ISTRUZIONI PER UN GENOCIDIO Rwanda: Cronache di un massacro evitabile.
EGA Editore
Un libro denuncia che si legge con un fortissimo senso di inadeguatezza, angoscia, impotenza, ma soprattutto rabbia. Rabbia per qualcosa che si doveva e poteva evitare, ma non lo si è fatto.
Siamo in Rwanda: il paese delle mille colline. Un territorio poco più grande della Lombardia nel bel mezzo di vasti stati africani, paese di foreste pluviali, brughiere ondulate, altipiani ricoperti di savana.
Paese dove ha avuto luogo uno dei più feroci genocidi della storia. Tra il 6 aprile 1994 ed il 19 luglio 1994 furono ammazzati 800 mila tutsi e hutu moderati: un omicidio ogni dieci secondi.
Daniele Scaglione, autore del libro, per quattro anni presidente della sezione italiana di Amnesty International, con l’ausilio di molte fonti di informazione traccia una vera e propria cronaca puntuale di quei giorni sanguinosi.
Giorni di terrore che la maggior parte degli organi di informazione ha voluto ignorare, relegando la tragedia che si svolgeva sotto gli occhi dell’intera comunità internazionale alla tesi di uno scontro tribale folle ed irrazionale.
Scaglione spiega invece come il genocidio dei tutsi da parte degli hutu in Rwanda non si è scatenato per caso, ma è stato il frutto di politiche coloniali che hanno enfatizzato una divisione che all’origine non era etnica, ma piuttosto aveva un significato di casta.
Divisione che poi i governanti hutu hanno esasperato ad arte per creare il nemico tutsi: capro espiatorio di ogni male.
Il libro è una forte accusa, documentata con rigore, rivolta alla comunità internazionale che non ha voluto intervenire per fermare il massacro. Genocidio che si poteva evitare con l’intervento di 5.000 militari.
"Le montagne di cadaveri hanno evidenziato come i paesi occidentali più sviluppati siano ancora legati a una politica estera meschina, incentrata sui propri interessi personali."
L’autore condivide la sofferenza, il profondo sconcerto, senso di impotenza e fallimento di chi come il comandante Dallaire, dei Caschi Blu in Rwanda, chiedeva con insistenza aiuto e veniva metodicamente ignorato e boicottato.
E ricorda come i veri responsabili del fallimento non solo non hanno rivisto le loro scelte, ma sono anche stati confermati o promossi nelle loro cariche e a tutt’oggi nulla hanno da temere.
"Istruzioni per un genocidio" è una denuncia che non si arrende all’orrore.
I fatti evidenziano forti responsabilità di funzionari, dirigenti e capi di governo: le responsabilità personali non devono diventare alibi per denigrare un’intera istituzione quale l’ONU che, seppur con tutti i suoi difetti, ha obbiettivi e basi giuridiche forti e giuste.
Un libro di forte tensione morale scritto perché tutti sappiano e perché tragici errori non si abbiano a ripetere.
(Dal testo è stato tratto il monologo teatrale "La carezza di Dio, Rwanda 1994" scritto da Paolo de Vita e Francesca Zanni. Lo spettacolo, promosso da Amnesty International nell'ambito della sua campagna "Io non discrimino" è stato proposto a Roma e a Milano riscuotendo notevole apprezzamento. In questi giorni verrà rappresentato nella capitale Rwandese Kigali.)
Monica Mazzoleni
Aprile 2004
Istruzioni per un genocidio
Rwanda: cronache di un massacro evitabile
Autore: Daniele Scaglione
Anno di pubblicazione: 2003
Numero di pagine: 256
ISBN : 88-7670-447-7
Formato :14x21 cm
Prezzo : € 12,00
Articoli correlati
- Si è svolta il 9 febbraio a Milano
Denunce e proposte dalla manifestazione per la pace in Congo
La guerra in Nord Kivu ha già fatto in pochi giorni almeno 3.000 morti secondo stime Onu. Occorrono fatti: «L’Ue deve cancellare il protocollo d’intesa sulle materie prime critiche firmato nel 2024 con il Ruanda», un paese che nel sottosuolo non ha queste risorse e le estrae in Congo illecitamente.11 febbraio 2025 - Marinella Correggia - Affari sporchi di sangue
L’ipocrisia della Commissione Europea sul Congo
Il Congo, ricchissimo di terre rare, è devastato da milizie sostenute dal Ruanda, che invadono e saccheggiano il Paese con la complicità tacita delle potenze occidentali. Ma a Bruxelles nessuno parla di "invasori" e "invasi". Nessuna condanna, nessuna sanzione.6 febbraio 2025 - Alessandro Marescotti - Le motivazioni economiche
La guerra come business: il caso del Congo
l governo congolese e le Nazioni Unite - riferisce oggi l'agenzia DIRE - denunciano il coinvolgimento diretto dell'esercito del Ruanda nel sostegno ai ribelli dell'M23. Le motivazioni? L’accesso ai giacimenti di coltan, cobalto e rame, risorse essenziali per l’industria elettronica globale.4 febbraio 2025 - Redazione PeaceLink - La rete denuncia l'atteggiamento dell’Unione Europea, accusata di sostenere il regime ruandese
Goma sotto occupazione: l'appello della rete "Insieme per la Pace in Congo"
Una gravissima violazione del diritto internazionale e dell’integrità territoriale della Repubblica Democratica del Congo. L’occupazione della città e dell’intera provincia del Nord-Kivu – non è casuale: qui si concentra l’80% del coltan mondiale, minerale essenziale per l’industria tecnologica29 gennaio 2025 - Redazione PeaceLink
Sociale.network