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A proposito della guerra e della comunicazione sulla rete da alcuni giorni circola sulla rete italiana, un’intervista rilasciata da Henry Kissinger : è vera o falsa ?

La bufala di Henry Kissinger che però non è una bufala

“Non stiamo più in una situazione di pace; non stiamo ancora in guerra aperta e dichiarata; ma ormai è troppo tardi e non è più possibile stare in pace per ciò che sta accadendo in Siria: siamo finiti in una situazione di non-pace”.
18 settembre 2012
Sergio Di Cori Modigliani

Parliamo oggi di informazione & media sul web. Si intende la rete italiana.

Negli ultimi giorni ha cominciato a circolare sulla rete italiana, con una gigantesca esposizione anche su facebook, l’intervista rilasciata da Henry Kissinger a un giornalista inglese qualche giorno fa. Data la grave e pericolosa situazione internazionale e considerando il fatto che Kissinger è una personalità politica davvero importante, si trattava di una notizia davvero interessante.
L’aspetto saliente, va da sé, consisteva nel fatto se quella intervista fosse vera o falsa.

Il punto è proprio questo. Così veniamo al post di oggi. (e in regalo avete anche fonti e link, non è una meraviglia?) che consiste nell’affrontare il tema relativo a ciò che è Vero e ciò che è Falso sul web e su come si fa informazione in Italia.

L’intervista è FALSA. E’ una bufala totale. Kissinger non può aver detto cose del genere.
L’intervista è VERA.   Essa è autentica. Sono proprio le parole testuali di Kissinger.

Per la stragrande maggioranza delle persone queste due frasi sono le uniche due possibili, ciascuna delle quali esclude automaticamente l’altra.

Chi si occupa di Teoria dell’informazione sa, invece, che non è così.

Le due frasi possono coesistere. Viaggiano su un binario parallelo.
Tant’è vero che sono “entrambe vere”. Ma queste “2 verità” producono un pericoloso Falso.
Apparentemente un paradosso, in realà sono un sintomo, un segnale, e una prova lampante, del livello degradato dell’informazione italiana. Soprattutto quella che circola sul web, dove la qualità offerta dalla maggior parte di bloggers, siti, portali, quotidiani è di valore quasi nullo perché –a differenza degli internauti di altre nazioni- i gestori italiani sono in maggioranza persone per lo più incompetenti, molto ignoranti nello specifico di cui si occupano, il cui unico fine è raggranellare qualche euro di pubblicità; la loro cosiddetta professionalità è basata sul copia/incolla e sul furto di opinioni altrui. Idee, argomentazioni corroborate, opinioni lucide e solide, informazioni creative, notizie originali, sono davvero un materiale scarso e raro.

Sarebbe davvero una sorpresa se fosse il contrario.
Ancora oggi, gli italiani non si rendono conto del danno provocato da vent’anni di berlusconismo consociativo, una malattia epidemica collettiva che ha provocato e determinato un Vuoto Culturale Perenne. All’interno di questo vuoto, è esplosa la moda del web –per l’appunto “una moda”- e la gente ritiene che la “rete italiana” per il solo fatto di essere rete, non sia italiana, ma partecipi (in seguito a un contagio davvero magico) del risveglio e dell’ evoluzione del resto del pianeta; non è stata incorporata la consapevolezza di essere diventati cittadini di uno stato medioevale, quella consapevolezza che scova le risorse interiori per una sana, robusta e giusta ribellione efficace. La disoccupazione - e l’impossibilità di entrare nel mercato, il cui accesso è bloccato dal fuoco di sbarramento dell’oligarchia partitica consociativa- ha comportato il fatto che molti si improvvisano giornalisti, commentatori, intellettuali, nel nome di una necessaria e obbligata sopravvivenza, senza nessun tipo di pertinenza, preparazione adeguata, tantomeno esperienza, per non parlare della totale assenza di elementi della cultura.

A questo dobbiamo aggiungere, invece, la pattuglia di quelli in malafede, che usano, invece, lo strumento della rete, per fare disinformazione. Approfittano del fatto di trovarsi in un territorio (come quello italiano) dove ormai le esigenze e i bisogni sono minimi, quindi sono tutti facilmente manipolabili, ed è estremamente facile eccitare in rete la gente che, a ondate, segue un ragno oppure un altro ragno, perché non ha le connessioni culturali e gli strumenti per accorgersi che sta semplicemente andando appresso a un filo di bava il cui fine consiste nell’aumentare confusione, paura, ignoranza. Le persone, senza rendersene conto, si sono abituate a ingurgitare per lunghissimi anni tonnellate di idiozie, stupidaggini, sbobbe melense di gossip, frullate con qualche spruzzatina di notiziole raccattate da qualche agenzia di stampa, e quindi ci si accontenta ormai di qualunque cosa. Il livello è molto basso, ed è giusto che sia così.

Oggi,17 settembre 2012 (non dimentichiamolo) non state vivendo in un’Italia post-berlusconiana come –con satanica perversione- vi hanno voluto far credere, anzi. Da questo punto di vista non è cambiato nulla, perché Monti & co. hanno peggiorato il quadro. Tant’è vero che Berlusconi va avanti come un treno, pimpante e tranquillo, e il paese seguita ad affondare nella melma senza che nessuno, nella società civile, abbia dato l’innesco all’unica rivoluzione che avrebbe davvero potuto dare inizio a un gigantesco scossone: quella culturale e comportamentale. Dal punto di vista dell’informazione, la rete, oggi,è molto peggio di un anno fa. Perché i disoccupati, il disagio e la disperazione sono più forti. Osservando il livello di ciò che la rete italiana propone, si capisce come e perché Berlusconi stia sempre al comando delle operazioni di gestione della comunicazione in Italia, e abbia l’abile spudoratezza di tentare l’acquisto anche de La7. Nel senso di “acquisto ufficiale”. Sa comunque che, se non va bene l’acquisto “ufficiale”, andrà bene quello clandestino: se la compra uguale (a nostra insaputa). La sensazione è che l’abbia già fatto con la sua consueta abilità mercantile.
Se non fosse così il quadro generale, non sarebbe comprensibile il fatto che una intervista come questa abbia fatto il giro nel web italiano negli ultimi tre giorni, immessa da una ventina di siti e bloggers e poi dilagata su facebook.

Veniamo alla nostra intervista.

Eccola, così come è stata presentata:  Henry Kissinger:

“Se non riesci a sentire i tamburi di guerra allora devi essere sordo”

NEW YORK – Stati Uniti – Con una notevole ammissione l’ex Segretario di Stato dell’era Nixon, Henry Kissinger, rivela ciò che sta accadendo in questo momento nel mondo e in particolare in Medio Oriente. Parlando dal suo lussuoso appartamento di Manhattan, l’anziano statista, che compirà 89 anni a maggio, con la sua analisi della situazione attuale, è molto più avanti del forum mondiale di geo-politica ed economia.

di Alfred Heinz - Daily Squib (giornale satirico britannico)

“Gli Stati Uniti stanno tenendo a freno Cina e Russia, e l’ultimo chiodo nella bara sarà l’Iran, che è, naturalmente, l’obiettivo principale di Israele. Abbiamo permesso alla Cina di aumentare la sua forza militare e alla Russia di riprendersi dalla sovietizzazione, per dare loro un falso senso di spavalderia, questo creerà un crollo più veloce per tutti loro insieme. Siamo come un tiratore sveglio che sfida l’inesperto a prendere la pistola, ma quando ci prova, è bang bang. La prossima guerra sarà così grave che una sola superpotenza può vincere, e siamo noi gente. È per questo che l’UE ha tanta fretta di formare un superstato completo perché sanno che sta arrivando, e per sopravvivere, l’Europa dovrà essere un unico stato coeso. La loro urgenza mi dice che loro sanno benissimo che la grande resa dei conti è alle porte. Oh quanto ho sognato questo momento delizioso. “

“Chi controlla il petrolio controlla le nazioni, chi controlla il cibo controlla il popolo”.

Il Signor Kissinger ha poi aggiunto: “Se sei una persona comune, allora puoi prepararti per la guerra spostandoti verso la campagna e mantenendo una fattoria, ma devi portare con te le armi, perchè ci saranno in giro orde di affamati. Inoltre, anche se l’elite avrà i suoi ripari e rifugi speciali, deve essere altrettanto attenta durante la guerra, come i civili semplici, perché anche i loro rifugi possono essere compromessi”.

Dopo una pausa di alcuni minuti per raccogliere i suoi pensieri, il signor Kissinger, ha continuato:

“Abbiamo detto ai militari che avremmo dovuto prendere più di sette paesi del Medio Oriente per le loro risorse e hanno quasi completato il loro lavoro. Sappiamo tutti cosa penso dei militari, ma devo dire che questa volta hanno obbedito anche troppo. Resta solo l’ultimo gradino, cioè l’Iran che sarà davvero l’ago della bilancia. Per quanto tempo la Cina e la Russia possono stare a guardare mentre l’America fa il repulisti?

Il grande orso russo e la falce cinese saranno risvegliati dal loro sonno e questo accadrà quando Israele dovrà combattere con tutte le sue forze e le sue armi per uccidere più arabi che può. Se tutto andrà bene come speriamo, la metà del Medio Oriente sarà Israeliano. I nostri giovani sono stati addestrati bene più o meno nell’ultimo decennio sulle console dei giochi da combattimento, è stato interessante vedere il nuovo gioco Call of Duty Modern Warfare 3, che rispecchia esattamente ciò che avverrà nel prossimo futuro con la sua programmazione predittiva. I nostri giovani, negli Stati Uniti e in Occidente, vengono preparati perché sono stati programmati per essere buoni soldati , carne da cannone, e quando gli sarà ordinato di uscire in strada e combattere quei pazzi Cinesi e Russi, obbediranno agli ordini. Dalle ceneri noi costruiremo una società nuova, resterà solo una superpotenza, e sarà il governo mondiale che vince. Non dimenticare, gli Stati Uniti, hanno le armi migliori, abbiamo roba che nessun altra nazione ha, e diffonderemo quelle armi nel mondo, quando sarà il momento giusto.”

Fine del colloquio. Il nostro giornalista viene scortato fuori dalla stanza dal sorvegliante di Kissinger.
Alfred Heinz

Se, come vi hanno fatto credere, questa intervista fosse stata pubblicata in data 14 settembre 2012, allora voleva dire che Kissinger è un deficiente e finiva sulla prima pagina del New York Times, cosa che non è avvenuta. Quindi? E’ falsa?
No. E’ vera.

Il fatto è che

A). Alfred Heinz è il vero nome di Henry Kissinger, non è un giornalista.

B). La cosiddetta intervista è un dialogo con se stesso che lui ha reso pubblico nel novembre del 2010, quando –secondo lui e secondo molte altre personalità attendibili di primissima caratura- è scoppiata la Terza Guerra Mondiale, di cui noi stiamo vivendo la fase Invisibile e di cui, in questi giorni stiamo vedendo i primi echi di quella Potenzialmente Visibile.

Bisogna precisare un aspetto decisivo.

Nel mondo esistono molte personalità importanti di livello pubblico.
Chi conosce gli autentici meccanismi del Potere  sa che tali  indvidui  si dividono in due categorie: i Potenti e gli Utili.
Silvio Berlusconi, Mario Monti, Pierluigi Bersani (tanto per citarne tre presi a caso) sono “Utili” ma non sono affatto Potenti. Affatto. Non contano davvero nulla. Contano quanto contava Sarkozy o Tony Blair.

La definizione di “utile” è molto chiara e precisa, equivale a “intercambiabile”.

Poi ci sono i Potenti, la maggior parte dei quali sono anonimi per la maggioranza dei cittadini. Loro, non sono intercambiabili. Il loro Potere Personale non si esaurisce mai, a meno che non si ammalino gravemente. Vladimir Putin, ad esempio, è Potente.
Anche Henry Kissinger è Potente, se non altro per la sua esperienza.
E’ l’uomo che dal 1968 al 1992, per 24 anni di seguito senza interruzione, ha gestito tutta la politica statunitense relativa al Medio Oriente e all’Asia Minore. Di quelle nazioni, dei loro intrighi, dei loro accordi, delle loro verità, lui sa tutto. Proprio tutto. E’ stato al loro tavolo per diversi decenni.

La notizia VERA (e quindi interessante) sta in ciò “perché a novembre del 2010 Kissinger ha fatto questo giochetto?”

Il che introduce una seconda domanda davvero interessante (ma solo per noi italiani): “Come mai, questa notizia appare in Italia con 22 mesi di ritardo?”.

Che porta a una terza domanda per il sottoscritto interessante. “Come mai, in Italia, dopo 22 mesi viene riproposta alterandola e quindi attribuendogli una valenza, inevitabilmente, diversa e fuorviante?”

Va da sé, neanche a dirlo, che, se fosse stata falsa, sarebbe già stata smentita.

1.) Nel novembre del 2010 c’erano state in Usa le elezioni politiche, le cosiddette “mid-term elections” che dovevano decidere la partecipazione al congresso Usa. Le vinsero i repubblicani che conquistarono (a sorpresa) il senato. Lì iniziarono subito i guai per Obama e per tutti noi. Allora, in quel momento, c’erano tre possibilità:

  • scontro frontale americano tra democratici e repubblicani sull’economia,
  • esplosione dell’euro con gigantesco impatto su tutto l’occidente e rimescolamento delle carte e delle nazioni,
  • la guerra mondiale.

Il punto a era quello voluto da alcuni settori democratici e alcuni settori repubblicani. Non passò. Vinse l’FBI. Uno studio riservato rivelò che c’erano 65% di possibilità di una guerra civile interna con milioni di morti: inaccettabile e impensabile, i rischi erano troppo forti.

L’opzione b era quella voluta da Krugman,Stiglitz e Obama, appoggiata anche da alcuni repubblicani. Far fare soldi ai colossi finanziari scommettendo sulla fine dell’euro, facendolo saltare, accettare il nuovo Sudamerica, accettare l’idea di una nuova Africa anti-cinese e anti-Al Qaeda gestita da Gheddafi che si sarebbe fatto carico di tutta la zona sub sahariana; grazie all’esplosione dell’euro -e conseguente crisi- abbattere il regime corrottissimo indiano, spostando gli investimenti delle multinazionali dall’India al Sudamerica e all’Europa per creare lavoro e occupazione, rilanciando l’economia Usa che ritornava ad essere la locomotiva, con rimpicciolimento del ruolo della Germania e della Cina.

L’opzione c era quella sostenuta dai generali americani, appoggiati dal comando generale della Nato in Europa, dalla Cina, e dal mondo legato al fondamentalismo islamico.

Nel dover pendere una decisione non facile, Obama –come fanno i potenti- si consultò con i suoi “potenti veri” locali, circa un centinaio di persone in Usa. Henry Kissinger era tra questi.

Ma il vecchio leone è uno che conosce i suoi polli. Anche se 87enne (nel 2010, oggi ne ha 89) organizzò le cose a modo suo.

Kissinger abita in un appartamento a Manhattan, New York, in un certo piano di un certo grattacielo. Nel suo piano è l’unico appartamento, con un gigantesco vestibolo all’uscita dell’ascensore, sempre piantonato da quattro guardie dell’FBI, più altri quattro al pianterreno. Il giorno dell’appuntamento (è troppo vecchio per muoversi, ed è anche troppo potente per farlo; se vogliono parlare con lui si va a casa sua; è la differenza tra gli “utili” e i “potenti”) avvertì qualche giornalista amico e un fotografo dell’Associated Press, ai quali venne data la possibilità di sostare davanti alla porta d’ingresso del suo appartamento, tutto qui. In attesa. Di che? Non lo sapevano.

A un certo punto è arrivato il vice-presidente Joe Biden, suo vecchio amico (nonostante uno sia democratico e l’altro repubblicano) che è sbiancato vedendo i giornalisti. Ma non c’era nulla di illegale né di sconveniente. Ha bussato alla porta e invece di vedersi arrivare il cameriere, è stato proprio Kissinger in persona ad aprire la porta, tanto per farsi sentire dai giornalisti mentre diceva l’unica frase divenuta poi pubblica “Carissimo Joe, che piacere vederti! Certo che lì, al Congresso, siete proprio tutti una massa di imbecilli criminali”. Lo fece entrare e i giornalisti furono costretti ad andare via. Kissinger espresse la sua opinione.
Lui era d’accordo con Krugman e Stiglitz. Appoggiava pienamente il punto b che trovava geniale.

Bisogna conoscere le idee di Kissinger. I potenti –a differenza degli “utili intercambiabili”- hanno idee loro, e per quelle si battono, giuste o sbagliate che siano. Per Henry Kissinger, il suo sogno è sempre stato (mai fatto mistero di questo) il “modello nipponico riadattato al territorio statunitense” ovverossia: keynesiano welfare in economia e conservatore in politica, in modo tale da garantire “lo svoluppo e il progresso sociale nel rispetto della tradizione”. Detesta i radicali di sinistra e disprezza Milton Friedman.

Una settimana dopo, Kissinger venne a sapere che era passato il piano c, per una serie di complessi meccanismi di cui, se vi interessa, parlerò in altro specifico post.

Irritato e avvilito per tale idiozia criminale, dal cappello delle sue conoscenze tirò fuori quello che lui riteneva “il più solido tra i pazzi intellettuali in giro per il continente” un economista canadese (in Italia verrebbe considerato di estrema sinistra) di scuola post-keynesiana, docente universitario di Storia Economica e Pianificazione dei mercati, e autorevole presidente del più agguerrito centro studi di informazione geo-politica d’occidente, il Global Research Institute, con sede a Ottawa. (trovate il tutto sotto GlobalResearch.com e il nome dell’economista è Michel Chossudovsky, un vero guru).

Lo invitò a casa sua. Si accorse che le loro informazioni corrispondevano e gli consegnò la famosa intervista che qualche settimana dopo Chossudovsky pubblicò sul suo sito di allora, provocando un gigantesco dibattito durato quaranta giorni, finchè la scure della censura non piombò su tutti quanti nel gennaio del 2011 quando tutte le fonti di notizie geo-politiche del mondo occidentale finirono sotto censura preventiva militare e si poteva comunicare soltanto in privato e con enormi cautele. Il poco che si scriveva e si diceva, allora, non veniva raccolto dalla stampa mainstream. A gennaio del 2011 l’articolo finisce nelle mani di The Guardian, in Inghilterra, che sceglie di non pubblicarlo e decide di passarlo a un giornale politico che si occupa di satira intellettuale, The Daily Squib, che lo pubblica in data febbraio 2011, si aprì allora un enorme dibattito in tutta Europa su questa questione.

Neanche a dirlo, in Italia la notizia non ebbe la diffusione che meritava ma questo è un paese che si trova sotto censura militare ferrea dalla primavera del 2011, con l’intera cupola mediatica mainstream ben asservita agli ordini (in cambio usufruiscono di milioni di euro di sovvenzioni statali pagate con i vostri soldi, con la specifica consegna di parlare di idiozie). Il 19 aprile del 2012, il prof. Chossudovsky ha pubblicato un interessante, succoso e ricco articolo sulla Siria –che trovate sul suo sito- l’unico articolo al mondo nel quale si spiegava che la “crisi siriana è stata organizzata, pianificata e orchestrata dal Fondo Monetario Internazionale; hanno imposto delle manovre economiche di austerità e rigore alla nazione tali da distruggere completamente l’economia del paese, provocando una gigantesca disoccupazione…..” e spiegando come, in realtà, quella che a noi viene tuttora presentata come una guerra civile nata così, a vacca, nel nome di non si sa bene che cosa, sia stata in realtà una rivolta sociale che è nata come protesta sindacale prima, protesta economica poi e infine degenerata nella situazione attuale. . (Vedasi per chi è interessato IMF Syrian Arab Republic — IMF Article IV Consultation Mission’s Concluding Statement, 2006)

Della Siria noi sappiamo poco o nulla, essendone parte in causa. Nell’articolo di aprile del 2012, l’economista canadese racconta come sia stata applicata la “soluzione c”. In una conferenza tenuta a New York una ventina di giorni fa, l’economista ha spiegato “Come confermato dall’ex comandante generale della NATO, Wesley Clark, è stato applicato un piano quinquennale, entro il 2014, per la trasformazione totale dell’intera area del mediterraneo (ndr. Compresi noi in quanto Italia) “[La] campagna quinquennale [include] … un totale di sette paesi, a partire dall’Iraq, poi Siria, Libano, Libia, Iran, Somalia e Sudan” (rilevazioni ufficiali del Pentagono dal generale Wesley Clark da lui stesso confermate in Usa e diffuse oggi, 17 settembre 2012, dal comitato “occupy wall street” a Manhattan, New York).

Insieme ad altri colleghi, economisti e sociologi, il professore canadese ha esposto attraverso la sua fondazione lo stato relativo alla questione “sottaciuta del controllo dei prezzi delle derrate alimentari”; dibattito e argomento da lui presentato insieme ad altre tre persone, potete andare a cercare le loro fonti dirette in rete: Marco Lagi (sta a Bristol e lo trovate su facebook) Zaheerul Hassan e Timon Singh.

Quest’ultimo, sul suo sito (Inhabitat.com) affronta l’argomento che è fondamentale per comprendere l’autentico scenario che stanno costruendo per noi e che noi dovremmo cercare –come possiamo- di disinnescare, quanto meno informando la cittadinanza sulla reale situazione. Eccezionale il lavoro del sito Pakalert Press. com, un sito gestito dalla classe intellettuale pakistana mussulmana, che sta facendo un meraviglioso e nobile e capillare lavoro sia di informazione e di divulgazione che di in-formazione per mussulmani, con l’aggiunta (vera chicca per i gourmet libertari e veri pacifisti) di citare Papa Ratzinger usando la sua illuminata e importante frase “il fondamentalismo, qualunque essso sia, altro non è che la falsificazione della religione”.

Questo sito, così come la classe intellettuale pakistana, è in prima fila, oggi, nel mondo, nel condurre una battaglia civile e libertaria –nel nome di Allah e del Corano- contro il terrorismo, contro il fondamentalismo, per allargare quanto più sia possibile l’antagonismo contro lo spettro guerrafondaio che si sta allargando in maniera sempre più pericolosa. Zaheerul Hassan fa davvero onore alla professione dell’intellettuale e alla figura del giornalista. Da aggiungere che Hassan (noto professionista nel suo paese, famoso e rispettato) ha pubblicato oggi un lungo articolo di geo-politica dando la notizia (da fonte accreditata russa) che Obama è praticamente sotto sequestro dei militari americani e addirittura c’è chi in Usa teme che venga defenestrato prima delle elezioni. E anche lui affronta il problema gravissimo delle derrate alimentari. In Italia di questi argomenti nessuno ne parla. Tanto meno in rete.

Con l’unica eccezione di una cittadina davvero libera, Debora Billi, la quale, in uno dei suoi siti (Petrolio) ha recentemente affrontato l’argomento del cibo e dei suoi prezzi e della sua speculazione e lo ha ripreso oggi su un altro suo sito (Crisis) pubblicando fonti britanniche, notoriamente attendibili, secondo lei pessimistiche: sostengono che entro un anno al massimo ci troveremo ad affrontare una emergenza davvero molto grave nel campo dell’alimentazione, con potenziali scenari sociali davvero pericolosi. Fonti canadesi, sudamericane, e australiane, ritengono che già quest’inverno i prezzi cominceranno a salire molto pesantemente.

Per concludere questo punto, e chiudere sulla questione siriana, cito l’ultima frase di Kissinger (di una settimana fa) va da sé rimbalzata dovunque. Ovviamente tranne che in Italia. Questa sì che è fresca: ”You cant’t make war, any war, in the Middle East, without Egypt, but you can’t make peace without Syria”. (trad.: “Non potete fare la guerra in Medio Oriente, qualunque guerra, senza l’Egitto; ma non potete avere nessuna pace senza la Siria”). Questa sua frase, tradotta dal gergo diplomatico significa. “Non stiamo più in una situazione di pace; non stiamo ancora in guerra aperta e dichiarata; ma ormai è troppo tardi e non è più possibile stare in pace per ciò che sta accadendo in Siria: siamo finiti in una situazione di non-pace”.

L’ideale per ogni mercante d’armi. Il sogno di ogni speculatore finanziario. La grande ambizione di qualunque governo: una formidabile arma di ricatto per costringere le nazioni ad accettare qualsivoglia Legge, qualsivoglia manovra, qualunque forma di decreto, pena l’entrata immediata in uno scenario di guerra vera, non più invisibile..
Comprendere, capire, l’esatto scenario, è utile per lavorare tutti insieme nel tentativo di disinnescare l’atmosfera di guerra che l’oligarchia finanziaria planetaria sta diffondendo su tutto il pianeta..
Il primo passo consiste nel combattere, denunciare e smascherare ogni tentativo, anche infantile, di spingere verso “guerre di civiltà” o ancora peggio “guerre di religione”.

Gli ebrei, i cristiani, i mussulmani, non c’entrano nulla.      Nessuno di loro è responsabile di ciò che sta accadendo.

E chi spinge verso l’odio per gli ebrei, l’odio per i cattolici o l’odio per i mussulmani è un cretino, un imbecille, un irresponsabile o un criminale. A voi la scelta. Forse addirittura tutti e quattro.
Aver presentato l’intervista di Kissinger come una notizia fresca non è né giornalismo né informazione. Poiché il teatro è pericoloso, sarebbe il caso che i dilettanti si astenessero da occuparsi di questioni che ignorano. E per onor di patria mi astengo dal citare i nomi dei siti e delle persone che hanno diffuso tale disinformazione.

2.)  Perché tutto ciò non è stato reso pubblico nel dicembre del 2010 quando si stava verificando? Perché in Europa non se ne poteva parlare, perché era già partito l’ordine e stavano scaldando i motori degli aerei per andare bombardare la Lybia.

Se gli italiani avessero saputo, allora, è molto probabile si sarebbe diffuso malumore, proteste, interrogazioni parlamentari, discussioni e forse l’Italia si sarebbe astenuta. Era meglio che si occupassero delle notti sporcaccione del premier, la cui figura si dimostrò utilissima e preziosa in quel frangente. Non più utile affatto a giugno, a guerra inoltrata e già vinta, quando gli comunicarono l’ordine di defenestrare La Russa perché era d’impaccio e doveva essere sostituito dal comandante generale della Nato, ammiraglio Di Paola, con un totale ricambio della struttura della difesa in Italia. Come regolarmente avvenne il 10 novembre del 2011.

La Russa fece i capricci e si incaponì. Era convinto di essere un “potente”. Si era dimenticato di essere semplicemente un “utile qualunque”. Secondo l’economista canadese l’esplosione improvvisa della crisi finanziaria in Italia nell’estate del 2011 ha avuto come scopo principale quello di militarizzare la nazione come è avvenuto (gli italiani ancora non se ne sono accorti). Tant’è vero che noi, oggi, siamo l’unica nazione di tutto il mondo occidentale ad avere i generali alla difesa. La gente, questo, neanche lo sa. E non ne comprende l’impatto.

3.)  Quella intervista di Kissinger a se stesso esce in questi giorni in Italia come prova di disinformazione e di capacità di manipolazione e alterazione di qualunque notizia in rete.
Non vi è altra ragione.

Ecco perché era importante spiegarne i retroscena.
E’una modalità di terrorismo mediatico subliminale.

Sfogatevi pure su facebook mettendoci tutte le striscette che volete su qualunque argomento e copiate/incollate ogni post che vi pare su qualunque argomento, se non avete un briciolo di idee e di dignità professionale. MA LASCIATE PERDERE TUTTO CIO’ CHE HA A CHE FARE E VEDERE CON LA GUERRA. Se non sapete ciò che state dicendo, se non sapete ciò che state facendo, meglio astenersi. C’è molto disagio in giro, molta disperazione, molta follia, e molti, troppi mercanti. L’Italia è un paese fragile, ormai indebolito, senza nessun parametro culturale, privo di qualsivoglia guida intellettuale, di punti di riferimento solidi e di sostegno. Bisogna essere davvero molto cauti. Non pubblicate e non condividete notizie, fotografie, immagini di scenari di guerra che coinvolgano cristiani, ebrei o mussulmani, senza prima esservi interrogati a lungo su ciò che state facendo. Una fotografia sbagliata, una intervista alterata, una didascalia emotiva non accorta, in questo momento, in Italia, può provocare danni molto gravi. Gravissimi.

Guadagnatevi i vostri euro usando altri settori dell’immaginario collettivo, non questo.
Siate seri, una volta tanto.
E umili nell’approccio.  E molto molto cauti.

Altrimenti, finirete, inevitabilmente, per essere identificati e definiti da chi combatte per la libertà di tutti (se non è di tutti non è libertà) come degli irresponsabili (a vostra insaputa) o come dei mascalzoni a chiare lettere.

Questo è veramente ciò che penso, in questo momento.

 

Sergio Di Cori Modigliani

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