sul campo", attraverso l'opera sanitaria ma soprattutto con l'insegnamento e la condivisione delle esperienze con i medici locali, un progetto di solidarietà internazionale che da tempo si sta svolgendo.

Il quotidiano "La Nazione" ospita quest'oggi 2 gennaio, un lungo articolo in merito nella pagina fiorentina. Il dottor Giampaolo Biti, radioterapista oncologico dell'ospedale di Careggi che dirigerà il team in territorio iracheno, sottolinea come, a fronte di una struttura già presente ed abbastanza attrezzata sita nella città di Suleimaniya, manchi nel personale locale una corretta informazione e specializzazione. Uno degli scopi della mission sanitaria fiorentina sarà quindi orientato alla formazione di operatori, in modo poi da dar loro la necessaria autonomia e la possibilità di insegnare a loro volta ai medici locali. Un indubbio vantaggio per l'intera popolazione del Kurdistan iracheno, che per le terapie oncologiche (e son patologie purtroppo frequenti in un territorio tuttora inquinato dagli agenti bellici e chimici del recente passato) deve tuttora affidarsi a costosi "viaggi della speranza" nelle nazioni confinanti.

La "First Lady" Hero Talabani a colloquio con Paolo Morello (marzo 2006)

Giova a questo punto ricordare come questa iniziativa ha origini lontane. Dal viaggio che la delegazione italiana dei Sindaci per la Pace, insieme ad alcuni membri dell'International Peace Bureau-Italia, intraprese nel marzo 2006 in quelle terre dell’Iraq settentrionale, invitata dal sindaco di Halabja per il ricordo della strage del 1988. Dalle circostanze fortuite che permisero in quei giorni il contatto tra la First Lady irachena e presidente della locale organizzazione “Save the children” con l’allora direttore dell’ospedale pediatrico fiorentino Meyer, Paolo Morello. Dai successivi incontri in Italia di esponenti istituzionali di rilievo, con l’avvio di progetti di cooperazione sanitaria e di promozione di culture di pace.

“La cooperazione - afferma la presidente della Commissione Pace del Comune, Susanna Agostini - è fondamentale per creare la pace a vari livelli e le istituzioni svolgono un ruolo fondamentale per mettere in relazione i saperi. Questo è un momento importante di verifica della concretezza del lavoro di cooperazione che stanno svolgendo Mayors for Peace e International Peace Bureau-Italia. Quando si trova il denominatore comune della volontà e delle potenzialità di operatori di pace e istituzioni, si crea la risposta immediata ai bisogni impellenti. La sinergia vera si realizza quando si riesce a interfacciarsi con realtà differenti e si mettono in relazione i bisogni con i saperi. Così nasce l’amicizia eterna fra i popoli”

Ed è una “reazione a catena” in positivo che continua.

Note: Vedi anche:

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