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Sostegno al patriottismo vero

Non dobbiamo tradire Bradley Manning

3 aprile 2013
Kevin Zeese
Tradotto da Antonella Recchia per PeaceLink
Fonte: Counterpunch - 04 marzo 2013

Bradley Manning libero Mentre ero in tribunale giovedì scorso (28 febbraio, NdT) a Fort Meade per assistere all'assunzione di responsabilità di Bradley Manning come informatore di Wikileaks, mi hanno colpito due cose: (1) la sua profonda intelligenza alimentata da curiosità intellettuale e (2) la sua empatia verso gli altri quando invece molti in guerra perdono la loro umanità.

È stata la seconda volta che ho sentito Manning testimoniare. La prima fu in occasione della sua testimonianza sulla carcerazione preventiva abusiva a cui è stato sottoposto per un anno mentre veniva tenuto in una gabbia in Kuwait e in isolamento in cella a Quantico. Ad oggi l'ho visto tstimoniare per un totale di 15 ore.

La sua testimonianza mi porta a chiedermi cosa sarebbe successo a Bradley Manning se avessimo un sistema educativo decente che comprendesse un'istruzione universitaria accessibile, preferibilmente gratuita, tale da non dover spingere i giovani verso la scelta militare per ragioni economiche? Che cosa avrebbe potuto dare Bradley Manning alla nazione se avesse potuto perseguire i suoi interessi e le sue inclinazioni naturali? Manning si sarebbe arruolato se la nazione fosse stata onesta su come l'Impero USA opera nel mondo?

Ma così non doveva andare. La nazione ha tradito Bradley Manning.

Spero che non saremo anche noi a tradirlo.

Manning ha chiarito giovedì scorso di aver passato i documenti a Wikileaks perché ha visto i gravi problemi della politica estera USA. Problemi che non potrebbero essere più gravi di così: crimini di guerra, comportamento criminale ai massimi livelli fino al Segretario di Stato Clinton, comportamento privo di etica e prepotenza verso altre nazioni.

Il solo obiettivo di Manning era quello di “stimolare un dibattito interno sul ruolo della nostra politica militare ed estera in generale.”* Egli sperava che il dibattito “potesse spingere la società a riconsiderare il bisogno o perfino il desiderio di impegnarsi in operazioni di controterrorismo o di controinsurrezione che ignorano le complesse dinamiche delle persone che vivono quotidianamente nell'ambiente che ne deriva.”

A proposito del video “Collateral Murder” che mostrava il massacro di alcuni civili, tra cui due giornalisti della Reuters, ha detto “Speravo che i cittadini si sarebbero allarmati quanto me per la condotta dei membri dell'equipaggio del team di armi aeree. Volevo che i cittadini americani sapessero che non tutti in Iraq e in Afghanistan erano obiettivi che dovevano essere neutralizzati, ma piuttosto persone che lottavano per vivere in un ambiente simile ad una pentola a pressione in quella che chiamiamo guerra asimmetrica.”

Nel discutere sulle cablature del Dipartimento di Stato Manning vide che gli USA non stavano agendo come dovrebbe agire il “leader de facto del mondo libero” poiché le cablature “documentavano trattative nascoste e attività apparentemente criminali.” Ancora una volta, egli sperava in un cambiamento della politica poiché le “cablature erano un primo esempio del bisogno di una diplomazia più aperta” che evitasse conflitti e risparmiasse vite umane.”

In alcune di queste affermazioni si può cogliere l'empatia di Manning per gli altri esseri umani. L'episodio che l'ha mostrata meglio ha a che fare con i suoi commenti al libro di David Frankel, “The Good Soldier”, dove Frankel descrive un civile iracheno al suolo gravemente ferito al termine del video Collateral Murder. Egli solleva due dita verso il soldato, in chiaro segno di amicizia, mentre chiede aiuto. Il soldato USA risponde sollevando il dito medio mentre l'iracheno muore. Manning si mette nei panni dell'iracheno il cui ultimo gesto è stato un atto di amicizia ricambiato con un atto di inimicizia spietatamente osceno. Manning riconosce che ciò gli "pesa a livello emotivo”.

Manning ha detto chiaramento di essere l'unico responsabile delle sue azioni. “La decisione di inviare documenti ed informazioni alla WLO [Organizzazione Wikileaks] e al loro sito è stata unicamente mia, e mi assumo la piena responsabilità delle mie azioni”. Egli ha descritto le sue conversazioni con un anonimo di Wikileaks ma ha affermato chiaramente che non c'era nessun complotto di spionaggio tra Manning e Julian Assange. La sua affermazione ha reso molto più difficile per gli Stati Uniti perseguire Assange ai sensi della Legge sullo Spionaggio.

É fuori questione il fatto che Manning trascorrera degli anni in carcere. Le dieci accuse per le quali si è dichiarato colpevole la settimana scorsa comportano due anni per ciascuna per un totale potenziale di 20 anni di reclusione. Il governo ha annunciato che che continuerà a perseguire le accuse di spionaggio e di aiuto al nemico che potrebbero condurre ad una sentenza di ergastolo. Questo è abuso di potere da parte del governo. Essi potranno anche riuscire a dimostrare le loro accuse, ma ciò non significa che Manning sia veramente colpevole di quei crimini, e in caso di condanna avremo un altro esempio di leggi scritte per favorire l'azione dell'accusa; un altro esempio di ingiustizia negli Stati Uniti di oggi.

Il giudice Denise Lind ha un bel decoro giudiziario in tribunale e dimostra di avere piena padronanza dei dettagli delle procedure e della legge. É una figura impressionante del panorama giudiziario, ma finora, quando ci sono state dispute tra Manning e il governo, ha teso a marcare la differenza, dando sempre un po' di più al governo. Per 25 anni è stata in servizio nel Judge Advocate General’s Corps [la branca legale di tutte le forze armate degli Stati Uniti d'America, NdT], quattro da giudice. Lei è il prodotto di un sistema che non prevede la denuncia, che non esce dalla catena del comando e considera l'attenersi agli ordini uno stile di vita. Farà quello che ritiene sia giusto nel considerare il caso Manning, ma dubito che ciò somiglierà alla giustizia per quelli tra noi che sostengono Manning.

Come possiamo evitare di tradire Bradley Manning?Il sostegno costante attraverso il Bradley Manning Support Network continua ad essere essenziale ma, più di questo, è necessario fare tutto ciò che è possibile per diffondere le informazioni fatte trapelare da Bradley e lavorare per creare un dibattito nazionale su una politica estera che è seriamente fuori pista.

Questo sarà uno sforzo a lungo termine, e mentre perseguiamo quest'opera, non dovremmo mai dimenticare questo ragazzo che ha messo in prima linea la sua vita e la sua libertà per lasciare intravedere al mondo com'è fatta la politica estera degli Stati Uniti, una persona che è stata tradita da una nazione che parla tanto di preoccupazione per i giovani ma non fa abbastanza per loro. Adesso sta a noi raccogliere i materiali che Bradley ha fornito e lavorare per creare il mondo migliore di cui abbiamo bisogno e che lui ha cercato, patriotticamente, a suo modo.

 

* Tutte le citazioni sono tratte dalla trascrizione della testimonianza di Manning preparata da Alexa O'Brien poiché la corte non ha  rilasciato dichiarazione scritta al pubblico.

Note: Kevin Zeese è un avvocato che fa parte del comitato direttivo della rete di supporto a Bradley Manning, Bradley Manning Support Network (www.bradelymanning.org). E' anche codirettore di It’s Our Economy. Il suo account twitter è @KBZeese.
Tradotto da Antonella Recchia per PeaceLink. Il testo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando la fonte (PeaceLink) e l'autore della traduzione.

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