L’umana pochezza pare si giovi dell’esistenza di un creatore
Non ci sono risposte, non abbiamo proposte né suggerimenti. La barbarie ci lascia sempre attoniti. Siamo assaliti dal dubbio su quanto ha prodotto la religione fino ad oggi e su quanto si appresta a produrre. Guerre, odio, sangue. Se la fede significa tutto questo, io non voglio più sentir parlare di cristianesimo, di islamismo e di ebraismo. Sembra essere necessario alla grande maggioranza delle persone un legame di fede con un’entità trascendente. L’umana pochezza pare si giovi dell’esistenza di un creatore. Un creatore che ci lascia da sempre nell’umana pochezza. È poco chiaro il perché questo legame debba essere pubblico e assistito da gerarchie sanguinarie - se non lo sono ora, lo sono state nel passato e questo passato non è stato ancora dimenticato da chi lo ha subito -. Perché la propria fede non può essere esercitata nel chiuso della propria abitazione? Perché questo legame con un’entità superiore deve trovare fratelli nella condivisione solo in coloro che adottano gli stessi segni esteriori? Ma tutte le religioni non predicano la fratellanza tra gli uomini indistintamente? Se è il bene che dobbiamo perseguire, fa differenza se il bene lo indirizziamo ad un fratello che sceglie di non adottare segni esteriori? Oppure il bene è solo quello diretto a chi esibisce una croce, una mezza luna o una stella di Davide? Se la pace dipende dalla eliminazione dei segni esteriori, dalla eliminazione delle chiese, delle moschee e delle sinagoghe. Mi auguro che giunga molto presto questo momento.
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