Pace

Lista Pace

Archivio pubblico

I diritti del popolo eritreo

Attraversare il confine con due bimbi in braccio per giorni. Sognare solo pace e cure per un figlio che non riesce a camminare. In un documentario, le testimonianze, i campi profughi, i racconti di giovani donne, la persecuzione dei rimpatriati
29 ottobre 2013

Una donna eritrea arrivata in un campo profughi

Migliaia di profughi eritrei sono stipati in quattro campi, in Etiopia. A migliaia continuano ad arrivare. C'è chi cerca di fuggire anche da questo, da un futuro incerto per chissà quanto tempo, chi sogna da anni di riunirsi a una persona cara in un paese lontano.

L’Italia, dal novembre 2007, è tra i paesi che rimpatriano forzatamente i rifugiati.   Eppure la situazione drammatica e la violazione dei diritti umani  in Eritrea non hanno bisogno di essere raccontate: documenti, testimonianze, raccomandazioni e Linee guida dell’alto Commissariato delle Nazioni Unite confermano che i rimpatriati, al loro rientro,  troveranno probabilmente il carcere,  torture e in molti casi  la morte. L’Italia sta ignorando la Convenzione di Ginevra, che vieta di rimandare in patria i profughi a rischio di persecuzione per motivi politici.

 Ma in Eritrea ci sono appalti italiani dai risvolti poco chiari, come dimostrano alcune indagini, e il governo intrattiene buoni rapporti con il presidente Isaias Afewerki, ancora al potere dopo  venti anni, in assenza di elezioni democratiche. Chiudere gli occhi e fingere che i rimpatriati non avranno problemi potrebbe non essere casuale.

Per tornare alle tristi immagini di questi giorni, nella speranza di aprire spazi all'umanità ma anche alla ragione, chiediamoci se è proprio la società che volevamo quella in cui i parenti e gli amici delle vittime di un terribile naufragio, avvenuto vicino alle coste di Lampedusa il 3 ottobre scorso, sono confinati in un centro di identificazione durante la commemorazione in ricordo dei loro cari, dopo aver già vissuto anni di dolore, di ansie, di sopraffazioni; una commemorazione organizzata all'improvviso senza informare parenti lontani che chiedevano notizie, senza mostrare il rispetto che pretenderemmo per i nostri cittadini. Eppure il Primo Ministro italiano aveva persino preannunciato funerali di Stato.

A quella commemorazione c'era addirittura chi rappresentava i paesi dai quali le vittime stavano fuggendo. E' talmente ingiusto da sembrare un insopportabile incubo, come giustamente è stato scritto.

E' ora di farsi qualche domanda in più. Soprattutto di non lasciare le risposte alle persone sbagliate.

Un documentario sulle ragioni della fuga degli Eritrei

Documentario dell'associazione "Evolution Media"

Note: Le vittime del naufragio del 3 ottobre
http://www.stranieriinitalia.it/attualita-strage_di_lampedusa._polemica_sulla_commemorazione_delle_vittime_17894.html

Le vere esequie
http://www.lavalledeitempli.net/2013/10/22/lampedusa-le-esequie-funebri-cerano-gia-state/

Archivio PeaceLink
http://www.peacelink.it/cerca/index.php?id_topic=0&q=popolo+eritreo

Gli anni terribili dei "respingimenti"
http://www.famigliacristiana.it/articolo/quegli-profughi-ricacciati-da-gheddafi.aspx

Articoli correlati

  • Minacce di morte a chi difende i diritti dei migranti
    Pace
    Albert, il bollettino quotidiano pacifista

    Minacce di morte a chi difende i diritti dei migranti

    Il monitoraggio del Consiglio d'Europa il 22 ottobre ha segnalato il clima di odio verso i migranti. A conferma di ciò sono oggi giunte le minacce di morte alla giudice Silvia Albano, presidente di Magistratura Democratica, contraria al trattenimento dei migranti in Albania.
    24 ottobre 2024 - Redazione PeaceLink
  • Chiediamo al presidente della Repubblica di sostenere l'ONU mentre i caschi blu sono sotto attacco
    Pace
    Albert, il bollettino quotidiano pacifista

    Chiediamo al presidente della Repubblica di sostenere l'ONU mentre i caschi blu sono sotto attacco

    Il silenzio rischia di essere interpretato come un segno di debolezza o, peggio, di complicità tacita. Il nostro Paese non può permettersi di essere complice del fallimento della missione UNIFIL. Se qualcuno deve lasciare la Blue Line, non sono certo i caschi blu: devono essere le forze israeliane.
    10 ottobre 2024 - Redazione PeaceLink
  • I caschi blu italiani sono in pericolo ma il presidente Mattarella rimane in silenzio
    Pace
    Albert, il bollettino quotidiano pacifista

    I caschi blu italiani sono in pericolo ma il presidente Mattarella rimane in silenzio

    L'esercito israeliano ha invaso il Libano e minaccia i caschi blu dell'ONU intimando di andarsene. Fra caschi blu ci sono anche i militari italiani che hanno rifiutato di ritirarsi. Ma sono rimasti soli: neppure la Meloni esprime solidarietà ai caschi blu in pericolo. E il presidente Mattarella?
    9 ottobre 2024 - Redazione PeaceLink
  • E' stato vietato al segretario Generale dell'Onu Guterres di entrare in Israele
    Pace
    Albert - bollettino pacifista del 3 ottobre 2024

    E' stato vietato al segretario Generale dell'Onu Guterres di entrare in Israele

    Ieri il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz ha dichiarato “persona non grata” il segretario generale dell’ONU António Guterres e gli ha vietato di entrare in Israele.
    3 ottobre 2024 - Alessandro Marescotti
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.21 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)