Pace

Lista Pace

Archivio pubblico

MOSAICO DI PACE Gennaio 2016

Mosaico di pace - La pagina in comune

Recensione al Libro di Gianmarco Pisa - Corpi Civili di Pace
Laura Tussi21 gennaio 2016

MOSAICO DI PACE - Gennaio 2016

“La pagina in comune”, 

Libro di Gianmarco Pisa,

Edizioni “Ad Est dell’Equatore”

Recensione di Laura Tussi

  

Il lavoro di pace a sfondo culturale comprende gli aspetti decisivi della prevenzione della violenza e della promozione dei diritti umani, come sostiene la tesi del libro “La pagina in comune” di Gianmarco Pisa.

L'Autore, ricercatore ed operatore di pace, segretario nazionale di IPRI (Istituto Italiano di Ricerca per la Pace) - Rete CCP (Corpi Civili di Pace), è impegnato in progetti di ricerca- azione per la trasformazione dei conflitti, sia a livello locale, sia in ambito internazionale.

La ricerca-azione sviluppata nel corso del progetto P.U.L.S.A.R. - “Project on Understanding and Linkages to Serbs and Albanians Reconcile”, promosso dagli “Operatori di Pace - Campania”, con le organizzazioni IPRI - Rete CCP, RESeT e i partner kosovari, è sostenuta dalla Tavola Valdese - Unione delle Chiese Metodiste e Valdesi, per la costruzione dei Corpi Civili di Pace e la ricomposizione sociale orientata alla pace positiva.

L'intervento operativo di ricerca-azione è incentrato sull'importanza e il significato delle memorie collettive, tramite i ponti della memoria e i luoghi della condivisione, quali fonti d'ispirazione per la vita sociale, nel carattere dialogico della memoria collettiva, come terreno di identificazione comunitaria, che costituisce un presupposto fondamentale per un'azione di trasformazione sociale, basata sui patrimoni culturali.

La memoria viene qui letta e interpretata in chiave attiva e dinamica, come fonte di ispirazione sociale e culturale e come occasione di trasformazione sociale e di convivenza pacifica. Al tempo stesso, nella lettura dell'autore, la memoria diviene uno dei propellenti del nesso “pace con giustizia”: non si tratta di una impossibile e ingiusta “riconciliazione” dell'oppresso nei confronti dell'oppressore, bensì di una necessaria e praticabile condivisione nella giustizia, il tentativo di predisporre un terreno di diritti uguali per tutti per consentire a tutti la pratica della coesistenza.

Nei Balcani, nel Kosovo, divisi da un lungo dopoguerra, sono proprio queste occasioni di “lavoro per la pace” la linfa vitale per alimentare l'impegno costruttivo di peace-building a orientamento culturale, nell'ottica sperimentale propria dei Corpi Civili di Pace.

Il punto focale della memoria sociale, collettiva e condivisa, e i significati culturali universalmente riconosciuti, si affermano, tramite l'attivismo della ricerca-azione, come i più potenti strumenti per superare le conseguenze dolorose dei conflitti violenti e per aprire approcci innovativi all'impegno per la pace, trattando la trasformazione dei conflitti, con la profondità delle memorie collettive, e creando un messaggio di speranza e di pace per le nuove, presenti e future, realtà sociali, nel dialogo tra genti, popoli, minoranze e tra generi, culture e generazioni.

I temi della memoria, del conflitto e della riconciliazione, nei luoghi attraversati dalle cosiddette e surrettizie “guerre umanitarie” contemporanee, innescate da interessi economici, sono spesso determinati dalla memoria collettiva, patrimonio di una società e di un'epoca con testi, immagini, luoghi, riti e celebrazioni che determinano l'identità di una data cultura.

La memoria collettiva rappresenta una conoscenza condivisa di eventi sociali del passato che sono ripercorsi e ricostruiti collettivamente, tramite funzioni sociali di tipo relazionale, che si trasmettono in via istituzionale e interpersonale, a livello sociale e politico, come patrimonio del passato che si riversa nel presente della comunità, organizzandosi intorno a eventi salienti e a esperienze apicali che hanno determinato un impatto profondo nella coscienza sociale e nella consapevolezza collettiva.

Tutto questo presuppone la relazione tra storia, memoria sociale e simboli evocativi, con credenze personali, sentimenti e percezioni, in narrazioni collettive, dove le storie personali sono sempre interconnesse con le logiche sociali, rappresentando altrettante memorie socio-biografiche di retaggi mnemonici.

Gli Stati e le Chiese enfatizzano l'omologazione, la fissità, l'impenetrabilità delle barriere, al fine di preservare la stabilità etnica e la distinzione ideologica; al contrario, in realtà, il confine, il limite, la barriera costituiscono una zona osmotica di interazione e interscambio relazionale e non di divisione e separazione.

A dispetto del controllo degli Stati e delle Chiese, il conflitto non è l'unico elemento che attraversa la vita di confine, perché il contatto è quotidiano e la comunanza, l'amicizia interagiscono tra culture e identità che non sono mai fisse, stereotipate, sclerotizzate, e vivono oltre ogni confine, limite, muro, barriere e bandiera.

Infatti, in regioni come il Kosovo, contatti tra vari gruppi, come tra albanesi e serbi, sono caratterizzati da casi di acculturazione e assimilazione reciproca, in conversioni parziali e ridefinizioni etniche, tra scambi di pratiche e costumi, travalicando le barriere e i muri imposti dalla guerra più recente che ha determinato nuove e dolorose condizioni di ostilità e separazione tra i principali gruppi etnici. Nonostante il conflitto del 1998/1999, esistono ancora territori, fisici o figurati, zone franche e libere, di relazione, incontro e interazione...

“Memoria e conflitto” sono termini imprescindibili per l'impegno di pace. Il binomio “memoria e conflitto” potrebbe sembrare un'affermazione paradossale, quasi un ossimoro. Ma è necessario porre attenzione al retaggio delle memorie individuali e collettive per definire le identità sociali e culturali e il carattere dinamico del conflitto, articolando la complessità sociale comunitaria, così da focalizzare l'importanza dell'aspetto decisivo dell'impegno e dell'attivismo culturali nell'azione di prevenzione della violenza e di trasformazione dei conflitti.

“La pagina in comune” è un libro plurilingue, scritto in italiano, inglese, albanese e serbo-croato, che rappresenta una scoperta e un tentativo per approcciare, in modalità non banale e non retorica, lo sforzo della ricomposizione e della riconciliazione, a partire dai Balcani e, in particolare dal Kosovo e da Mitrovica, quali territori di implementazione relazionale e culturale e “luoghi della memoria” nell'ambito del progetto per “Corpi Civili di Pace”.

Note: Su ILDialogo.org:
http://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.org/cultura/Recensioni_1453469156.htm

Su LiberoLibro:
http://www.liberolibro.it/gianmarco-pisa-mosaico-di-pace-gennaio-2016/

Sul Sito del Centro Studi Sereno Regis di Torino:
https://serenoregis.org/2016/01/28/la-pagina-in-comune-recensione-di-laura-tussi/

Allegati

Articoli correlati

  • Donne Unite contro la NATO: un coordinamento globale per la pace
    Pace
    Global Women for Peace - United against NATO

    Donne Unite contro la NATO: un coordinamento globale per la pace

    Nata nel 2023 a Vilnius e Bruxelles, la rete ha rapidamente guadagnato slancio. In occasione del 75° anniversario della NATO, celebrato a Washington DC lo scorso luglio, le attiviste hanno organizzato una serie di iniziative contro la guerra e l'escalation militare.
    13 luglio 2024 - Redazione PeaceLink
  • Il governo italiano esce dall'area della Nato
    Editoriale
    Appello ai parlamentari

    Il governo italiano esce dall'area della Nato

    Parte oggi in Australia l'esercitazione militare Pitch Black 2024 con la portaerei Cavour e gli F35 italiani. La nuova Defence Strategic Review (DSR) dell'Australia prepara le forze armate a uno scontro militare con la Cina. E l'Italia rischia di essere invischiata in una nuova guerra.
    12 luglio 2024 - Alessandro Marescotti
  • Migranti, vittoria per la Ong tedesca Sos Humanity
    Migranti
    PeaceLink accoglie con entusiasmo questa vittoria e continuerà a dare voce ai diritti dei migranti

    Migranti, vittoria per la Ong tedesca Sos Humanity

    La magistratura condanna il governo italiano per il fermo illegale della nave di soccorso della Ong. Il giudice stabilisce che la Humanity ha agito in conformità al diritto internazionale soccorrendo i migranti in mare e che la Libia non è un porto sicuro per i migranti.
    Redazione PeaceLink
  • Perché Putin sta vincendo?
    Conflitti
    Analisi globale dei fallimenti della NATO nella guerra in Ucraina

    Perché Putin sta vincendo?

    Di fronte al fallimento delle sanzioni, la NATO ha cambiato approccio, dando maggiore enfasi alla dimensione militare del conflitto. Questa nuova linea strategica ha però presentato varie criticità. Punto per punto vedremo cosa è andato storto fino a ora.
    20 giugno 2024 - Alessandro Marescotti
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.15 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)