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Concidenze per un solo grido: No alla mafia, no alla camorra

A volte il destino ci riserva incredibili coincidenze. Come in questo caso: in pochi giorni tre avvenimenti legati a doppio filo.
3 aprile 2004

L'Angelo, il Sogno infranto dalla Camorra. Che noi dobbiamo fari vivere nei nostri cuori. NO ALLA MAFIA, NO ALLA CAMORRA.
22 marzo: 20 mila persone a Gela sfilano nella giornata dell'impegno e della memoria delle vittime di mafia.
28 marzo: migliaia di persone giungono in Campania per ricordare uno dei tanti martiri della lotta alla camorra: il prete scout don Giuseppe Diana. Tra le due date l'ennesimo, tragico fatto di sangue. Una quattordicenne uccisa in un rione di Napoli in uno scontro a fuoco tra boss della camorra. Annalisa Durante aveva 14 anni, come tante altre ragazze sognava un avvenire felice. Aveva soltanto 5 anni meno di me. Il suo volto dolce e sorridente sembrava darle qualche anno in più. Appariva più matura dei suoi 14 anni. Per questo posso quasi dire che eravamo coetanei. E purtroppo una pallottola ha fermato la sua corsa poprio addosso a lei. Uccidendola. Compiendo il solito macabro rito camorristico. Che ha un solo obiettivo: uccidere la vita e i sogni. Come quelli di Annalisa. Al suo funerale le parola del parroco, don Luigi esprimevano il pensiero di tutti quelli che erano presenti: NO ALLA CAMORRA, non ci dobbiamo arrendere al pensiero di morte della camorra. Proprio come diceva don Peppino, come tutti chiamavano affettuosamente don Giuseppe Diana, nelle sue omelie domenicali. E come hanno ribadito i 20000 che hanno sfilato con Libera a Gela. Tantissime persone hanno voluto dare l'ultimo saluto ad Annalisa, urlando la propria rabbia e la voglia di giustizia. Il volto di Annalisa è lì a ricordarcelo: la mafia, la camorra sono sinonimo di morte. Sono il frutto dell'ingiustizia e del disimpegno. Perché per sconfiggerli c'è bisogno dell'impegno di tutti. PERCHE' MAI PIU' CI SIANO TRAGEDIE COME QUELLA DI ANNALISA. Perché il sacrificio di uomi coraggio come don Peppino non siano stati vani. A Gela si è sfilato per tutte le vittime del crimine organizzato. Adesso c'è una vittima in più: l'anno prossimo a fianco di don Luigi Ciotti e di tutti coloro che saranno con lui ci sarà una persona in più a gridare GIUSTIZIA. Quella persona è la mia coetanea, la vittima del nostro disimpegno: ANNALISA DURANTE. Ciao Annalisa. Che lassù, Angelo tra gli Angeli, tu possa trovare giustizia. Presso Dio, dove spero un giorno di poterti raggiungere. Ciao, non addio.

Note: Vorrei ricordare Annalisa con alcuni piccoli pensieri, raccolti da Internet.
"Dio ci ha dato la vita e noi dobbiamo vivere con il sorriso sulle labbra (...), vogliamo la tranquillità, vivere normalmente come voleva Annalisa, di cui ci rimane il sorriso pieno di vita e il suo sguardo felice, spento dalla malvagità di alcuni esseri senz'anima". I bambini delle elementari presenti al funerale.
"Vivo e vivro' sempre,anche se questa vita non e' quella che vorrei io. Ma so che una parte di me sara' immortale e presto andro' in Paradiso".
«Il giorno in cui verrà la fine del mondo, non avere paura perché non sarà altro che Dio che è venuto a prendere i suoi angeli più belli: io e te».
«A un’amica a me molto cara un giorno ho chiesto: perché per essere vivi bisogna vivere? Lei in un giorno di pioggia mi rispose: guarda il cielo, è l’unica cosa più grande di te».
Annalisa, dal suo diario
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