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Roma. Rete No War in presidio davanti alla RAI per la fine dell'export di armi italiane ai saud e agli altri padrini di gruppi jihadisti

Laura Tussi1 dicembre 2015

Rete No War in presidio davanti alla RAI

Roma. Rete No War in presidio davanti alla RAI per la fine dell'export di armi italiane ai saud e agli altri padrini di gruppi jihadisti.

Un gruppo di attivisti di Rete No War Roma ha tenuto un presidio a viale Mazzini, Roma, per chiedere che la Rai, servizio pubblico, informi gli italiani a) sullo scandalo delle ingenti forniture di armi da parte dell'Italia all'Arabia saudita e b) sulla catastrofe che i bombardamenti della coalizione a guida saudita stanno provocando da mesi in Yemen.

 Il regno dei Saud è, insieme alle altre petromonarchie, uno dei paesi padrini accertati di gruppi jihadisti in Siria, Iraq, Libia e Yemen e ormai in molti paesi... 

Il regno dei Saud bombarda lo Yemen dallo scorso marzo, con migliaia di civili uccisi, impone un blocco navale che ostacola gli aiuti, distrugge infrastrutture civili in un paese poverissimo e annienta patrimoni dell'umanità. Il mondo dovrebbe indignarsi!

Il regno dei Saud, serial killer, decapita, lapida, mozza le mani. La legge 185/90 vieta l'export di armi ai paesi in guerra e che violano i diritti umani. 

Da mesi Rete No War protesta contro la guerra in Yemen, contro l'appoggio al terrorismo da parte del Golfo (e fino a poco fa da parte degli stessi paesi occidentali), e contro le decapitazioni nel regno dei Saud. 

L'Italia imperterrita continua a vedere armi e a intrattenere graziosi rapporti con Riad. 

Sui cartelli di Rete No War, esibiti davanti al cavallo simbolo della Rai, si leggeva: "L'Italia arma la jihad saudita? Rai: informaci!"; "Basta tacere i crimini sauditi: Isis,  guerra in Yemen, decapitazioni"; "Renzi piazzista di armi dai Saud", "L'Italia rispetti la legge 185". 

 

Gli attivisti hanno chiesto di incontrare qualche dirigente della Rai ma non sono stati ricevuti. 

Le manifestazioni di Rete No War proseguiranno.

 

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