Educare al mondo, costruire pace - Festa de L'Unità 2015, Bologna
Educare al mondo, costruire pace - Festa de L'Unità 2015, Bologna
Con Giancarla Codrignani, Fabrizio Cracolici e Laura Tussi. Modera Mauria Bergonzini
Domenica 6 settembre 2015
Ore 18.30
Educare al mondo, costruire pace
Con Giancarla Codrignani, Fabrizio Cracolici e Laura Tussi
Modera: Mauria Bergonzini
Il Dialogo per la Pace. Pedagogia della Resistenza contro ogni razzismo, Mimesis 2015
INTRODUZIONE di Fabrizio Cracolici, Presidente ANPI Nova Milanese e Referente Progetto “Per Non Dimenticare” - Città di Nova Milanese e Bolzano.
Il significato e il valore della memoria storica dell'Antifascismo, della Resistenza e della Costituzione si tramandano tra generazioni. Infatti il direttivo dell’ANPI di Nova Milanese mi ha nominato nuovo Presidente di sezione, affiancandomi al Presidente Onorario Emilio Bacio Capuzzo. Il Partigiano Bacio da anni e tuttora, testimonia, in modalità precise e puntuali, la propria storia resistenziale, nelle scuole, nelle sedi comunali ed ovunque venga richiesta testimonianza, nell’ambito del Progetto “PER NON DIMENTICARE” della Città di Nova Milanese e Bolzano.
Attualmente la situazione di grave crisi strutturale ed economica deve motivare le nuove generazioni ad una forte presa di coscienza e di impegno sociale e civile. L’ANPI vuole essere la casa dove tutti si trovano, si confrontano, discutono su cosa è stata la Resistenza, non solo per far rivivere la memoria, ma per tradurre in pratica contemporanea i valori del passato.
Il movimento resistenziale è stato anche caratterizzato da metodi nonviolenti, come gli scioperi, i sabotaggi, i volantinaggi, e altre forme di resistenza passiva. La difesa popolare nonviolenta, all'interno della Resistenza, è stata scontata dagli scioperanti con le deportazioni nei campi di concentramento e di sterminio nazifascisti, presenti in Italia e in Germania. Grazie agli scioperi del 1943 e del 1944 si è ricostruita l'Unità d'Italia su basi democratiche, con una Repubblica fondata sul lavoro e sulle pari dignità. I nostri Padri costituenti, in seguito alla Resistenza Antifascista, hanno donato al mondo la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e la Costituzione Italiana del 1948. La Costituzione è un progetto da realizzare costantemente, quindi dobbiamo onorare la memoria dei nostri Padri e anche delle nostre Madri partigiane, perché nella Resistenza Antifascista la presenza militante e attiva femminile ha avuto un ruolo prioritario. Quindi è necessario onorare la memoria di coloro che hanno lottato per la libertà, la pace, la giustizia, la dignità sociale e per rendere attuale la Costituzione. L’ANPI è impegnata nella risoluzione dei problemi attuali, per difendere la qualità della democrazia e i diritti delle persone che lavorano, per tutelare tutti gli esseri umani che non devono subire limitazioni e discriminazioni in base alla loro appartenenza etnica, di censo e sociale. La Costituzione non è uno strumento del passato, ma è un mezzo per vivere la società attuale ed affrontare e risolvere i problemi sociali impellenti. Come Presidente ANPI di Nova Milanese auspico un mondo caratterizzato da contesti di pace, affinché gli orrori del passato non possano mai più ripetersi nell'attualità del presente. Per questo come ANPI ci sentiamo attivi rispetto alla realizzazione di un nuovo modello di sviluppo economico e sociale basato sulla condivisione del nostro patrimonio umano e culturale, allontanando gli spettri della guerra, orientandoci su processi di giustizia ed equità, non basati sulla forza delle armi, ma con propositi di apertura all'altro, nell'accoglienza degli ultimi, dei migranti, degli oppressi, dei diseredati di tutto il pianeta in prospettive mondiali di pace di cooperazione, collaborazione e di interazione tra culture, opinioni politiche e religioni differenti.
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PEDAGOGIA DELLA PACE è un libro che apre al dialogo tra le persone e tra i popoli, per il pluralismo e la democrazia, il nostro comune orizzonte, dove i termini della pace e del dialogo presuppongono lo strumento della ragione, del logos umanistico, quale mezzo critico per porre le istanze e le rivendicazioni dei diritti umani dei più deboli, degli oppressi e degli emarginati, in rapporto dialettico con le istituzioni e i governi, tramite spinte e pressioni rivoluzionarie e di cambiamento dal basso, con azioni di disobbedienza civile, di cittadinanza attiva, tramite movimenti nonviolenti per la Pace che rivendichino il diritto umano al bene comune e alla felicità, nel riconoscimento delle differenti culture, delle loro tradizioni, delle spiritualità implicite e delle esigenze religiose, che necessitano di incontro e confronto per vincere la paura dell'altro, dell'ignoto, di ciò che non si conosce, nel dialogo positivo e propositivo tra fedi, culti e religioni, per costruire insieme la Pace, attraverso percorsi di speranza e convivialità, raccontandosi la vita, per scoprirsi tutti migranti e bisognosi di aiuto, riscoprendo la gioia del dialogo, del porsi in relazione, nell'amore per la Madre Terra e per tutti gli esseri viventi. PEDAGOGIA DELLA PACE apre a tutte le altre tradizioni e religioni al fine di raggiungere un'unità di senso e significato, un comune orizzonte di idee, in un alto momento di incontro pluralista e democratico, basato sulla dignità delle differenze che costituiscono il vero motore attivo e libertario dei popoli, per i principi sociali, etici e civili, per i principi valoriali imprescindibili di uguaglianza, fraternità e libertà all'interno del tessuto sociale, nella costruzione di ponti di relazioni, sollecitando l'incontro, l'amore, la pace, oltre i muri, i pregiudizi, le guerre, nella valorizzazione di tutti gli esseri umani, della loro dignità, specificità, spiritualità e creatività, dove il dialogo sia considerato principio intangibile delle Costituzioni Democratiche, per costruire rapporti di pace e fraternità tra popoli, genti e minoranze, senza barriere ideologiche, ma tramite la ferma considerazione del valore dell'aiuto e del sostegno umanitario, per una svolta umanistica, in cui il più debole, l'emarginato, l'oppresso siano redenti, salvati, valorizzati, in questa nostra società, dove purtroppo prevalgono l'egoismo, l’individualismo, la sete dissennata di potere che muove e provoca la guerra come pretesto di guadagno e speculazione, in cui l'intero apparato industriale militare, l'intera produzione bellica sono fonte di arricchimento dell'oligarchia del potere a discapito del valore della dignità dell'essere umano. La guerra, il terrorismo sono strumenti di prevaricazione che fomentano la paura, incitando allo scontro tra civiltà, all'eclisse della ragione umana, dove invece lo slancio dialogico agevola l'incontro e il confronto con l'altro che è portatore di una differente, relativa e plurale identità, nell'afflato universale della convivialità delle differenze, per intessere relazioni di pace negli equilibri istituzionali, dettate da scelte politiche giuste e ponderate, basate sul valore del bene comune, all'interno della collettività umana, nell'alto portato umanistico dell'incontro tra differenti civiltà, tra fratelli e sorelle, tra uomini e donne, tra giovani e adulti, in nome dell'amore per la Madre Terra e per tutti gli esseri viventi. La Pace come “bene comune” deve essere salvaguardata dalle parti in dialogo all'interno della società che vede la compresenza di etnie, lingue, culture, religioni e tradizioni diverse, nell'ambito dello stesso tessuto territoriale, dove gli operatori di pace e di dialogo e tutte le persone hanno il dovere civico di arrestare e prevenire la deriva etica e politica, abbietta e corrotta e vigilare sui continui attentati agli equilibri costituzionali e alle coscienze civili, sui rischi di assuefazione al degrado morale e istituzionale e ad un linguaggio politico aggressivo e volgare che ostacolano la convivialità all'interno del tessuto comunitario, che presenta proprie implicite differenze orientate alla ferma fiducia nella costruzione di città del dialogo, disarmate dalle violenze, dalle discriminazioni, dai razzismi, dalle paure, dalle solitudini. Nella società interculturale, il bene comune non deve essere mercificato e strumentalizzato dalla logica perversa del potere delle multinazionali e della capitalizzazione forzosa delle risorse e delle fonti energetiche. È necessario intessere ponti di dialogo e reti di relazioni per evitare la supremazia dei potentati dei signori dell'atomo, del petrolio e della guerra, perché la forza della Nonviolenza, la disobbedienza civile consistono proprio nella volontà di far prevalere la verità, il confronto pacifico tra le parti, la Pace senza ideologizzare i contenuti, evitando strumentalizzazioni, in contesti plurali e multiculturali.
La democrazia e la forza della verità devono prevalere sull'egoismo più abietto, contro la perversa logica capitalista del potere che vuole mercificare tutto tramite le grandi lobby del libero mercato e le multinazionali del liberismo più sfrenato, che disprezzano il valore dell'ambiente, della persona, del rispetto dei diritti umani, travalicando il vero significato e il prioritario principio del bene comune. Ci dobbiamo riappropiare dell'azzurro che non è il colore di un becero partito politico, ma è il colore del cielo, del mare, dell'aria, dell'acqua che ci appartengono, sono i nostri beni comuni e dobbiamo difenderli e tutelarli dalla privatizzazione mercificatoria, in favore della vita e dell’ appartenenza plurima alle molteplici culture, nell’alto proposito di superare i pregiudizi consolidati, gestire i conflitti culturali, stemperare paure e ostilità, in una concezione di laicità aperta, relazionale ed inclusiva che coglie le differenze e la Pace come beni comuni.
http://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.org/pacedalbasso/AppelliNoti_1441134103.htm
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