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Il Centro di Ricerca per la Pace di Viterbo con Don Gallo

Le comunita' di don Gallo accolgono persone con ogni tipo di problema di emarginazione, tutti gli ultimi, i piu' deboli, i piu' fragili, tutte le persone con difficolta' che la societa' non riesce ad aiutare e ad integrare.
Laura Tussi8 settembre 2011

 TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 637 del 4 agosto 2011

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it

 Sommario di questo numero:

1. Peppe Sini: Il Parlamento del Reich millenario

2. Sette domande a Marzia Marzoli

3. Sette domande a Barbara Romagnoli

4. Sei domande a Laura Tussi

5. Sette domande a Giulio Vittorangeli

6. Si e' svolto il 2 agosto a Viterbo un incontro di riflessione sulla nonviolenza oggi in Italia

7. Segnalazioni librarie

8. La "Carta" del Movimento Nonviolento

9. Per saperne di piu'

 

4. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SEI DOMANDE A LAURA TUSSI

[Ringraziamo Laura Tussi (per contatti: laura.tussi@istruzione.it) per questa intervista.

Laura Tussi, docente, giornalista e scrittrice. Ha conseguito cinque lauree specialistiche in formazione degli adulti e consulenza pedagogica nell'ambito delle scienze della formazione e dell'educazione. Ha conseguito vari Master di carattere pedagogico. Collabora con diverse riviste telematiche come www.peacelink.it, www.politicamentecorretto.com, www.ildialogo.org Autrice dei libri: Sacro (Emi 2009); Memorie e Olocausto (Aracne 2009); Il disagio insegnante (Aracne 2009); Il dovere di ricordare (Aracne 2010); Il pensiero delle differenze (Aracne 2011); Educazione e pace (Mimesis 2011). Collabora con l'Istituto Comprensivo Prati Desio (Mb) e con diverse riviste di settore, tra cui: Rassegna dell'Istruzione (Le Monnier, Mondadori - Miur), Scuola e Didattica (La Scuola), Education 2.0 (La Nuova Italia), Rivista dell'Istruzione (Maggioli). Cfr. anche l'ampia intervista in "Coi piedi per terra", nn. 291-292]

 - "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Laura Tussi: Per rispondere a questa domanda, riporto un mia lettera pubblicata dal sito www.ildialogo.org: "Marcia Perugia-Assisi. Vogliamo una marcia che si dissoci dalle guerre che violano la nostra Costituzione. [La seguente lettera redatta dalla nostra redattrice Laura Tussi e' stata sottoscritta dalla nostra redazione e dal Comitato promotore della campagna di Obiezione alle Spese Militari che l'ha inviata alla Tavola della Pace - nota redazione de "Il dialogo" -]. Cari promotori della Perugia-Assisi, concorderete di sicuro che qualsiasi guerra e' un crimine contro l'umanita' e che pertanto devono cessare le guerre neocoloniali in Libia e in Afghanistan, anche e soprattutto perche' ammantate di 'ragioni umanitarie' e di 'difesa della liberta''. L'umanita' necessita della smilitarizzazione dei conflitti, del disarmo, della pace, ed e' necessaria l'accoglienza e l'assistenza di tutti i profughi e i migranti, vittime della guerra. Auspichiamo un movimento di protesta dei popoli contro la barbarie per contestare, con l'affissione delle bandiere di pace e con manifestazioni nonviolente, tutte le guerre, sia civili sia, appunto, le cosiddette guerre ipocritamente definite 'umanitarie' o 'di legittima difesa'. Il movimento in favore della pace deve nascere, come e' accaduto in passato, da un sentimento laico condiviso di valori e di credi in cui si rispecchia il pacifismo, l'azione nonviolenta, in una presa di coscienza e di posizione collettiva, ma soprattutto a partire da ogni singolo individuo. L'idea di Pace deve investire la coscienza di ognuno di noi, di ogni essere umano, donne e uomini, in quanto attori e costruttori nel quotidiano e nel presente di contesti di dialogo. Il valore del sentimento globale e mondiale di pace consiste, in primis, nell'osservare e constatare che ogni soggetto singolo, ogni individuo, e' ontologicamente promotore di pace, in quanto essere pensante e comunicativo e raziocinante: la pace negli affetti, il confronto costruttivo nelle relazioni, l'interscambio positivo negli ambiti di lavoro, nelle istituzioni, nella scuola... insomma nell'attualita' del vivere ordinario e di ogni giorno. Passo per passo, momento per momento, ogni persona per la pace diviene creatrice di accordo e conciliazione, fautrice di bene e portatrice intrinseca di valore. Un valore universale e umano che viene calpestato dalle prepotenti decisioni governative, dettate dalle piu' bieche ragioni di stato di qualche "capo di governo", sospinto da volonta' estremamente nazionaliste, da manovre di potenza miranti a conservare, in una logica schiacciante e capitalistica, il potere sul mondo. Il "Dio petrolio" funge da pretesto per queste manovre belliche di menti votate alla follia, ottenebrate dall'arrivismo piu' esasperato, a scapito delle vite umane e della dignita' dell'umanita'. Abbiamo assistito a bombardamenti ed evoluzioni belliche, meglio considerabili come messe in scena di conflitto tra i grandi della terra, che alla fine si spartiscono il bottino, dietro occulte connivenze, a scapito del popolo sottomesso, senza considerazione per il valore dell'umanita' e per l'integrita' della stessa. L'eta' contemporanea, l'era planetaria attuale, esige la risoluzione di esigenze e problematiche ben piu' pressanti delle guerre, che non coincidono con politiche distruttive ed omicide antiumane, o con lo sterminio e sottomissione di un nemico considerato negativo ed inferiore perche' "altro" e "diverso" dal modello di un Occidente supposto emancipato, e presunto essere aperto al progresso. Le questioni pressanti da risolvere e i gravi problemi planetari sono ben altri rispetto alle spietate logiche belliche vendicative, intrise di orgoglio e superbia nazionalista: dalla grave situazione di degrado ambientale del pianeta, alla ricerca di energie alternative, alla risoluzione della fame nel mondo. La globalizzazione economica viene perseguita a tutti i costi, anche con mezzi illegittimi, ma possiede una crepa incolmabile: la crescita della coscienza dell'umanita' intera. La pace e' condivisione di idee, di valori, di opinioni con il fratello, amico e compagno, e' confronto e costruzione di progetti e speranze, di gioie e dolori, di successi e delusioni, e' portare gli uni il peso degli "altri" tramite la tenerezza della dedizione, del dono. La pace e' futuro e sara' promotore ed attore di pace chi gioiosamente raggiungera' la meta della condivisione di ogni alterita' e diversita' nell'altro da noi. Non costruiremo pace se non siamo in grado di trovarci ricchi e importanti gli uni per gli altri, nelle nostre reciproche ed imprescindibili differenze. Le istanze ed i valori sopra richiamati, benissimo espressi dal manifesto di convocazione della Marcia del Cinquantenario, hanno pero' bisogno, per concretizzarsi quale materia di responsabilita' individuale e collettiva, di un esplicito riferimento, da parte vostra, alla necessita' che la nostra Costituzione non venga contraddetta dalle due guerre, che abbiamo citato, in cui l'Italia e' attivamente coinvolta. Sottacere questa realta', come finora voi fate nel modo in cui comunicate, significa, nei fatti, dare una mano a chi si pone fuori dalla legalita' repubblicana e costituzionale; e, nei fatti, tradire la vera volonta' dei marciatori, che ripudiano le guerre, non solo in generale ed in astratto, ma partendo da quelle che violano la Costituzione del Paese cui appartengono ed il cui parlamento eleggono. Siete in tempo per rimettere nei corretti binari l'iniziativa che state organizzando e vi invitiamo capitinianamente a farlo".

- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Laura Tussi: La Marcia per la pace Perugia-Assisi e' un grande evento della storia d'Italia. Sono centinaia di migliaia le persone che in tanti decenni vi hanno partecipato. Possiamo dire che essa e' una palestra di formazione politica, di cittadinanza attiva, un'assemblea itinerante per la pace. Non possiamo permettere che questa storica marcia rischi di diventare una ritualita', una tradizione, un fenomeno di massa strumentalizzato da manovre politiche e partitiche. Quest'anno e' il cinquantesimo anniversario della Marcia, quella voluta da Aldo Capitini. All'indomani della marcia del 1961 nacque il Movimento Nonviolento che percio' nel 2011 compie 50 anni. Capitini volle dare vita al Movimento Nonviolento per avere a disposizione uno strumento utile per lavorare al fine dell'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale a livello locale, nazionale e internazionale. Il primo punto del suo programma e' l'opposizione integrale alla guerra. Dopo cinquant'anni il cammino deve ripassare dall'opposizione integrale alle guerre perpetrate dal nostro Paese in Libia e in Afghanistan. La questione della Marcia Perugia-Assisi e' dirimente, perche' e' li' che si gioca il significato ultimo del nostro impegno. Quando parlo del valore, del significato e del portato valoriale di questa Marcia e purtroppo delle strumentalizzazioni partitiche soggiacenti ad essa, trovo spesso omerta' o i miei argomenti vengono elusi. Ma se vogliamo fare veramente i pacifisti e commemorare Gandhi e Capitini non dobbiamo sottrarci alla responsabilita' che tutti abbiamo nei confronti di tale evento. Altrimenti siamo fantocci nelle mani di una casta politica che ipocritamente spaccia presunti contenuti di pace, antirazzismo, nonviolenza e giustizia sociale.

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Laura Tussi: Personalmente collaboro con molti centri studi e di ricerca per la pace e la nonviolenza, tramite la scrittura, la ricerca e la testimonianza, e penso che si debba puntare a creare maggiormente ponti di dialogo, per intessere reti di relazioni, di collaborazioni e cooperazioni e aprire varchi di speranza in un mondo migliore, oltre gli individualismi e i settarismi.

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Laura Tussi: Il nostro ruolo deve essere di costante Resistenza, per non perdere la capacita' di indignarci. R-esistere oggi significa assumere consapevolezza e avere la capacita' di non essere indifferenti di fronte a tutte le ingiustizie sociali. La Resistenza non puo' essere intesa solo come un evento storico limitato agli ultimi anni della seconda guerra mondiale, ma deve essere soprattutto un atteggiamento e un modo etico e morale permanente di porsi di fronte alle situazioni e agli eventi di rilevanza sociale e politica. Guido Petter - storico, pedagogista e presidente onorario dell'Istituto Pedagogico della Resistenza di Milano - ha sostenuto a questo proposito principi sociali ed etici importanti ed imprescindibili. La memoria non deve essere un vacuo esercizio retorico, ma un processo di accrescimento culturale che coinvolga le scuole in percorsi e processi educativi, formativi, didattici che aprano al dialogo tra culture, tra generi e generazioni: memoria quale fattore propulsivo di consapevolezza dei diritti umani. La Resistenza  deve attivare una coscienza morale ed etica perenne. Il padre costituente Piero Calamandrei, in questo senso profondo intendeva l'espressione "ora e sempre Resistenza". Come anche, in anni piu' recenti, il procuratore Borrelli incitava a "Resistere, Resistere, Resistere". I fratelli Rosselli, prima di rifugiarsi in Francia, dove dopo alcuni anni furono uccisi su mandato fascista, avevano fondato con Gaetano Salvemini, Ernesto Rossi e altri, un giornale clandestino, dal titolo emblematico "Non mollare!"... Resistenza non e' solo memoria del passato, ma linfa ed esercizio del presente, come sostiene anche Moni Ovadia. Il magistrato antimafia Antonino Caponnetto disse: "Ragazzi godetevi la vita, innamoratevi, siate felici ma diventate partigiani di questa nuova Resistenza, la Resistenza dei valori, la Resistenza degli ideali. Non abbiate mai paura di pensare, di denunciare e di agire da uomini liberi e consapevoli". R-esistere oggi significa assumere consapevolezza e avere la capacita' di non essere indifferenti di fronte a tutte le ingiustizie sociali. R-esistere oggi significa avere la capacita' di indignarsi e prendere posizione, ieri contro il fascismo, attualmente contro la corruzione, il malcostume, le mafie, il terrorismo, il razzismo, le guerre; contro il degrado morale, sociale, politico e istituzionale. Hessel, uno dei padri costituenti della Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948, ha scritto recentemente un libro dal titolo "Indignatevi!", che incita a prendere coscienza e posizione. R-esistere oggi significa avere la capacita' di essere responsabili delle proprie azioni ed opinioni, per lanciare ponti di dialogo (Langer), messaggi di pace, per intessere reti di relazioni, per aprire varchi di speranza in un avvenire migliore, per un futuro dove il concetto di pace divenga la forma mentis di tutti i soggetti, di noi donne e uomini: proprio la pace per cui si sono battuti i partigiani antifascisti, perche' la guerra finisse per sempre... questo anno il nostro pensiero non puo' che essere rivolto a Vittorio Arrigoni che era ed e' la forza terrena della lotta contro l'ingiustizia, una lotta pacifica di chi presta la propria voce a chi non ha voce e si esprime attraverso la solidarieta' umana che soccorre chi ha bisogno di aiuto. "Restiamo umani" diceva Vittorio, e noi continuiamo a ripeterlo oggi perche' quella che Vittorio ci ha lasciato e' una eredita' preziosa... Ha scritto Kim Malthe-Bruun, 21 anni, partigiano danese, arrestato, torturato e fucilato il 6 aprile 1945: "Io non sono che una piccola cosa, e il mio nome sara' presto dimenticato, ma l'idea, la vita e l'ispirazione che mi pervasero continueranno a vivere. Li incontrerai ovunque, sugli alberi in primavera, negli uomini sul tuo cammino, in un breve e dolce sorriso. Incontrerai cio' che ebbe un valore per me, l'amerai e non mi dimenticherai".

- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno?

- Laura Tussi: Sono  moltssime; a mero titolo di esempio vorrei segnalare l'iniziativa "Per non dimenticare" in cui sono personalmente impegnata: un progetto che si propone di sviluppare iniziative, documentazione e dibattito sul recupero della memoria storica e sulla tutela dei diritti sociali e civili sanciti dalla Carta costituzionale democratica e dalla Dichiarazione universale dei diritti umani, che ci sono state donate dai nostri padri costituenti, in seguito alla Resistenza partigiana antifascista. Gli incontri culturali del Progetto "Per non dimenticare" sono itineranti e si svolgono nelle scuole e nelle sedi Anpi e Arci, negli ambiti istituzionali, con la partecipazione di testimoni diretti e indiretti della Deportazione, della Resistenza e della Liberazione... Gli incontri a tema sono volti ad approfondire il Progetto memoria storica a Nova Milanese, dal titolo "Per non dimenticare". Il progetto e' stato intrapreso, a partire dagli anni '70, dall'Amministrazione Comunale e dalla Biblioteca Civica Popolare, con la raccolta di videotestimonianze, interviste, biografie e documentazioni inerenti la memoria dei campi di concentramento e di sterminio nazifascisti. Tutto questo enorme materiale documentale e audiovisivo, inerente le deportazioni di civili per motivazioni politiche, e' racchiuso nel sito www.lageredeportazione.org. Nel 2000 la Biblioteca Civica Popolare di Nova Milanese, in collaborazione con l'Archivio Storico della città di Bolzano, hanno realizzato con Rai ducational la trasmissione dal titolo Testimonianze dai Lager; questa trasmissione e' nel sito www.testimonianzedailager.rai.it. Anche l'Archivio Storico dell'Aned della Citta' di Sesto San Giovanni e Monza raccoglie informazioni storiche sugli oltre 44.000 deportati civili, per motivazioni politiche, provenienti da tutta Italia.... Una finestra sul futuro e' stata aperta dal dibattito su "Resistenza e nonviolenza", svoltosi a Nova in occasione del Giorno della Liberazione... Nell'Auditorium Comunale a Nova Milanese (Monza e Brianza) sabato 29 ottobre 2011 si aprira' la nuova stagione del Progetto "Per non dimenticare" con una staffetta benefica di raccolta di fondi a favore delle comunita' del caro amico don Andrea Gallo... Don Andrea Gallo, che sara' ospite principale dell'iniziativa, e' un sacerdote, fondatore e animatore della comunita' di San Benedetto al Porto di Genova e di altri centri di accoglienza; le comunita' di don Gallo accolgono persone con ogni tipo di problema di emarginazione, tutti gli ultimi, i piu' deboli, i piu' fragili, tutte le persone con difficolta' che la societa' non riesce ad aiutare e ad integrare; ricordiamo l'ultimo suo libro, dal titolo "Di sana e robusta Costituzione", edito da Aliberti. Durante l'evento sara' presente anche Emergency.

- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Laura Tussi: Molti istituti di ricerca e movimenti attivi per la pace e la nonviolenza si oppongono con il digiuno, con l'azione nonviolenta, ad una societa' oligarchica e militarizzata, consegnata a rischi inaccettabili nell'interesse di poche caste potenti dei signori dell'atomo, del petrolio e dell'industria bellica. Tutti noi vogliamo che i diritti fondamentali siano garantiti per ogni persona e che i bisogni legati alla vita e alla dignita' umana siano soddisfatti, per una comunita' realmente solidale, per una societa' in cui l'acqua, diritto universale e inalienabile, non sia sottoposta alla logica del mercato e trasformata in fonte di ricchezza privata e pretesto di contese, di violenze e di guerre, come il petrolio. E' necessario contrastare il nucleare che non e' un'energia pulita, al contrario di quello che il governo vuole far credere, per investire, invece, sulle energie rinnovabili, alternative, pulite e sulla frontiera delle innovazioni ecologiche, migliorando cosi' la qualita' della vita in contesti democratici, aperti al dialogo tra le istituzioni, che accolgano le vittime delle guerre e offrano asilo e ospitalita' a tutti i migranti, per creare societa' dove si privilegino principi di saggezza, scelte di pace e percorsi di nonviolenza, nei rapporti tra individui, societa', istituzioni e stati. La guerra imperversa con conseguenze devastanti e massacri quotidiani di cui i canali di comunicazione di massa non fanno integralmente e in modo imparziale menzione. La guerra del colonialismo, dell'imperialismo, delle dittature, dello sfruttamento produce fame, desertificazione, morte e ingenera sempre violenza. La guerra, le connivenze e le complicita' con i conflitti imperialisti hanno privato di sensibilita' la coscienza civile che non reagisce: non si prova piu' orrore, sdegno e vergogna. La violenza diventa abitudine. Gli attivisti dei movimenti in favore della pace, del disarmo e della nonviolenza continuano a resistere, portando avanti campagne di digiuno, per opporsi alle guerre e alla catastrofe nucleare. Queste iniziative intraprese da singole persone amiche della nonviolenza costituiscono, tutte insieme, un modo per mettersi in gioco personalmente, per assumersi delle responsabilita' e per indicare la strada concreta della nonviolenza e della pace, per uscire dalla follia, dal baratro senza fine dei conflitti bellici e dell'era del nucleare. Vogliamo la pace come umanita' che si deve riconoscere una, plurale e solidale, concretamente esistente nei singoli esseri umani tutti uguali per diritti e dignita' e differenti per caratteri, propensioni e opinioni, nell'umana convivenza, nella comune responsabilita', nella reciproca solidarieta' di cui ogni persona e' promotrice. La pace e' un processo lungo di preparazione e meditazione dei popoli. La pace e' una forma mentis che deve investire ogni essere umano nelle proprie scelte e predisposizioni. Ringraziamo tutti gli amici della nonviolenza che giorno dopo giorno si impegnano per un ideale: la pace. Sono moltissimi le amiche e gli amici della nonviolenza che hanno aderito al digiuno promosso dal Movimento Nonviolento dal marzo al giugno 2011 "per opporsi alla guerra e al nucleare"; c'e' stato chi ha digiunato anche se malato in ospedale, e chi, non potendo aderire per vari motivi, lo ha fatto spiritualmente: si e' digiunato in ogni parte d'Italia, da Trieste a Palermo, da Torino a Venezia, da Verona a Bari.

 

 

Note: http://www.youtube.com/lauratussi

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