Pace

Lista Pace

Archivio pubblico

UNIMONDO.org presenta:

UNIMONDO - La scuola che educa alle diversità

Unimondo è una testata giornalistica online che offre un'informazione qualificata sui temi della pace, dello sviluppo umano sostenibile, dei diritti umani e dell'ambiente. Diffonde un'informazione plurale e quotidiana dando voce alle molteplici realtà della società civile italiana e internazionale
Laura Tussi3 ottobre 2015

UNIMONDO - La Scuola che educa alle diversità

La scuola che educa alle diversità

di Laura Tussi

  

Siamo tutti erranti nei nostri errori, nei timori, nello spaesamento quotidiano. Siamo tutti migranti nelle nostre ansie, angosce e paure, alla ricerca di un senso e di un significato per l’esistenza.

  

La scuola, gli insegnanti, i genitori, devono porsi all'ascolto, all'accoglienza, con la responsabilità molto importante di incentivare alla convivenza pacifica e al dialogo interculturale, ponendosi in atteggiamenti di ascolto delle storie di vita intrise di traumi, frustrazioni, insuccessi che il viaggio di migrazione comporta con lo sradicamento da un altrove remoto di tradizioni, lingue e costumi differenti. Occorre estirpare il pregiudizio, sradicare lo stereotipo per prevenire la ghettizzazione, la discriminazione degli immigrati che tendono a isolarsi dal contesto educativo dei paesi d'accoglienza, cercando invece ambiti di interazione tra simili e affini, evitando il confronto e il dialogo con l'altro. Una scuola orientata ad un futuro di pace deve aprirsi al rispetto, all'interazione, all'inserimento, incentivando il racconto e la narrazione reciproca delle storie di vita, raccogliendo e annotando esperienze esistenziali, facendo riemergere difficoltà e frustrazioni, analizzando situazioni e circostanze. L’insegnante è chiamato a trasformare gli atteggiamenti aggressivi e violenti in stimoli relazionali positivi, per far comprendere l'importanza di situazioni di confronto e interazione, in prospettive di dialogo pacifico e rispettoso dell'altro. L'inserimento dell'allievo migrante nella classe deve avvenire gradatamente, tramite un'interrelazione reciproca orientata a situazioni non violente e di accoglienza, in ambiti di discussione e dialogo, dove il conflitto non venga assolutamente concepito come negativo, ma si cominci proprio da esso per approdare a situazioni di interrelazione ed interscambio, perché i comportamenti microsociali riflettono sempre prospettive macrosociali. Dunque, una società votata al razzismo e alla discriminazione produce sempre elementi di discontinuità, di intolleranza nell'ambito sociale più circoscritto, come può essere la scuola, la comunità, la famiglia. Dalla scuola deve propagarsi il monito universale della pace e dell'antirazzismo, contro ogni intolleranza, ogni omofobia e discriminazione, nell'accoglienza reciproca di tutti e di ciascuno, nel rispetto dei problemi psicologici e comportamentali, nella valorizzazione delle diversità, dall'omosessualità alle differenze di genere e a tutte le prerogative interreligiose e le caratteristiche culturali, dove è necessario recuperare riconoscere una personale identità, per poi riparteciparla con la personalità altrui, per incontri vicendevoli che conducano alla comprensione, in un mondo che necessita di pace a livello sociale ed istituzionale, locale e globale.

Un'adeguata politica interculturale deve porsi l'obiettivo di aprire la scuola ai migranti, tramite percorsi di accoglienza, perché l'istituzione formativa è intesa come luogo educativo di accettazione, interazione e dialogo interculturale.

La scuola che apre ai migranti consegna valori di arricchimento tra culture a tutte le generazioni presenti e operative nel contesto formativo. L'umanità nelle diverse latitudini e longitudini spaziali e temporali è sempre stata nomade e itinerante.

In questa prospettiva l'istituzione scolastica è chiamata ad aprirsi allo straniero, al Rom, al nomade, per concepire il concetto dell'erranza come avventura esistenziale di valorizzazione reciproca, di ampliamento delle prospettive culturali ed interculturali, nei vari contesti formativi ed educativi, dove la differenza è sempre apportatrice di novità, di cambiamento, in una prospettiva positivamente rivoluzionaria, nell'ambito del contesto quotidiano dell'educazione. Il migrante apporta sempre un bagaglio di nozioni, lingue e di esperienze molto ricco e variegato, e nell'incontro con la comunità e la scuola di accoglienza, bambini e genitori di tutte le nazionalità si devono sentire reciprocamente coinvolti in processi di cambiamento, in percorsi dialogici caratterizzati da un'osmosi educativa tra diversi, dove l'altro, il più umile, il differente è sempre apportatore di arricchimento valoriale, in esperienze esistenziali remote e recenti, di traumi, sofferenze, cesure e discontinuità della propria storia di vita. Nel viaggio di migrazione, lo straniero ha conosciuto il disagio, la povertà di paesi lontani, di costumi, lingue e tradizioni originarie, che nel luogo di accoglienza, come la scuola possono costituire fattori di interesse reciproco tra allievi.

Purtroppo si assiste spesso ad episodi di intolleranza all'interno delle comunità, a tensioni, liti, conflitti, dove l'altro viene messo da parte, escluso, non accettato, perché anche la società stessa discrimina le differenze sotto varie forme ed aspetti, a livello macrosociale. Risulta difficile riflettere se stessi nell'altro, attivando meccanismi comportamentali pacifici e non violenti di comprensione ed empatia, dove prevale invece l'aggressività e la presunzione di appartenere al gruppo dominante e ritenuto migliore.

Fonte: pubblicato in SCUOLA e DIDATTICA, Editrice LA SCUOLA di Brescia, n. 6 – Febbraio 2013

Note: su UNIMONDO.org:
http://www.unimondo.org/Guide/Informazione-e-Cultura/Istruzione/La-scuola-che-educa-alla-diversita-149572

su ILDialogo.org:
http://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.org/cultura/Recensioni_1423725391.htm

Pubblicato sul portale: ONLUS Docenti senza frontiere - Organizzazione per l'Educazione

Articoli correlati

  • Stop arming Israel
    Disarmo
    Iniziativa promossa da Amnesty International e PeaceLink a Lecce

    Stop arming Israel

    Tutti gli Stati hanno l’obbligo di prevenire i crimini di atrocità e di promuovere il rispetto delle norme che proteggono i civili. È da tempo che la comunità internazionale deve tener fede a questi impegni. Presidio in piazza Sant'Oronzo a Lecce il 7 maggio alle ore 19.
    14 maggio 2024 - Redazione PeaceLink
  • Appello al Governo Italiano e al Parlamento Europeo affinché Ilaria Salis sia liberata
    PeaceLink
    La sua voce è la nostra voce

    Appello al Governo Italiano e al Parlamento Europeo affinché Ilaria Salis sia liberata

    Il caso di Ilaria è un caso politico, di diritti umani, ma anche di memoria, di storia. Come liberi cittadini coscienziosi riteniamo che la libertà sia il valore più alto da perseguire, chiediamo con forza la liberazione di Ilaria Salis. Perché tutte e tutti noi siamo Ilaria Salis.
    29 febbraio 2024 - Dale Zaccaria
  • L'Assemblea Capitolina ha dato la cittadinanza onoraria a Julian Assange
    Pace
    Anche il Comune di Roma, dopo quello di Milano, si è attivato per difendere Julian Assange.

    L'Assemblea Capitolina ha dato la cittadinanza onoraria a Julian Assange

    La delibera dell'Assemblea Capitolina impegna il sindaco Roberto Gualtieri ed è il frutto di una proposta a firma di consiglieri del centro sinistra e del sostegno forte del consigliere Nando Bonessio di Europa Verde
    20 febbraio 2024 - Fulvia Gravame
  • «Occorre chiamare le cose col loro nome»
    Pace
    L’intervista al ministro degli Affari esteri palestinese

    «Occorre chiamare le cose col loro nome»

    Come fermare la guerra? Il ministro Riyad al-Maliki ripone le sue speranze nella comunità internazionale e resta fedele alla soluzione dei due Stati
    20 febbraio 2024 - Daniel Bax e Lisa Schneider
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.15 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)