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Cerimonia di intitolazione a Pio La Torre:

La loro anima cammina ancora

...dall' ex Aeroporto Magliocco (Comiso) per ridare, allo stesso, un nome, quello di Pio la Torre, che alla riconversione dell’aeroporto e alla lotta contro i missili ha creduto molto…
Laura Tussi13 giugno 2014

Cerimonia di intitolazione dell'aeroporto di Comiso a Pio La Torre

La loro anima cammina ancora

di Francesca Piatti

Sono arrivati proprio tutti all’aeroporto, in un nugulo di scorte. Il presidente del Senato Pietro Grasso, simpatico e solido, tipicamente siciliano…. Orlandi il Guardasigilli, Filippo Spataro sindaco di Comiso con tanto di fascia Tricolore. Insieme alle sindachesse e sindaci di vari paesi limitrofi, ciscuno con gonfalone…. insieme a qualche consigliera comunale e altrettante segretarie, agghindate in nero e pettinate da cerimonia…
Poi il Questore, i poliziotti, vari Carabinieri importanti ed una spolverata di agenti in borghese con l’auricolare acceso. Senza dimenticare il Monaco Buddista Morishita della Pagoda per la Pace costruita sulle alture sopra Comiso, Come anche Angelo Nicosi e Salvatore Aiuto, protagonisti fedeli di molti appuntamenti pacifisti. A tarda mattinata arriverà  anche Crocetta…. forse giunto per ultimo per evitare evventuali contestazioni da parte dei No Muos che lo incalzano da sempre…E di fronte, sui tetti delle palazzine Nato abbandonate, i cecchini posizionati e attenti…

Tutti venuti all’ex Aeroporto Magliocco per ridare allo stesso un nome, quello di Pio la Torre, che alla riconversione dell’aeroporto e alla lotta contro i missili che ci sarebbero arrivati ha creduto molto…

Fuori ed al di là delle transenne, appoggiati alle transenne, i vecchi agricoltori Comisani di fianco agli attivisti del No Muos, bellicosi, pronti a fischiare Crocetta e le parole della Presidente Boldrini, assente giustificata. Mentre quelli di Libera agitano le bandiere e i sostenitori del Centro La Torre stanno composti, e le telecamere della Rai sono indaffarate ad intercettare le personalità  in arrivo.

Una breve cerimonia rituale, il messaggio del Presidente della Republica letto dal Sindaco alla presenza commossa di Franco la Torre, e la targa a Pio la Torre viene scoperta mentre la banda locale suona l’Inno dei Mameli. Poi la comitiva si sposta all’interno… I politici vengono assaltati dei giornalisti, avidi di cogliere qualche primizia… mentre il Monaco sorride e parla di pace. E che finalmente accediamo alla saletta allestita al piano superiore per i discorsi vari, dove si intravedono anche i camerieri schierati ed un rinfresco.

Bisogna riconoscere che il Presidente del Senato fà  un bel discorso, ricordando alcuni episodi vissuti con Pio La Torre prima della tragica morte per mano mafiosa. Ricorda quanto sia stato un uomo corraggioso e tenace, che faceva nome e cognome dei mafiosi e di chi li proteggeva. Chiede a chiare lettere la revoca dei vitalizi ancora in possesso dei politici in odore di cosanostra, cosa che piace subito ai giornalisti, avidi di scoop.

Qualcuno nei discorsi ripercorre la storia dell’ex aeroporto Magliocco. Indica le rampe interrate vicine alla pista dove la Nato aveva schierato un arsenale bellico capace di distruggere sei volte il pianeta. Sei volte? Ma non ne sarebbe bastata una soltanto?

I politici, si sà , parlano, e parlano a lungo, amano la propria voce e leggere da foglietti discorsi che nessuno veramente ascolta. Altri colleghi, impassibili attendono. Le Consigliere e le mogli aspettano, come le segretarie con i loro tacchi diciotto, come anche le ragazze in minigonna che il comune ha portato per imbellire l’occasione.

Tra un po’ ci sarà  il rinfresco e poi tutti a casa..!

Fuori, i Comisani e gli attivisti di Libera e del No muos si sono stancati di stare al sole e disertano l’ingresso. Rimane Lo striscione arcobaleno e le auto blu, pronte a partire per raggiungere altri impegni politici.

Ma come appare cambiato davvero questo aeroporto, cambiato dai tempi della nato, trasformato dall’afflusso dei passeggeri, con già  160.000 arrivi già  nel 2014?

Assolutamente no. Nell’atrio cell’ingresso e allestito un teatrino di manichini vestiti in uniforme, uomini di plastica che vegliano come tanti fantasmi, con la scusa di far la guardia ad alcuni reperti archeologici sequestrati a tombaroli locali. Figure cupe che sembrano dire: “Noi militari stiamo ancora qui, questo aeroporto e’ ancora nostro, e non delle famiglie che arrivano con i loro trolley, bambini in carrozzine, turisti stranieri dai calzoncini corti, commercialisti con valigette 24 ore”.

L’anima bellicosa dell’aeroporto Militare e là… ancora li, all’erta, che non molla. Come il filo spinato dell’area perimetrale, come le migliaia di palazzine dei soldati Nato oggi fatiscenti ed in disuso, una tegola caduta quà , un disegno capovolto là  in una scuola deserta. Come le strutture di ferro arrugginite e i rifugi interrati dei Cruise, dalle quali si ergevano le testate nucleari per minacciare il mondo.

All’ingresso rimane lo striscione arcobaleno con su la profezia e la promessa del Magliocco. “Oggi di Cartone…. domani di persone.” Ricorda il muro di scatole che era stato costruito al cancello principale quando i pacifisti che erano accorsi a Comiso chiedendo l’arrivo di pacifisti internazionali e nazionale per impedirne la costruzione, il suo potenziale di morte.
Oggi davanti a quello stesso aeroporto lo striscione profetizza  “Aeroporto Pio La Torre Ieri di Cartone , oggi di persone.  Si, le persone oggi che sono venute, e anche il nome di La Torre ha sostituito quello del Generale Magliocco. Fascista e guerrafondaio.

Ma per far si che l’aeroporto diventi di persone, sarà  necessario fare di più. Non bastano i turisti con le loro valigie, il piccolo bar che distribuisce  caffé¨, il noleggio auto, gli adetti della security che eseguono il controllo valigie con i guanti ed il massimo di diligenza.
.
Ci vuole di più. Via quei manichini minacciosi, e che arrivi la vita vera oltre quelle mura. Nelle palazzine deserte, nelle migliaia di stanze, nel cinema e il teatro in disuso, il campo da tennis vuoto, la scuola con i vecchi disegni dei bimbi americani sul muro.

Per sconfiggere l’anima militare ci vuole la vita. Una nuova vitalità  che parta da Comiso, una nuova linfa per la sicilia.
E’ pretendere troppo, chiedere che il tempio della distruzione mondiale diventi una teatro di vita, un tripudio di gente che celebra lo scampato pericolo della distruzione nucleare?

“Ieri di Cartone, oggi di persone”. Lo chiede lo striscione arcobaleno. Lo chiedono le migliaia di pacifisti che anni fa  sono venuti a Comiso per reclamare che questa terra venga restituita alla vita. Lo chiedono, lo pretendono .
Oggi, accanto ai manichini dei Militari all’ingresso, sono presenti anche i pacifisti. Come anche lo spirito di Pio la Torre, la loro anima cammina ancora.

Note: da PRESSENZA - International Press Agency:
http://www.pressenza.com/it/2014/06/anima-cammina/

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