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Da Halabja, 4 mesi dopo, di nuovo a Halabja. E poi, di ritorno, con una vita da salvare...

10 luglio, una data importante

Parte un progetto di aiuto medico-sanitario per rendere meno critica la situazione del piccolo ospedale di Halabja.
13 luglio 2010

10 luglio: una data importante. Inizia il viaggio del dr. Giuseppe Barone e della d.ssa Rossella Burzi alla volta di Sualaymanyah. Dovranno mettere a punto il progetto sanitario di IPB-Italia in supporto all’ospedale di Halabja dove a cadenza di 15 giorni ruoteranno medici italiani volontari, che attraverso un meccanismo di passaggio di consegne svilupperanno il progetto sia sulla base della formazione del personale medico e paramedico che di assistenza medica alla popolazione locale.

Per questo progetto IPB-Italia ha in programma la realizzazione di un concerto di beneficenza che si propone di raccogliere 30.000 euro, necessari per l’acquisto di strumentazioni mediche piccole-leggere tipo un ecografo, un radiografo portatili, tali da rendere possibili anche all’ospedale di Halabja diagnostiche di primo livello.

Al loro rientro in Italia il Dr. Barone e la D.ssa Burzi porteranno con loro Fatma, la bimba ammalata di talassemia major che Fulgida Barattoni ha incontrato durante il suo ultimo viaggio in Iraq.

Fatma assieme alla madre

Fulgida racconta: “Le mamme hanno un linguaggio che oltrepassa ogni barriera linguistica quando c’è di mezzo la vita delle loro creature. Così la mamma di Fatma pur non parlando la mia lingua tanto meno l’inglese è riuscita guardandomi negli occhi e stringendomi le mani a farmi capire che sua figlia stava morendo e che lei non poteva arrendersi. E metteva le sue mani nelle mie, i suoi occhi nei miei perché io potessi vedere, potessi capire la sua disperazione”. Una mamma non si rassegna mai ad aspettare la morte della propria figlia e lotta, lotta sempre, contro tutti e tutto per offrire una speranza alla sua bambina.

La mamma di Fatma si chiama Parwen Hassan Akbar. E’ una giovane donna del 1972 e il prossimo 18 luglio porterà la figlia in Italia per sottoporla ad un trapianto di midollo. Il Dottor Giovanni Palazzi del reparto di ematologia del Policlinico di Modena è il medico che si è offerto di prendere il carico questo caso e di curare la nostra piccola Fatma.

C’è un grazie speciale che va alla nostra Ambasciata di Baghdad, a tutti gli operatori, e soprattutto all’Ambasciatore Maurizio Melani che per questa evenienza ha attivato una procedura speciale d’urgenza e di semplificazione burocratica che consentirà l’entrata in Italia di Fatma e della sua mamma.

“E’ importante” dice Fulgida: “è importante che i volontari di IPB-Italia, soprattutto i volontari medici che si alterneranno all’ospedale di Halabja si sentano protetti e sentano vicine le loro istituzioni italiane in queste loro azioni di pace, solidarietà, in territori così ancora ad alto rischio per la loro vita e incolumità.”

IPB-Italia porta avanti il proprio lavoro e la propria missione grazie al contributo di tutti i suoi volontari, tutti, nessuno escluso. Ogni volontario svolge un compito indispensabile all’interno di questa grande macchina di pace che si chiama International Peace Bureau che riesce a fare azioni così importanti e così tanto più grandi della sua stessa struttura.

E’ a tutti questi volontari di IPB-Italia che è dedicato il sorriso di questa bambina Fatma, è a tutti questi “piccoli uomini” che indefessi non si arrendono e pur nella consapevolezza di essere solo dei “piccoli uomini” che possono fare solo “piccole azioni” questi piccoli uomini questo solo che può sembrare poco davanti alle grandi devastazioni del mondo ma questi volontari, tutti insieme questo “poco” lo vogliono fare tutto fino in fondo e tenendosi per mano, sostenendosi e spronandosi si stringono oggi attorno alla piccola Fatma e ai loro compagni volontari Dr. Giuseppe Barone e D.ssa Rossella Burzi che senza paura, l’andranno a prendere.

"Chi salva una vita salva il mondo”. Oggi, ragazzi, è un buon giorno per tutti!

Chi salva una vita salva il mondo

Parte un ambizioso progetto sanitario di Italian Peace Bureau, un'associazione per la pace che ha sede nella Rocca di Lugo. Mentre leggete la dott.ssa Rossella Burzi e il dott. Giuseppe Barone dovrebbero essere arrivati a Sualaymanya, dove supporteranno l'ospedale di Halabja: qui ruoteranno ogni due settimane medici italiani volontari per aiutare la popolazione dal punto di vista sanitario e formare il personale locale.

Rientrando, porteranno con sé Fatma, malata di talassemia major. La fusignanese dott.ssa Fulgida Barattoni, l'anima dell'IPB, l'ha incontrata con la mamma, durante l'ultimo viaggio in Iraq, e fra le due donne è nata subito un'interazione di sguardi, di speranze, di corrispondenze mute ma tanto significative. Pur consapevole delle cento, mille creature irachene sofferenti e bisognose di cure, si è dedicata subito all'ardua impresa di portare in Italia la bambina per le cure di cui necessita, anche se rattristata dalla consapevolezza delle molteplici necessità a cui non poteva far fronte.

"Non puoi vuotare il mare con un cucchiaio, Fulgida, d'accordo che i bambini bisognosi sono tanti, ma già portarne una da noi è una conquista" - le abbiamo detto, e così, incoraggiata e determinata come sempre, ha cercato i contatti giusti, rivolgendosi all'ambasciata italiana a Baghdad, dove l'ambasciatore Maurizio Melani ha attivato procedure speciali d'urgenza e di semplificazione burocratica per far entrare in Italia Fatma e la mamma, Parwan Hassan Akbar. Intanto il dott. Giovanni Palazzi del reparto ematologia del policlinico di Modena accettava di farsi carico della situazione e procederà a un trapianto di midollo.

"E' importante, -conclude Fulgida- che i volontari di IPB Italia si sentano protetti e sentano vicine le istituzioni in questi momenti di impegno per la solidarietà e la pace in luoghi ad alto rischio per la loro incolumità. La ricompensa per loro sarà il sorriso di Fatma e capiranno ancora una volta che chi salva una vita salva il mondo"

di Lucia Baldini (giornalista)

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