Ed è una strada per noi sempre in salita!
La strada per noi è sempre in salita!
E infine l'esperienza degli allievi del corso "Operazioni di pace, gestione e mediazione dei conflitti" sorto alcuni anni fa all'università di Firenze. Un piano di studi ricco di approfondimenti e di opportunità compresi stages "in loco" e sbocchi professionali rilevanti.
Una bella storia con carattere anche d'urgenza avendo voluto poi - anche istituzionalmente - prendere posizione a favore del regista dissidente iraniano Jafar Panahi, arrestato per aver provato a girare un film "scomodo" per il regime e che in quei giorni stava svolgendo uno sciopero della fame ad oltranza. Non so quanto poi avesse influito l'opera del Comune nella sua successiva scarcerazione tramutandone l'arresto con i domiciliari (e in un certo senso, ecco una bella notizia!) ma vero è che più son le voci, anche autorevoli, a gridare e ricordare che cos'è la giustizia, e più simili vicende possono evolversi in positivo (e soprattutto, dar loro consistenza mediatica internazionale).
Il brutto comincia ora e la cronaca last minute si tinge di sangue. In acque internazionali la Marina israeliana ha attaccato questa notte le navi della Freedom Flotilla, convoglio umanitario di organizzazioni non governative che era diretto a Gaza con un carico di aiuti per la popolazione palestinese. E' stato un attacco inaspettato (in anni passati il governo di Tel Aviv si era comportato diversamente) e in definitiva rivolto non solo a una flotta umanitaria ma anche al concetto stesso di diritto internazionale. E soprattutto ancora una volta viene ribadito con le armi quell'altro "diritto", quello del più forte. Sarà stata anche (a esser cattivi ci si può anche azzeccare) una risposta indiretta e "nervosa" alle accuse di recente mosse da organi di stampa britannici su presunte offerte di armi nucleari nel passato all'allora Sudafrica dell'Apartheid? O tutto questo deriva dagli equilibri sempre labili dello scacchiere mediorientale, con Stati in bilico tra aderenze verso oriente e finestre più o meno aperte al mondo occidentale? In ogni caso c'è chi ci perde comunque. Penso al popolo palestinese ma anche a chi, pur nello Stato ebraico adesso sotto l'occhio del ciclone, vorrebbe trovare posizioni più moderate.
Il quotidiano israeliano Haaretz (www.haaretz.com), testata in inglese piuttosto equilibrata, segnala, in calce alla cronaca, alcune conseguenze "diplomatiche" su quanto accaduto: il primo ministro Netanyahu ha cancellato la visita negli Stati Uniti dove era stato invitato da Obama. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si riunirà a breve per discutere l'accaduto. E altre simili news.
Resta lo sgomento - e la sensazione sempre viva di crudele distacco - tra quanto l'anima del pacifismo desidera e mette in opera, e ciò che ai livelli superiori - diplomatici, di interesse di Stato, di equilibrio internazionale più o meno interessato - viene intessuto passando sopra alle vite e alle intenzioni dei singoli e dei movimenti. Concludo citando una frase forte nel titolo dell'editoriale odierno dal sito del CIPMO, il Centro Italiano per la Pace in Medio Oriente. Dio acceca chi vuole perdere. "A coloro che vuol perdere, Dio prima toglie il senno, Quos Deus vult perdere, dementat prius, dice l’antico detto latino."
Chi usa le armi al posto della ragione, è gia fuori dal consesso del vivere civile, in un mondo che si voleva coeso nell'affrontare i problemi veri dell'umanità.
E' un onore per me inviare questo messaggio di pace in occasione della tavola rotonda sulla pace, e vorrei essere con voi a Firenze in questo momento e aver potuto partecipare alla marcia della pace del 16. Amo l'Italia, e Firenze è una delle mie città preferite al mondo.
La vostra è una città meravigliosa, ricca di cultura e artigianato, ma altrettanto ricca di cultura di pace per le generazioni future. Attendo con impazienza il giorno in cui anch’io potrò essere uno delle centinaia di migliaia di persone che marciano per la pace in Italia.
Innanzi tutto vorrei salutare il Sindaco Renzi e la consigliera comunale Susanna Agostini. Come città vice presidente di “Mayors for Peace”, Firenze svolge in Italia un ruolo per noi fondamentale.
Voglio anche ringraziare gli organizzatori della tavola rotonda per aver invitato la signora Seiko Ikeda al vostro forum sulla pace. Anche lei ama l'Italia ed era entusiasta di avere un'altra possibilità di visita. Sono sicuro che i suoi discorsi abbiano toccato molti cuori.
So che il suo messaggio principale è: "Mai più!". Che è anche il desiderio di ogni città che ha sofferto le tragedie del passato. In parole hibakusha "Nessun altro dovrebbe mai soffrire come abbiamo fatto noi!"
Non ho dubbi che abbiate compreso e condiviso quel messaggio, e vi ringrazio per avervi prestato ascolto. Questo messaggio è il punto di partenza per tutto ciò che facciamo.
Immagino che in questo momento alcuni rappresentanti delle autorità italiane, degli enti locali e dei movimenti per la pace ed i diritti umani stiano partecipando alla tavola rotonda. A quanto mi risulta, il coordinamento nazionale enti locali per la pace ed i diritti umani ha circa 700 membri, ma di solo circa 250 comuni hanno aderito a “Mayors for Peace”. E 'difficile per me credere che i singoli membri di un’associazione per la pace ed i diritti umani non abbia il desiderio di aderire a Mayors for Peace.
Mayors for Peace ha condotto una campagna, insieme ai cittadini di Hiroshima e Nagasaki, che ha consentito, negli ultimi sei anni, di aumentare il numero delle città rappresentate da 500 nel 2003 alle quasi 4000 città di oggi, e di ottenere un ruolo fondamentale nella battaglia mondiale per l'abolizione delle armi nucleari. Le armi nucleari sono una minaccia sia per la pace che per i diritti umani. Infatti, le armi nucleari minacciano la vita sulla Terra.
Quindi, spero che tutti facciano tutto il possibile per assicurare che le singole istituzioni che promuovono la pace ed i diritti Umani aderiscano a Mayors for Peace. Questo gruppo potrebbe, come organizzazione, promuovere una risoluzione a favore della nostra Campagna “2020 Vision”.
Mayors for Peace è determinata ad ottenere l’eliminazione delle armi nucleari entro il 2020, poiché quella scadenza rappresenta un nostro dovere nei confronti degli hibakusha, quello di riuscire a sbarazzarsi dalle armi nucleari fintanto che alcuni di loro sono ancora in vita e riescano, così, a vedere con noi un mondo libero dalle armi nucleari.
Lo dobbiamo anche ai nostri figli ed ai figli dei nostri figli. In futuro avranno già abbastanza problemi da risolvere, e solo con l'eliminazione delle armi nucleari possiamo far sì che abbiano il tempo necessario per risolverli.
Come Sindaco di Hiroshima e Presidente di Mayors for Peace, sono stato a New York dal 28 aprile all’ 8 maggio per partecipare ad una serie di eventi, che proseguiranno fino al 28 di questo mese, in occasione della conferenza di revisione del TNP. Anche se non sappiamo quale sarà l'esito finale di tale Conferenza, credo fortemente che la Conferenza, rappresenti di per sé un grande successo.
Spontaneamente migliaia di persone si sono radunate da tutto il mondo per chiedere ai loro leader di avviare immediatamente negoziati per un mondo libero dalle armi nucleari. Il Segretario generale dell’ONU, Ban Ki-moon, è stato fermo nell’esprimere la sua determinazione a realizzare questo obiettivo. Alla sessione di apertura della conferenza di revisione ha annunciato al mondo che si recherà a Hiroshima il 6 agosto di quest'anno. La sua leadership porterà certamente le Nazioni Unite nella direzione che tutti vogliamo.
A livello di governo nazionale, sia il Movimento dei Paesi Non Allineati che molti altri Stati hanno detto chiaramente che lavorano con il Segretario generale per creare un mondo libero dalle armi nucleari. Non importa quello che succede alla conferenza di revisione alla fine di questo mese, lo slancio verso l'abolizione delle armi nucleari aumenterà. Tutto quello che dobbiamo fare è cavalcare l'onda per raggiungere il nostro obiettivo comune di un mondo senza armi nucleari.
A Hiroshima, abbiamo due sogni. Uno è quello di eliminare le armi nucleari entro il 2020. L'altro è quello di potere ospitare i Giochi olimpici 2020 come una festa gioiosa di pace. Questa mia esperienza a New York, mi ha convinto che questi sogni non sono illusioni. Sono abbastanza fattibili e hanno bisogno del vostro aiuto per essere trasformati in realtà..
Recentemente il Sindaco di Roma Alemanno ha visitato Hiroshima, ed abbiamo deciso di lavorare insieme non solo per la pace e l'educazione alla pace, ma per la creazione di Giochi Olimpici dei quali il mondo possa essere fiero, non importa il luogo dove si svolgeranno.
Il movimento pacifista italiano è sorprendente. Il mondo ha molto da imparare da voi, e vi esprimo la mia ammirazione e rispetto. Oggi, vi chiedo di concentrare il vostro sforzo dove c’è più bisogno in questo momento, cioè sull’eliminazione delle armi nucleari.
Buona fortuna, e molti ringraziamenti.
Sito del quotidiano Haaretz: http://www.haaretz.com
L'editoriale del CIPMO: http://www.cipmo.org/1501-indice-editoriale/dio-acceca-chi-vuole-perdere-gaza-attacco.html
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