Jalal Talabani, un uomo d’azione e di pace
E’ questo il patrimonio di valori e speranze che Jalal Talabani ha saputo trasmettere al proprio popolo.
Nasce a Koya, a ovest di Sulaimaniya, vicino al lago di Dokan – oggi località turistica – sulla strada che corre verso Erbil. Siamo in prossimità dell’Iran. Il confine che corre lungo i monti Shinerwe, permeabile a possibili infiltrazioni e potenziale focolaio di tensioni.
Avvocato, partigiano indomito, Jalal Talabani nel 1975 fonda il Puk, il partito unitario curdo. Espropria ai latifondisti le terre – lasciando comunque loro quelle sufficienti per le esigenze familiari - per distribuirle ai contadini. Insieme a Massud Barzani – attualmente Presidente del Governo regionale del Kurdistan – sono i leader carismatici che guidano il sogno dell’autonomia politica della regione.
Ecco, questi sono i flash che mi salgono alla mente, quando arrivano le notizie sulla salute del Presidente e gli amici curdi postano su Facebook frasi auguranti una pronta guarigione.
Jalal Talabani e Hero Khan, un uomo e una donna dai sentimenti e dalla volontà forti. Impegnati, dopo la riconquistata libertà, a radicare, nel comune sentire del popolo iracheno, i conquistati diritti in una società da sempre chiusa. Ad alzarne il livello economico. Oggi, con i venti di guerra relegati alle enclavi di Kirkuk e Mosul, il Kurdistan iracheno in particolare è un gigantesco cantiere in itinere. Con i proventi del petrolio investiti in infrastrutture, in una crescita tumultuosa facilitata dalla mancanza di piani regolatori.
Ecco, questa è l’altra immagine che mi viene alla mente. La voglia di partecipazione e la scoperta della ritrovata possibilità di scegliere, che univa quei giovani. Protagonisti del proprio futuro. E’ questo il patrimonio di valori e speranze che Jalal Talabani ha saputo trasmettere al proprio popolo.
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