Sabato 18 Luglio 2015 - THE GANG: spettacolo live
ore 18.00 in Libreria: Presentazione Libro GIOVANNI PESCE. PER NON DIMENTICARE, MIMESIS 2015
con Laura Tussi, Fabrizio Cracolici, Daniele Biacchessi e Tiziana Pesce.
Modera Alessandro Braga di RADIO POPOLARE
"...Ecco l’appello pacifista ed antinucleare di Pesce che possiamo ascoltare dalla sua viva voce nel DVD allegato al libro curato da Cracolici e Tussi:"...Far parte di questa associazione, l'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, che raccoglie e unisce la stragrande maggioranza dei Partigiani significa continuare, attraverso l'attività politica e organizzativa, a difendere gli ideali della Resistenza e a denunciare di fronte all'opinione pubblica gli scandali, la corruzione, quanto sta avvenendo nel nostro Paese, ma soprattutto, attraverso la nostra associazione, lottare per portare a compimento gli ideali della Resistenza. Ma credo che l'attività principale dell'ANPI è quella oggi di far rivivere lo spirito dell'unità antifascista, di far rivivere lo spirito della Resistenza, per impegnare tutte le forze politiche a lottare con più convinzione e denunciare il pericolo di guerra. Una denuncia per coloro che fomentano la guerra, per coloro che attraverso il terrorismo, le bombe, l'energia nucleare, vorrebbero scatenare il terzo conflitto mondiale. Il nostro scopo è soprattutto quello della lotta per la Pace...".In questo appello possiamo ritrovare una consonanza con un altro grande partigiano, Stéphane Hessel, padre costituente della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, di matrice culturale socialista libertaria, il cui messaggio per la verità, ed il suo motto: “la nonviolenza è il cammino che dobbiamo imparare a percorrere”, sono stati giudicati molto più attraenti ed attuali dai movimenti dei giovani “indignati”, che hanno occupato le piazze di tutto il mondo affermando, nella scia delle analisi di Hessel, che “la Nuova Resistenza è la lotta contro la dittatura finanziaria, il conflitto sociale fondamentale oppone l’1% dei parassiti straricchi al 90% della gente comune ovunque, le basi del programma sociale della Resistenza storica sono ancora valide”.Tiziana Pesce mi aiuta ora ad introdurre un aspetto che ritengo molto importante per la definizione della personalità e dell’importanza del padre: la sua abilità di guerrigliero che combatte in modo diverso dall’esercito di tipo tradizionale.“Per ciò che riguarda i gappisti mio padre affermava: "La tattica militare insegna che bisogna colpire il nemico nel punto in cui è più debole, invece la guerra partigiana impone una tattica diversa. Si deve colpire il nemico là dove è più forte e dove può ricevere colpi più duri. Ma si deve sempre colpire con la tattica del mordi e fuggi. Per questo motivo i gappisti, pur essendo pochi, potevano far sentire la loro presenza. Ma per ottenere questo risultato bisognava attenersi scrupolosamente alle regole della clandestinità e vivere in solitudine. Si dovevano scegliere obiettivi politici per creare seri problemi al nemico, ma si doveva stare attenti a non colpire la popolazione civile. Spesso la nostra umanità ci esponeva a rischi maggiori perché cercavamo di distruggere luoghi presidiati dal nemico volendo comunque salvare la vita dei civili"”.La competenza guerrigliera di Giovanni Pesce, che possiamo considerare il “Che Guevara italiano” non solo per il grande coraggio ed ardimento sempre dimostrato ma per la sua capacità di coordinamento generale delle azioni armate, va comunque tenuta in gran conto e ben studiata da parte di chi si propone di progettare, sperimentare, realizzare un modello di difesa sociale difensiva (alternativo a quello professionalizzato e nuclearizzato NATO) non solo per l’Italia, ma per l’intera Europa. Un modello che, per l’appunto, sia conforme allo spirito, ma anche alla lettera, della Costituzione italiana: l’uso della forza militare non deve concernere proiezioni di potenza all’esterno dei propri confini bensì solo respingere aggressioni armate in atto facendo leva soprattutto, di fronte ad eserciti preponderanti, sulla forza dell’unità popolare.Nel processo di transarmo che, ad esempio, gli obiettori alle spese militari propugnano (vai su www.osmdpn.it) si prevede di accrescere gradualmente il peso, fin da subito rilevante, della componente civile rispetto alla componente militare della difesa; che comunque va mantenuta e finalizzata a politiche di pace appoggiate sui concetti fondamentali di “sicurezza umana” e “sicurezza comune”.Nel frattempo deve crescere una difesa popolare nonviolenta (DPN) di base che si sviluppa e si sperimenta nelle pratiche di lotta territoriali (ad esempio la resistenza alle Grandi Opere Inutili e Imposte, che trovano un esempio trainante nei No-TAV della Valle di Susa). La sperimentazione attuale può portare alla Rete di Ambasciate di pace, per una diplomazia popolare di base (un esempio: il sostegno politico all’obiettivo di un Medio Oriente denuclearizzato), o ai Corpi civili di pace, se si vuole intervenire in conflitti esterni con metodo nonviolento.Tutto ciò può poggiare su una “nonviolenza politica e pragmatica” che ha poco a che vedere con campagne mediatiche ed ideologiche in cui si propongono “Dipartimenti istituzionali” non per portare soluzioni concrete a drammatiche situazioni in atto ma semplicemente per “aprire una discussione” su bei principi che il pubblico giustamente non può che recepire come astratti.Per finire va riconosciuto ed apprezzato il prezioso lavoro che i curatori Fabrizio Cracolici e Laura Tussi svolgono nell’ambito del progetto istituzionale dal titolo emblematico “Per non dimenticare”.
Si tratta dell’impegno dei Comuni di Nova Milanese e Bolzano a sostenere un impegno di ricerca collettivo sui temi dell'Antifascismo, della Resistenza e delle Deportazioni.Il Progetto “Per non dimenticare” comprende un archivio storico audiovisivo con oltre 220 videotestimonianze di ex deportati civili per motivazioni politiche (partigiani, obiettori, renitenti, scioperanti, dissidenti di diverso colore politico), deportati nei campi di concentramento e di sterminio nazifascisti.Con Fabrizio e Laura mi trovo a condividere un percorso – delicato e difficile - per coinvolgere l’ANPI e le realtà antifasciste nella cultura nonviolenta: non siamo oggi ai tempi della lotta contro Mussolini ed Hitler (ed il militarismo giapponese), possiamo e dobbiamo impedire con una intelligente strategia preventiva che ci si trovi in uno stato di necessità dove non si agisce affatto ma solo si reagisce, come si fu costretti a fare nell’orribile periodo che anche Giovanni Pesce ci richiama a non far ritornare: dobbiamo combattere politicamente per tempo, con mezzi di pace omogenei a fini di pace, forze e realtà sociali belligene!..."
dalla recensione di Alfonso Navarra
Note:
su Lib(e)roLibro:
http://www.liberolibro.it/f-cracolici-l-tussi-giovanni-pesce-per-non-dimenticare/
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