Haytham Manna : la conferenza dell’opposizione ha portato a trovare degli accordi essenziali ma ha fallito sul programma e sul superamento delle contraddizioni
Haytham Manna ha sottilineato come la conferenza sia riuscita a mettere in essere degli accordi essenziali ma sia fallita sul programma, sulla razionalizzazione e sul superamento delle contraddizioni. Ha poi spiegato che l’interesse dei partecipanti era rivolto principalmente alla fissazione di punti d’accordo e non alla coerenza del programma.
Sui risultati della conferenza, l’oppositore responsabile del comitato per il Coordinamento delle forze per il Cambiamento Democratico, Haytham Manna, ha dichiarato all’agenzia di stampa italiana AKI: “penso che oggi noi ci conosciamo molto meglio, conosciamo i reali posizionamenti intellettuali per quanto riguarda certuni, il margine di indipendenza politica di certe strutture e il grado di maturità politica delle parti riunite. Queste sono delle acquisizioni importanti”.
La conferenza è stata caratterizzata da qualcuna delle divisioni in seno alle forze politiche dell’opposizione siriana, ma queste sono state relativamente ben superate anche attraverso la pubblicazione di una dichiarazione finale comune in cui si insiste sul fatto che la soluzione politica in Siria dovrebbe cominciare con la decapitazione del regime, dei simboli della sua autorità e la condanna degli impostori implicati nell’assassinio dei Siriani. La conferenza ha anche fatto un appello per il sostegno al Libero Esercito Siriano (LES- NDT) e ha domandato il ritiro dell’esercito [regolare NDT], che sia tolto l’assedio alle città e la liberazione immediata dei detenuti, come convenuto nella formazione di un futuro stato.
Per quanto riguarda il successo della conferenza in ragione dell’applicazione di misure generali, dell’unificazione dell’opposizione, delle sue opinioni e delle sue azioni, Manna ha dichiarato: “La conferenza è riuscita a mettere insieme cio’ che è stato raccolto e ha messo in opera degli accordi di base, ma ha fallito sul programma, sulla razionalizzazione politica e sul superamento delle contraddizioni”. Manna ha quindi aggiunto: “l’edizione dei testi è stata parzialmente collettiva e la riedizione non è stata fatta perché l’essenziale è stato fissare dei punti più coerenti in un programma razionale. Se leggiamo qualche passaggio insieme, puo’ rivelarsi che siamo all’interno del quadro del Piano di Kofi Annan, e se ne leggo altri, si constata che il cessate-il-fuoco e il ritiro dell’esercito dalle città si faranno dopo la partenza di Assad. Nel patto nazionale per i diritti del popolo curdo e nel programma di transizione, si è riusciti a ottenere il ritiro collettivo della confraternita dei Curdi”.
Sull’importanza della validità dei risultati della conferenza e sulla loro applicabilità nella pratica, Manna ha detto: “Non ne sono convinto per la maggioranza dei paragrafi, ma ci sono certamente dei punti chiave sulla giustizia transizionale e le priorità politiche, civili, economiche e sociali che dovremmo utilizzare in ogni caso e quale che sia il programma concepibile in futuro”.
Sull’ampiezza dell’impatto dell’unità delle visioni dell’opposizione sulla comunità internazionale (in particolare sulla Russia), nell’ora della divisione internazionale esistente nei confronti della crisi siriana, Manna ha dichiarato: “la comunità internazionale, che ha profondamente scosso una delle componenti dell’opposizione, e che, in seguito, è tornata indietro sui suoi propositi, per trovarsi poi perplessa a causa della sua opinione su di noi, non è in misura di dare delle lezioni.”
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