Finalmente libero! Ma per quanto tempo?
A vederlo in fotografia lo si direbbe un omino gracile, un piccolo, anziano frate dal saio troppo grande. Invece Louis John Vitale, meglio conosciuto come Padre Louie, fragile non lo è per niente. Anzi.
Ha appena compiuto 79 anni, 40 dei quali trascorsi a lottare, impegnandosi in azioni di disobbedienza civile nella continua ricerca della pace e della giustizia, e predicando i principi della nonviolenza.
Padre Louie ha una fedina penale chilometrica, è stato arrestato oltre 200 volte. Fino a poche settimane fa era detenuto nel carcere federale di Lompoc, vicino Santa Barbara in California. Era lì da novembre, aveva una condanna di sei mesi da scontare, ed è uscito in tempo per festeggiare il suo compleanno, il 1 giugno.
A Lompoc c’era già stato, fino al luglio scorso, quando era tornato in libertà dopo altri sei mesi di detenzione, sempre con la stessa condanna, sempre per lo stesso reato: “trespassing”, cioè sconfinamento illegale in zona militare, a Fort Benning, Georgia.
E’ un disobbediente Padre Louie, un recidivo, proprio non ci sta ad accettare che negli Stati Uniti d’America esista una scuola per assassini e torturatori. “School of Assassins” viene definita infatti la ex “Scuola delle Americhe” di Fort Benning, dal 2001 rinominata “Istituto dell’Emisfero Occidentale per la Cooperazione nella Sicurezza”. In essa, giovani soldati latinoamericani vengono addestrati alla tortura, imparano tecniche di repressione, di guerra d’assalto e psicologica, di spionaggio militare e tattiche per gli interrogatori. Una volta “diplomati”, questi soldati utilizzano, contro la loro stessa gente, le tecniche appena apprese.
Secondo un dossier a cura del School of Americas Watch, “tra i bersagli della SOA ci sono educatori, organizzatori di sindacati, lavoratori religiosi, rappresentanti studenteschi e tutti coloro che si impegnano per i diritti dei più poveri. Centinaia di migliaia di latinoamericani sono stati torturati, stuprati, assassinati, “fatti sparire”, massacrati e obbligati a fuggire ad opera dei “diplomati” presso la Scuola degli Assassini”.
E’ contro tutto questo che Padre Louie continua a combattere, pagando di persona. Ma non solo. Quest’uomo è anche co-fondatore del Nevada Desert Experience, un movimento pacifista, nato negli anni ’80 in opposizione ai test sulle armi nucleari che iniziavano ad essere condotti proprio in quegli anni. E nel 2009 è finito in carcere anche per questo, perché protestava insieme ad altri attivisti del Movimento contro l’utilizzo di droni in Pakistan da parte delle forze armate USA.
Quando è fuori dal carcere, Padre Louie, insieme allo staff di Pace e Bene, un network internazionale di educazione al cambiamento nonviolento, tiene seminari e workshop nei quali incontra associazioni, comunità, volti, persone, ai quali cerca di far comprendere che “amare i nemici” è l’unica strada. E’ un uomo di fede, soprattutto, Padre Louie. Il tempo trascorso in prigione, che è una grossa fetta della sua vita, è per lui un tempo di grazia:
“Mi trovo in questa piccola clausura – scrive in una delle tante sue lettere dal carcere, alcune delle quali tradotte da PeaceLink, che attualmente sta cercando di avviare una corrispondenza diretta con lui – alla presenza di Dio, alla presenza di Cristo che ha dato la vita per la guarigione e la salvezza di tutti. Mi trovo anche alla presenza di una grande nube di testimoni, alcuni dei quali li vedo raffigurati nelle tante icone che si sono moltiplicate in questa mia cella, doni che ho ricevuto da tante persone da ogni parte: Oscar Romero, Martin Luther King, Dorothy Day, Steven Biko, i martiri di El Salvador, Giovanni XXIII. Tutti quelli che hanno dato la vita per disegnare un mondo più umano. Allo stesso tempo faccio esperienza di una connessione profonda con tutti i miei compagni di prigionia e con coloro che sono fuori da queste mura del carcere, compresi tutti quelli che mi hanno inviato lettere, preghiere e manifestazioni di sostegno.
Nella mia piccola cella vuota, sperimento una crescente consapevolezza della comunione dei santi – e della possibilità di un mondo dove l’abisso della violenza e dell’ingiustizia imposte dalla tortura e della guerra sia colmato e trasformato”.
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Sullo scorso numero del settimanale "Left-Avvenimenti" è stato pubblicato questo articolo, firmato da PeaceLink, sulla protesta di Padre Louie Vitale contro la cosiddetta "Scuola degli Assassini" di Fort Benning, Georgia.9 giugno 2011 - Antonella Recchia PeaceLink scrive a Fr. Louie Vitale
Il 5 maggio scorso abbiamo scritto una lettera a Fr. Louie Vitale, il frate francescano in carcere perché protesta contro la tortura e il nucleare.12 maggio 2011 - Associazione PeaceLink
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