Quei parlamentari che non hanno letto la risoluzione dell'ONU e che approvano la guerra
Gli italiani non vogliono questa guerra. Il 60% si dichiara contrario in un sondaggio dell'Ipsos.
Se questo è vero, quale rappresentatività democratica ha la maggioranza dei parlamentari che ha votato per i bombardamenti sui bunker di Gheddafi?
Questi parlamentari ci hanno consultato prima di votare? Hanno fatto delle assemblee con i loro elettori? L'articolo 1 della Costituzione dice che "la sovranità appartiene al popolo": questi parlamentari che hanno votato per i bombardamenti quale italiani rappresentano? E li hanno ascoltati?
Bersani dice che i missili che andranno a bombardare hanno anche il timbro della Lega. Ma Bersani ha chiesto agli iscritti e elettori del PD se era necessario aggiungere anche il timbro del PD? Dare parere favorevole sui bombardamenti senza consultare la base, per un partito che si definisce "democratico", è cosa su cui evitiamo persino di fare commenti perché è superfluo.
Ma la cosa grottesca è che Bersani nel 2009 ha votato a favore del Trattato di amicizia italo-libico, firmato con Gheddafi (1). Che cosa prevede ce lo spiega il prof. Natalino Ronzitti: "I principi che debbono informare le relazioni italo-libiche sono in buona parte contenuti nella Carta delle Nazioni Unite, cui il Trattato fa continuo riferimento: rispetto della eguaglianza sovrana, divieto di ricorso alla minaccia e all’uso della forza, non ingerenza negli affari interni, rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Il capitolo sui principi si apre con una disposizione che conferma la centralità delle Nazioni Unite e il rispetto della “legalità internazionale”, dizione alquanto inconsueta, ma che può essere interpretata come volontà di improntare le relazioni internazionali ad uno stretto rispetto del diritto internazionale".
Se Bersani riteneva che Gheddafi fosse un massacratore del suo popolo, perché ha votato a favore di questo trattato? Perché ora si mette l'aureola e si scaglia contro un dittatore con il quale è stato firmato un Trattato di amicizia che prevede in non ricorso non solo all'uso della forza ma anche alla minaccia di tale uso?
Ma ciò che è imbarazzante notare è che questi parlamentari evidentemente non hanno letto integralmente la risoluzione dell'ONU n. 1973 sulla Libia, e se la conoscono mentono quando dicono che prevede questo tipo di bombardamenti. Negli studi televisivi invocano la piena attuazione della risoluzione dell'Onu come se essa prevedesse la cacciata di Gheddafi. La risoluzione riconosce invece il governo libico e mai ne mette in dubbio la sua legittimità. Quindi quanto sta avvenendo (bombardamenti su Tripoli, tentativo di eliminare il rais, uccisione di figlio e nipoti) è fuori dalla risoluzione Onu, è un crimine di guerra. Non si può ignorare che la risoluzione Onu 1973 non prevede la destituzione di Gheddafi. Solo dopo un legale processo per crimini contro l'umanita' (e non con un bombardamento illegale) si può richiederne la destituzione (bisogna vedere come attuarla poi, dato che Pinochet è morto nel suo letto).
Una delle cose che fa riflettere è sentire pronunciare disinvoltamente la parola "genocidio". Si citano dati del governo Usa: 30.000 vittime della guerra di Gheddafi. Ma sono dati verificabili? Un esperto come Lucio Caracciolo, direttore di Limes, non crede a tali dati e parla di manipolazione dell'informazione. Gli Usa sono parte in causa e solo fonti indipendenti possono essere prese in seria considerazione. Mentana e altri giornalisti indipendenti ritengono che non ci siano documenti (lo ha sostenuto Mentana recentemente a Ballarò dicendo alla Rai: "fatemi vedere le immagini se le avete").
In questo la maggioranza dei parlamentari, compresi molti dell'opposizione, rischiano di cibarsi di propaganda di guerra, di quella informazione manipolata che surroga l'assenza di informazioni verificabili.
Come al solito le guerre si fanno alla cieca con informazioni che dopo la guerra si scoprono false. Lo è sempre stato.
C'è qualcosa di assolutamente stridente in questa guerra che tutti i giornali chiamano guerra ma che il presidente della Repubblica Napolitano non vuole chiamare "guerra" invocando una sua coerenza con la risoluzione Onu che - come abbiamo visto - prevede il cessate il fuoco e non i bombardamenti su Tripoli.
Se l'obiettivo della risoluzione Onu è il cessate il fuoco, perché questo obiettivo viene accantonato dal leader dei rivoltosi anti-Gheddafi e dalla Nato? Se si punta a uccidere Gheddafi (con quale mandato Onu?) è chiaro che non si persegue il cessate il fuoco e neppure la protezione dei civili: si vuole la guerra a oltranza.
E tutto questo è in forte contrasto con la risoluzione n.1973 dell'Onu che prevede l'uso della forza a protezione dei civili e non allo scopo di far vincere un esercito anti-Gheddafi guidato da leader che sono stati compartecipi dei crimini di Gheddafi e ora sono passati dalla parte della Nato.
Questa guerra puzza di informazione manipolata e di una malattia atavica: l'opportunismo.
E' opportuno stare con la Nato. Anche quando agisce fuori dalla legalità internazionale.
La guerra non è giusta ma, in fondo, può essere utile.
E così via.
Molti parlamentari fanno riferimento a obblighi Nato che non esistono: il dovere di intervento di un membro della Nato scatta solo quanto è attaccato un altro paese membro della Nato.
L'Italia partecipa ma la Germania no. Eppure entrambe appartengono alla Nato.
La maggior parte degli italiani sa che alla base c'è una guerra per il petrolio.
I parlamentari che votano per i bombardamenti lo sanno ma non lo possono dire.
Dicono spesso che così si proteggono i civili.
Nulla di più falso: a farne le spese sono i civili dell'una e dell'altra parte.
"1) Le Parti si astengono da qualunque forma di ingerenza diretta o indiretta negli affari interni o esterni che rientrino nella giurisdizione dell'altra Parte, attenendosi allo spirito di buon vicinato.
2) Nel rispetto dei principi della legalità internazionale, l'Italia non userà, ne permetterà l'uso dei propri territori in qualsiasi atto ostile contro la Libia e la Libia non userà, né permetterà, l'uso dei propri territori in qualsiasi atto ostile contro l'Italia".
Il Trattato è stato approvato con i voti della maggioranza e anche del PD nel 2009 (ed è ancora in vigore).
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