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Alessandro Marescotti: recensione a "Giovanni Pesce. Per non dimenticare" Mimesis 2015

Laura Tussi23 dicembre 2015

Premio per l'impegno civile Mei - Meeting Etichette Indipendenti, Associazione Arci Ponti di memoria e Città di Milano, presso il Teatro Dal Verme di Milano, Aprile 2015

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Alessandro Marescotti: recensione a "Giovanni Pesce. Per non dimenticare" Mimesis 2015

 

Giovanni Pesce. Per non dimenticare

Edizioni Mimesis 2015

 

Libro di Fabrizio Cracolici e Laura Tussi.

Con i contributi di Vittorio Agnoletto, Daniele Biacchessi, Ketty Carraffa, Moni Ovadia, Tiziana Pesce

Recensione di Alessandro Marescotti, Presidente di PeaceLink

 

Nelle novanta pagine del libro curato da Fabrizio Cracolici e Laura Tussi è narrata la storia della Resistenza al fascismo e al nazismo raccontata da Giovanni Pesce, un Partigiano autore di tante azioni. E’ un racconto appassionante che segue il filo di un’intervista. Allegato vi è anche un DVD. Il DVD deriva da una videointervista inedita, del lontano 1983, al Comandante Partigiano Giovanni Pesce, reperita nell'Archivio Storico di Nova Milanese (Monza e Brianza) di cui Fabrizio Cracolici e Laura Tussi sono referenti e promotori.

“Soltanto attraverso una lotta aperta, diretta contro i fascisti e i tedeschi si poteva accelerare l’arrivo del giorno della vittoria”, dice Giovanni Pesce. Il quale ricorda “la paura, il terrore, la preoccupazione di cadere in mano al nemico e di essere fucilato lì, sul posto”.

La storia di Giovanni Pesce è la storia di una persona semplice, che fa il minatore come il padre, un uomo che non vuole prendere la tessera del partito fascista e si trasferisce per questo in Francia, come ricorda Daniele Biacchessi in uno dei contributi al libro. Molto importanti sono anche gli altri contributi, che corredano il DVD e il libro, ossia le testimonianze di alcune personalità che hanno conosciuto direttamente Giovanni Pesce: Vittorio Agnoletto, Ketty Carraffa, Moni Ovadia e Tiziana Pesce.

Non è per nulla difficile seguire il discorso di Giovanni Pesce: parla in maniera chiara, lineare, anche quando ci sono i terribili dilemmi dell’uso della forza  militare a cui però fa seguire una scelta di pace alla fine della guerra. “Il nostro scopo è soprattutto quello della lotta per la pace”, dice in un punto dell’intervista.

Da pagina 60 in poi la storia di Giovanni Pesce è raccontata in modo suggestivo e avvincente attraverso il teatro di impegno civile di Daniele Biacchessi, con il testo dello spettacolo teatrale “Giovanni e Nori, una storia di amore e di Resistenza”. 

Quello che emerge nel libro è un profondo senso della consapevolezza: “Credo che questa coscienza mi ha dato ogni giorno la forza e il coraggio di fare sempre quello che ho fatto nell’interesse del popolo italiano, per dare un contributo alla Liberazione”, dice Giovanni Pesce: aver dato un contributo alla Storia, essere stato parte di un processo di emancipazione popolare, anche a costo della vita. Sono questi i fili conduttori di un impegno. Un impegno che viene riportato all’attualità grazie all’attività di divulgazione e di educazione alla pace svolta con costanza e dedizione dalla scrittrice Laura Tussi e da Fabrizio Cracolici, presidente della sezione ANPI di Nova Milanese.

In un punto del libro Tiziana Pesce scrive: “Mio padre alcuni anni prima della scomparsa mi disse che in Spagna ad un certo punto si capì che non ci sarebbe stata alcuna possibilità di vittoria”. Giovanni Pesce metteva nel conto anche la sconfitta. L’impegno di questo uomo, che prevedeva anche la possibilità della sconfitta, appare di grande attualità e di insegnamento, specie a coloro che subordinano l’impegno sociale e politico solo alla possibilità di vincere. 

 

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