Pace

Lista Pace

Archivio pubblico

Tranne poche eccezioni, il movimento pacifista non ha reagito colpo su colpo alle bugie di guerra

Libia, una sconfitta bruciante

Sul web non è stata fatta controinformazione ed è prevalsa una grave pigrizia, nonostante in molti dispongano di un collegamento Internet 24 ore su 24 e possano fare veloci ricerche su Internet
3 novembre 2011

Guerra in Libia: una sconfitta bruciante

 

Sul web non è stata fatta controinformazione ed è prevalsa una grave pigrizia, nonostante in molti dispongano di un collegamento Internet 24 ore su 24 e possano fare veloci ricerche su Internet

 

Bandiera della Pace

Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano della loro segretezza. Portate alla luce del giorno questi segreti, descriveteli, rendeteli ridicoli agli occhi di tutti e prima o poi la pubblica opinione li getterà via. La sola divulgazione di per sé non è forse sufficiente, ma è l'unico mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri”. Questo scriveva il grande giornalista Joseph Pulitzer. Ma durante la guerra in Libia noi abbiamo svelato l'inganno e il trucco? Come mai ha preso piede un'imponente informazione manipolata? Nell'era di Internet non avrebbe potuto diffondersi se i manipolatori avessero avvertito il fiato sul collo dell'intera comunità web.

 

Purtroppo la guerra in Libia ha segnato la più bruciante sconfitta del movimento per la pace. Bisogna prenderne atto. Dobbiamo capire cosa è successo. Qui cercherò solo di analizzare il web. Durante il conflitto si sono diffuse infinite bugie di guerra che hanno conquistato il web senza incontrare resistenza. Senza una controinformazione da parte dei siti web pacifisti. Se si faceva il “giro del web”, si scopriva che i siti della “nostra area” erano per buona parte non aggiornati. Alcuni neppure riportavano che eravamo in guerra con la Libia! Occorreva ribattere colpo su colpo, smentire ogni falsa informazione in tempo reale, cioè in giornata, sapendolo fare, ovviamente. Tutto questo è mancato, se si fa eccezione per alcune limitare aree di resistenza critica, animate soprattutto dalla giornalista Marinella Correggia.

 

E' circolata l'idea che una volta iniziata la guerra non ci fosse nulla da fare. Invece il potere che ci sovrasta sa di essere permeato di bugie e teme di essere ridicolizzato. Leggete qui. Il ministro degli Esteri Frattini il 21 marzo 2011 ha dichiarato: "In Libia non ci deve essere una guerra, ma la piena implementazione della risoluzione 1973 Onu. L'Italia ha accettato di fare parte della coalizione internazionale proprio per fare rispettare il cessate il fuoco, fare fermare le violenze e proteggere la popolazione". Il segretario del PD Bersani lo stesso giorno al TG1 ha espresso "il sostegno all'Italia strettamente nei limiti della risoluzione, che non prevede la guerra, che non prevede l'abbattimento del regime di Gheddafi". Era così difficile smontare queste bugie? No, per nulla. Eppure non lo abbiamo fatto. Basta cercare su Google con pazienza e annotarsi le bugie.

 

Diciamola tutta: molti pacifisti hanno pigramente delegato ad altri il compito di ricercare. Controllare è faticoso. Occorreva passare settimane e settimane a verificare le notizie manipolate: erano la stragrande maggioranza. Anche Rainews ha passato informazione manipolata. Controllare le bugie di guerra richiede ore per confrontare e cercare le fonti. Alla fine si scoprono le incongruenze. Molti questa cosa non l'hanno fatta. E così la propaganda di guerra è passata.


Pur avendo il computer collegato a Internet per 24 ore al giorno, quanti hanno dedicato qualche ora per fare controinformazione?

E' assurdo. Non c'è giustificazione: ci siamo macchiati di una responsabilità orrenda. Potevamo fare e non abbiamo fatto. Gli stessi strateghi della guerra mediatica si sono stupiti della nostra pigrizia. E hanno vinto a tavolino.

Alessandro Marescotti

www.peacelink.it

Note: Questo articolo è stato pubblicato sul mensile Mosaico di pace www.mosaicodipace.it

Articoli correlati

  • Migranti, vittoria per la Ong tedesca Sos Humanity
    Migranti
    PeaceLink accoglie con entusiasmo questa vittoria e continuerà a dare voce ai diritti dei migranti

    Migranti, vittoria per la Ong tedesca Sos Humanity

    La magistratura condanna il governo italiano per il fermo illegale della nave di soccorso della Ong. Il giudice stabilisce che la Humanity ha agito in conformità al diritto internazionale soccorrendo i migranti in mare e che la Libia non è un porto sicuro per i migranti.
    Redazione PeaceLink
  • Per i diritti di Hannibal Gheddafi si muove anche Human Rights Watch
    Pace
    Il figlio di Muhammar Gheddafi è in carcere in Libano

    Per i diritti di Hannibal Gheddafi si muove anche Human Rights Watch

    “La detenzione preventiva e arbitraria di Hannibal Gheddafi con accuse false mette in ridicolo il già teso sistema giudiziario libanese", ha dichiarato Human Rights Watch. "Le autorità libanesi hanno esaurito da tempo ogni giustificazione e dovrebbero rilasciarlo".
    17 gennaio 2024 - Marinella Correggia
  • Appello per Hannibal Gheddafi detenuto da sette anni senza processo
    Pace
    All’ambasciatore della Repubblica del Libano in Italia

    Appello per Hannibal Gheddafi detenuto da sette anni senza processo

    Rimanere in carcere senza processo è una violazione dell'articolo 10 della Dichiarazione universale dei diritti umani. In assenza di processo e di imputazione specifica, una persona non può essere tenuta in carcere dal 2016.
    2 luglio 2023 - Associazione PeaceLink
  • Azione pacifista per contestare i 100 anni dell'Aeronautica Militare
    Pace
    A Gallarate azione davanti a sette scolaresche

    Azione pacifista per contestare i 100 anni dell'Aeronautica Militare

    In provincia di Varese, durante una celebrazione dei 100 anni dell'Aeronautica Militare Italiana, alcuni attivisti hanno esposto degli striscioni con su scritto "non c'è niente da festeggiare". Ecco il video di PeaceLink
    24 maggio 2023 - Redazione PeaceLink
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.26 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)