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Anatomia di un’organizzazione paramilitare in Francia: la “Ligue de Défense Juive (LDJ)”

In questo articolo troverete la descrizione delle ultime azioni violente della associazione francese ebraica che si è distinta in Francia per la sua intolleranza e capacità di aggressione fisica di ogni suo (presunto o reale) oppositore
27 luglio 2012
Valeria Argiolas (Linguista, arabita)

In data 11 luglio 2012, in una lettera pubblica indirizzata al Presidente della Repubblica francese e al suo Ministro dell’Interno, l’Ufficio Nazionale dell’Union Juive Française Pour La Paix (UJFP), chiede la dissoluzione formale e di fatto della Ligue de Défense Juive (LDJ), definita nella lettera-comunicato “una delle rare milizie fasciste autorizzate in Francia”[1].

Il 20 settembre 2004 la trasmissione televisiva di France 2, “Complément d’enqûete”, dedicata all’antisemitismo, trasmetteva alcune sequenze dell’allenamento di krav-maga, la tecnica di combattimento dell’esercito israeliano, dei membri della LDJ all’interno di “uno stabilimento protetto dalla polizia francese”[2].

La LDJ si presenta come il ramo francese della Jewish Defense Ligue, creata negli Stati Uniti - e dichiarata fuorilegge negli stessi Stati Uniti e in Israele - nel 1968 da Meir Kahane, un ultranazionalista che sostiene la necessità di un’espulsione di tutti i palestinesi d’Israele e dei territori occupati, divenuto in seguito fondatore del partito Kach in Israele. La LDJ non si dichiara neutrale rispetto alle violenze dei coloni, spingendosi fino al punto d’organizzare dei viaggi nei quali sono sollecitate persone aventi un’esperienza militare. Il 3 settembre 2011 la LDJ metteva sul suo sito l’annuncio seguente: “Viaggio di solidarietà militante in Giudea e Samaria. La LDJ organizza dal 19 al 25 settembre, un viaggio di solidarietà con i nostri fratelli israeliani che vivono sulle terre dei nostri avi in Giudea e Samaria. Questo viaggio è riservato ai militanti che hanno un’esperienza militare: lo scopo di questa spedizione è di prestare man forte ai nostri fratelli di fronte alle aggressioni degli occupanti palestinesi e dunque di rinforzare i dispositivi di sicurezza delle città ebraiche di Giudea e Samaria”. [3]

L’occasione per rinnovare l’urgenza di una richiesta che l’UJFP inoltra presso le autorità e all’attenzione della società civile da diversi anni ormai è stata attualizzata dall’ennesima dimostrazione di forza della LDJ ai danni di alcuni militanti pacifisti a Parigi il 28 giugno e il 5 luglio 2012.

Il 28 giugno Olivia Zémor, presidente dell’associazione EuroPalestina (che preparava la partenza per i territori occupati dell’operazione “Benvenuti in Palestina” dal 23 al 31 agosto 2012) è stata cosparsa di pittura all’olio rossa. Una settimana dopo la LDJ rivendicava l’azione con un video[4]. Il 5 luglio Jacob Cohen, scrittore ebreo marocchino antisionista, ha subito un attacco simile in un quartiere centrale di Parigi. Il quotidiano on line Rue89 il 13 marzo 2012 riferiva di un primo attacco, avvenuto il 12 marzo, della LDJ ai danni di Jacob Cohen durante la presentazione del suo ultimo libro.[5] In un video la LDJ rivendica l’aggressione a Cohen: fra i vari insulti e improperi questi viene definito “kapo” (“i kapo, durante la Shoah, non avevano potuto scegliere. Tu puoi”)[6].

L’UFJP ricorda quindi che “la lista degli attacchi della LDJ contro i militanti per i diritti del popolo palestinese è lunga”, che “alcuni di essi sono stati attaccati anche all’interno delle aule dei tribunali” e che “gli ebrei che si oppongono alle politiche d’Israele non sono risparmiati dagli attacchi, che si tratti dell’ UJFP stesso o di altri militanti.” Il 3 aprile 2012 a Parigi, l’obiettivo della LDJ è stato il militante pacifista israeliano Ofer Bronstein, presidente del Forum International pour la paix, colpito in occasione del primo congresso degli “Amici Francesi d’Israele”.[7]

L’appello dell’UJFP fa seguito a quello del 10 luglio 2012 del Mouvement contre le racisme et pour l’amitié entre les peuples (MRAP)[8] che reitera la domanda fatta al governo francese l’8 aprile 2002... Domanda in cui si chiede la dissoluzione della LDJ in seguito alle “quattro aggressioni perpetrate ai danni della sede nazionale del MRAP, della Fondazione Danielle Mitterand, alle violenze all’aeroporto d’Orly contro alcuni militanti pacifisti e alle minacce di morte contro il presidente dell’ UJFP”. Come ricorda il MRAP, la domanda inoltrata nel 2002 è rimasta senza risposta malgrado la moltiplicazione delle aggressioni: “l’attacco davanti al liceo Janson de Sailly[9], quello contro alcuni militanti del Centre International de Culture Populaire à Parigi, l’aggressione nelle aule del consiglio comunale di Vitry che si apprestava a nominare cittadino onorario Marwan Barghouti”.[10]

Allarmato dai recenti avvenimenti  il 13 luglio 2012  il settimanale Politis prende posizione in favore della dissoluzione della LDJ con un articolo dal titolo “La “Ligue de défense juive” frappe impunément [La Ligue de Défense Juive colpisce impunemente]”[11]. E stila una lista “non esaustiva” dei misfatti di questa organizzazione filosionista francese. Prendiamo spunto da questo articolo per ricordare gli ultimi (in data) avvenimenti che hanno visto coinvolta la LDJ.

Nell’ aprile 2009 alcuni membri della LDJ prendono di mira i partecipanti ad una serata dell’associazione Génération Palestine, organizzata a Parigi. Due simpatizzanti di Génération Palestine si presentano in commissariato per sporgere denuncia per aggressione contro una quindicina di individui  e si ritrovano a passare dalla parte degli accusati. Le due parti in causa si rivedranno in tribunale il 12 giugno 2012 e i militanti della LDJ sono condannati.

Il 3 luglio 2009 la libreria militante Résistance impegnata “contro lo choc delle civiltà, le divisioni etniche, il colonialismo e il razzismo e contro tutte le forme di oppressione, e in particolare quelle subite dal popolo palestinese da decenni” è vittima di un violento saccheggio, accusa la LDJ e ne chiede lo scioglimento[12].  L’aggressione avviene il giorno dopo una conferenza data alla libreria da Mahmoud Suleiman sul tema delle azioni di resistenza nonviolenta contro l’occupazione israeliana. La libreria era stata già attaccata il giorno dopo la sua apertura, nel dicembre del 2006.

Nel mese di aprile del 2011 un commando della LDJ tenta di impedire la proiezione del film Gazastrophe al cinema St. Michel di Parigi. Il commando cerca di di rinchiudere alcuni addetti alla proiezione dietro la cassa del cinema con lo scopo di interrompere la proiezione del film. Dopo aver malmenato un addetto alla proiezione e minacciato di bruciare il cinema il commando ha incollato gli adesivi della LDJ che mostrano un pugno sullo sfondo di una stella di David, e gettato dei volantini definiti dai registi del film, Samir Abdallah e Khéridine Mabrouk, “pieni d’odio” .[13]

Il 5 maggio 2011, nelle aule del comune del XIV arrondissement di Parigi, in occasione di una riunione organizzata dall’associazione France-Palestine, una ventina di membri della LDJ interrompe violentemente la conferenza al grido di “Israele vincerà”. I volantini promettono di non lasciare “riposare” gli antisemiti e comparano l’antisionismo al nazismo. Almeno una persona è rimasta ferita.[14]

L’attivismo di un’organizzazione come la LDJ in Francia, che si presenta come un movimento di autodifesa anti-razzista che si oppone al “terrorismo”, pone diversi interrogativi sul merito e sul metodo delle derive estremiste violente di questo genere di militanza. Non è un caso che siano stati presi di mira dei pacifisti anche di origine ebraica considerati come “nemici del popolo ebraico”. L’equiparazione dell’antisionismo al nazismo e più in generale all’antisemitismo, la banalizzazione e la strumentalizzazione della Shoah sono solo alcuni degli aspetti flagranti della retorica che conforta la LDJ nel suo complesso ideologico. E  contribuiscono a creare un clima che prospera sull’idea che la popolazione di origine ebraica non ha più avvenire in Francia. 



[2] http://www.dailymotion.com/video/x1bhhk_ldj-complement-enquete-france-2-200_sport; France 2 sarà quindi uno degli obiettivi delle azioni della LDJ che ha dato un premio “Disinformazione” - altrimenti chiamato dai membri della LDJ “Premio Goebbels” - all’emittente francese e al suo corrispondente a Gerusalemme, Charles Enderlin. http://www.veroniquechemla.info/2010/08/une-manifestation-calme-pour-remettre.html

[4] http://www.liguedefensejuive.com/la-ldj-rend-visite-a-olivia-zemor-video/

Una breve presentazione del video è fornita dal seguente testo : “Da più di 10 anni ormai la signora Olivia Zemor e la sua associazione CAPJPO-EUROPALESTINE incitano all’odio e al boicotaggio d’Israele in Francia in un’impunità quasi-totale. Malgrado numerosi processi la signora Zemor porta avanti le sue attività illegali e contribuisce a fomentare il clima di odio antiebraico che regna oggi e che ha portato agli attentati di Tolosa. In segno di protesta la LDJ ha cosparso la settimana scorsa la signora Zemor di pittura rossa, colore del sangue delle vittime del terrorismo di Hamas e dei suoi partigiani in Francia. La LDJ continuera a proteggere gli Ebrei e a combattere l’antisemitismo in tutte le sue forme. Antisemiti tremate!”

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