Pace

Lista Pace

Archivio pubblico

Gaia, per l'Ecologia e la Nonviolenza: da Tolstoj alla Tavola della Pace

Il Cammino della Saggezza

Gaia, Rivista edita dall'Ecoistituto del Veneto "Alex Langer", propone percorsi di Pace e progetti di dialogo contro la guerra in Libia, in opposizione a tutti i conflitti armati attuali, passati e futuri, contro tutte le cosiddette e surrettizie "missioni umanitarie di pace" e "operazioni militari chirurgiche"
Laura Tussi9 gennaio 2012

Lettera di Peacelink (Presidente Alessandro Marescotti)alla Tavola della Pace (Presidente Flavio Lotti)

LIBIA: UNA GUERRA VERGOGNOSA

http://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.org/cultura/Recensioni_1326135503.htm

Caro Flavio Lotti,

ho provato a telefonarti. Ti scrivo e condivido in rete queste poche parole, spero sensate. Comunque scritte con il cuore e con sincerita'. L'epilogo vergognoso di questa vergognosa guerra richiede a mio parere una netta presa di distanza da parte della Tavola della Pace. Come sai sono un docente e ti scrivo dalla mia aula scolastica, fortemente colpito dalle reazioni dei miei studenti di fronte alla fine di Gheddafi. Ne abbiamo parlato poco fa in classe. Ti scrivo dopo aver toccato con mano come i miei studenti - che hanno partecipato alla marcia Perugia-Assisi e al momento formativo di Bastia Umbra - siano stati in gran parte convinti dai mass media che questa fosse la degna fine della guerra e del dittatore. Il disastro educativo - perche' di disastro si tratta - e' enorme. Ma non irreparabile. Ho ascoltato frasi che mai avrebbe detto un ragazzo se la Tv non lo avesse abilmente istigato a stare dalla parte dei carnefici. E quando oggi si usa la parola 'dittatore' tutto diventa lecito. Del resto le guerre coloniali italiane non furono promosse allo scopo dichiarato di eliminare la schiavitu' in Africa? Una mentalita' che pensavo cancellata risorge e vedo nelle parole dei miei ragazzi una barbarie non loro. La barbarie non nasce spontaneamente nei ragazzi. Non possiamo proporre alle scuole l'educazione alla pace e assistere al suo scempio, ad opera di un imbarbarimento della comunicazione. Il disastro mediatico e' di proporzioni mai viste e colpira' al cuore il nostro progetto pedagogico. Anzi: lo ha gia' colpito. Ma non lo ha affondato. La falla da riparare e' spaventosa. Siamo in balia di un mix di valori talebani e perbenismo della Nato che convivono in un'apoteosi della "guerra giusta" (quando mai se ne e' combattuta una sbagliata?). La scuola e l'educazione hanno perso il controllo della situazione perche' dopo ore di immagini di "guerra giusta" cosa possiamo aspettare che rimanga nella mente dei ragazzi e purtroppo anche dei loro docenti? A che e' servito marciare per ricordare Capitini se poi i ragazzi vedono torturare Gheddafi senza alcuna immediata presa di distanza di Napolitano e della stessa Tavola della Pace? E cosi' alcuni ragazzi mi hanno detto che quello che era stato fatto "e' troppo poco". Anzi hanno sbagliato per difetto. Perche' Gheddafi "bisognava lasciarlo in vita per fargliene ancora di piu'". Il disastro diverra' irreparabile se non riportiamo in campo la cultura contro la barbarie, la letteratura contro la volgarita', il diritto contro l'abuso, l'etica contro il business, la scienza per la salvare e non per colpire. Lo dobbiamo fare a partire dalla scuola in nome della civilta'. Occorre un forte recupero educativo di fronte a quanto i media - anche quelli 'progressisti' - hanno colpevolmente distrutto in questi giorni. Ormai la politica divora tutto, anche la storia e la cultura, usando la tv come una clava che manda in frantumi il nostro non facile lavoro di insegnanti. Qualcuno dovra' pure dire scusa. E' passato il messaggio che tutto cio' che hanno fatto i vincitori fosse giusto. Non possiamo costruire negli anni valori positivi di nonviolenza per farci distruggere nei giorni un intero progetto di pace e di educazione. Lo tsunami della "guerra giusta" oggi ha annichilito decenni di impegno di educazione alla pace e non possiamo continuare a fare finta di nulla. Bastano dieci minuti di Tv per spazzare via un anno di insegnamento. Basta un rutto, una parolaccia, un grande fratello, una bomba, una tortura esibita in pubblico - il tutto senza commento ma con compiaciuta sete di audience - e il gioco e' fatto. Milioni di euro di spese per la scuola bruciati in poche ore di barbarie sul video. Ore di impegno educativo sbriciolate in un attimo. Il disastro e' avvenuto e se vai a parlare nelle scuole, dai bambini a ragazzi, scoprirai che ti diranno cose brutte, atroci, cose che non avresti mai voluto sentire. Ma ho anche una grande speranza, perche' i ragazzi non sono scemi. E appena si accorgono di essere ingannati si ribellano, cambiano opinione e non difendono le loro convinzioni sbagliate, capiscono di essere stati manipolati dagli adulti. In un'ora di buona discussione - poco fa in classe - ho assistito al dubbio e al cambiamento. Questi ragazzi hanno bisogno di esempi educativi, positivi. Ci guardano. Hanno bisogno dell'esatto opposto di quello che hanno visto. Altrimenti andranno a gettare i sassi dai cavalcavia senza grandi scrupoli di coscienza. La coscienza. Cosi' assopita. Cosi' anestetizzata. Abbiamo osannato come eroi quelli che hanno bombardato l'ospedale di Sirte terrorizzando i feriti, le donne, i vecchi e i bambini: e ci stupiamo se i ragazzi non hanno ideali? Con il silenzioso disimpegno e con l'ignavia di chi avrebbe dovuto dire solennemente "basta" (mi riferisco a Ban Ki Moon, al Papa e a Napolitano) e' avvenuto qualcosa che dovremo raccontare ad occhi bassi come esempio della vergogna internazionale, in una commissione che ristabilisca la verita' in questa guerra. Come monito per il futuro ma anche - perche' no - promuovendo una commissione internazionale di indagine che processi per i crimini di guerra commessi. O noi riusciamo a dire con chiarezza questo o la guerra si ripetera'. Umanitaria e indecente come sempre. Occorre una netta presa di distanza dallo scempio. Le nostre parole dovranno avere la credibilita' di quelle di don Milani e Capitini o noi abbiamo fallito. Dobbiamo dire con chiarezza che questa guerra ha travolto tutti i principi di legalita' e di decenza. Perche' questa guerra ha sodomizzato le coscienze prima ancora di Gheddafi. Dalla scuola dovra' partire un recupero di dignita' e verita'. Spero che condividerai il mio grido di dolore e questo bisogno di speranza. Un caro saluto,

Alessandro Marescotti, Presidente PeaceLink

www.peacelink.it

IL CAMMINO DELLA SAGGEZZA. di Lev Tolstoj

Gandhi Edizioni A cura di Rocco Altieri

Recensione di Laura Tussi, Redattrice PeaceLink, Istituto Comprensivo Via Prati, e Istituto Comprensivo Lev Tolstoj - Desio (Monza e Brianza) “ Il cammino della saggezza” di Tolstoj indica un percorso di vita spirituale, un insegnamento etico e morale, attraverso i più importanti temi e più alti ideali dell'esistenza, dal pensiero alla verità, dalla fede all’anima, dall'amore alla morte, in cui il pensatore elabora concetti tramandati e rievocati da un passato remoto, comunque sempre attuale, orientato a condurre l'umanità in percorsi di proposizione di pace, di comunione solidale e fraterna e di liberazione e affrancamento dalle vanità dell’esistenza. Nell'opera, come in un intenso breviario dello spirito, sono raccolti i pensieri e le massime dei grandi maestri della saggezza di tutti tempi, di ogni luogo e contesto storico, allo scopo di restituire all'uomo moderno confuso, spaesato, alieno dalle autentiche mete dell'essere, il senso più vero della vita, dell'umana condizione esistenziale, realizzando quella lirica osmosi “con la compresenza dei morti e dei viventi” che Capitini riteneva essere una caratteristica precipua di ogni elevata creazione del pensiero umano. “Il cammino della saggezza”, secondo Tolstoj, è finalizzato ad una vita autentica, vera, felice, in cui la persona comprenda la pienezza essenziale dell'esistere, il senso di una condotta basata sui significati ultimi e imprescindibili dell'essere, che travalichino le passioni, oltre gli errori, le superstizioni, i pregiudizi, che inquinano e ingannano la coscienza più genuina, lasciandosi, invece, condurre in un impervio, quanto mai appagante “cammino della saggezza”, dalle dottrine di coloro che furono i più saggi fra tutti i popoli, i cui insegnamenti si sintetizzano nelle basi concettuali, riguardanti le questioni fondanti dell'essere e dell'esistere. L'opera di Tolstoj rivela gli scopi, le finalità della vita umana e la condotta da osservare, non per mero moralismo e spirito puritano e devoto, ma per riconoscere, recuperare e riattualizzare il vero senso dell'umanità, al di là delle grandi orchestrazioni metafisiche, elaborando così pensieri che liberino dalle prigioni anguste del male, dell'egoismo esacerbato, del solipsismo esasperato, dell'individualismo patologico portato all'eccesso e per questo deleterio della libertà altrui. L'Autore fa tesoro dei concetti alti e ultimi del sentire disinteressato prodotto dalla saggezza delle genti e dei popoli per andare oltre l'angusto delle prigioni dell'essere, per liberare l'umanità dalle tentazioni, dalle superstizioni, dai pregiudizi, attraverso le elaborazioni e le creazioni concettuali più elevate dello spirito e le elaborazioni veritiere del pensiero. Il principale ausilio, per l'umanità, nel liberarsi dalle abiezioni, consiste nel potersi unire, in un afflato umanistico, nell'attività del ragionamento, in percorsi spirituali di pace e assenza di violenza, a tutti i saggi e i santi del mondo che sono vissuti in tempi passati e remoti, nella magnifica economia della storia umana, in cui, nonostante l'eclissarsi dei grandi slanci creativi dello spirito, nulla di essenziale va perduto e il flusso e riflusso delle vicendevoli relazioni con i nostri padri, gli antenati, per la trasmissione ai posteri, formano una corrente di saggezza, un fluire umano di valori e significati che arricchiscono le persone e fecondano l'umanità di alti ideali di pace, solidarietà e altruismo, tramite orizzonti e ponti ideali di dialogo, libere reti culturali di relazioni, nell'aprire laici e spirituali varchi di speranza, per favorire prospettive di pace che superino gli odi ancestrali tra popoli, genti e minoranze, oltre le barriere ideologiche, i muri caratteriali, creando così contesti di fraternità, accoglienza, legami e relazioni di idee, nel bisogno di amore per la comunione tra esseri umani, tra donne e uomini in cammino, in ricerca e confronto comunitario, attraverso la forza della verità, per un avvenire migliore.

Note: http://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.org/cultura/Recensioni_1326135503.htm

Allegati

  • GAIA - Il Cammino della Saggezza di Lev Tolstoj- Centro Gandhi, Pisa

    Laura Tussi
    1394 Kb - Formato pdf
    Gaia, Rivista edita dall'Ecoistituto del Veneto "Alex Langer", propone percorsi di Pace e progetti di dialogo contro la guerra in Libia, in opposizione a tutti i conflitti armati attuali, passati e futuri, contro tutte le cosiddette e surrettizie "missioni umanitarie di pace" e "operazioni militari chirurgiche"

Articoli correlati

  • Le origini di PeaceLink e le nuove prospettive della telematica sociale
    PeaceLink
    Intervista a Carlo Gubitosa

    Le origini di PeaceLink e le nuove prospettive della telematica sociale

    Dal giovanile incontro con Alessandro Marescotti, presidente di PeaceLink, ai progetti futuri con il vignettista Mauro Biani. "Insieme agli amici di PeaceLink - spiega - abbiamo lanciato la piattaforma sociale.network, una alternativa alle piattaforme social orientate al profitto".
    12 novembre 2020 - Laura Tussi
  • La fine di un mondo?
    Sociale
    "Non si vede bene che col cuore". Chissà, forse è proprio questo che la nostra Madre Terra vuole?

    La fine di un mondo?

    ... o la fine del mondo? Un dilemma che può trovare soluzione.
    12 marzo 2020 - Roberto Del Bianco
  • Anticorpi
    Laboratorio di scrittura

    Anticorpi

    E' sofferente la nostra Madre Terra, l'organismo vivente che ci ospita. Ma dagli sconvolgimenti epocali di cui da tempo siamo responsabili e testimoni, forse un accenno di speranza c'è, chissà...
    5 marzo 2020 - Roberto Del Bianco
  • Alessandro Marescotti, PeaceLink: a Taranto serve una ecoriconversione e ci sono i soldi per farlo
    Ecologia
    Intervista di Olivier Turquet, Direttore di Pressenza - International Press Agency

    Alessandro Marescotti, PeaceLink: a Taranto serve una ecoriconversione e ci sono i soldi per farlo

    Alessandro Marescotti segue col gruppo PeaceLink di Taranto la vicenda dell’ILVA da tanti anni ed è più volte intervenuto, soprattutto a difendere il catastrofico stato della salute al Quartiere Tamburi e in tutta Taranto.
    30 novembre 2019 - Laura Tussi
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.26 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)