Su MOSAICO DI PACE Alessandro Marescotti cita l'intervista di Luciano Onder a Laura Tussi su RAI EDUCATIONAL - I Musei della Memoria
Un museo della bomba atomica in Italia
di Alessandro Marescotti
Agli inizi degli anni Sessanta la Puglia rischiò di essere cancellata da un'esplosione nucleare accidentale dei missili Jupiter americani per un paio di fulmini che colpirono la testata e innescarono un avvio del processo chimico-fisico di detonazione.
Quei missili erano stati piazzati in pieno clima di Guerra Fredda. Avevano una potenza cento volte superiore alle bombe atomiche sganciate nel 1945.
La cosa è pochissimo nota ed è terribile che sia stata tenuta top secret per tanto tempo.
Varrebbe la pena riprendere il Progetto per la realizzazione di una rete museale e didattica per la pace, sullo schema del Museo della Pace di Hiroshima. Come monito di ciò che sarebbe potuto accadere e non è per fortuna avvenuto.
Da allora - quando gli ispettori americani si accorsero che si era arrivati ad un passo dall’esplosione atomica non voluta - venne promossa una ricerca contro le esplosioni accidentali, per merito di John Kennedy, non certo del governo italiano, che finse di non sapere nulla. Sarebbe interessante creare un museo su tutte le apocalissi atomiche che sarebbero potute scoppiare per negligenza, per un errore o per un incidente tecnico.
A Bari il 5 settembre 2007 si tenne una Conferenza dei servizi per l'istituzione del Parco della pace in Puglia. L'iniziativa era importante in quanto trasformava in didattica museale un'idea che PeaceLink dal 2000 sottoponeva all’attenzione dell’opinione pubblica, assieme a Giorgio Nebbia e al Centro Studi Torre di Nebbia.
Un’idea del genere avrebbe potuto trasformare la Puglia in un Luogo della Memoria, patrimonio della memoria dell’umanità. Ma non è avvenuto nulla di quello che auspicammo allora. Eppure vi erano tutti i presupposti che vorrei riproporre ora con tutti gli aspetti culturali e didattici del caso.
Questi sono i link descrittivi dell’evento che rischiò di devastare la Puglia:
Per 4 volte in Puglia sfiorammo l'apocalisse atomica
http://www.peacelink.it/editoriale/a/940.html
Quando in Puglia c'erano 50 megaton di bombe nucleari (articolo di Giorgio Nebbia)
http://www.peacelink.it/disarmo/a/1464.html
Per realizzare un percorso della memoria va definita una nuova idea di museo: l’ecomuseo.
L’ecomuseo può essere definito "un'istituzione culturale che assicura in forma permanente, su un determinato territorio e con la partecipazione della popolazione, le funzioni di ricerca, conservazione e valorizzazione di un insieme di beni naturali e culturali, rappresentativi di un ambiente e dei modi di vita che lì si sono succeduti" (Carta degli Ecomusei).
A proposito dei Musei della memoria, è interessante leggere l’intervista di Luciano Onder a Laura Tussi su RAI Educational: http://www.peacelink.it/pace/a/34002.html
Spiega Laura Tussi: “L’inventore degli ecomusei, Hugues de Varine, tentava nel 1971 una difficile fusione tra le parole “ecologia” e “museo”, e nel ridefinirlo “museo comunitario”, De Varine considera l’ecomuseo l’università popolare per eccellenza, un catalizzatore della cultura vivente, una finestra aperta sul mondo. E’ il luogo in cui la collettività ragiona sulla propria storia, una sorta di "scuola della coscienza storica"”.
In Puglia vi è già una rete di ecomusei, visibile in questo sito: http://www.ecomuseipuglia.net L’ecomuseo potrebbe collegare le varie postazioni che ospitavano, ognuna, tre rampe di lancio per i missili nucleari. Le piazzole triangolari sono ancora visibili. L’elenco delle basi è visibile qui, con le foto e le coordinate satellitari:
http://www.quellidel72.it/sistema/jupiter/jupiter_3.htm
Il Centro Studi Tor di Nebbia (www.altramurgia.it) ha condotto un approfondito studio, con un repertorio di immagini e fotografie aeree delle basi missilistiche installate in Puglia.
Per avere un’idea delle possibili catastrofi nucleari sfiorate in ambito militare, basterebbe cliccare su http://www.www.cadu.org.uk/disarmo/2014/04/msg00024.html
Un ecomuseo della bomba atomica in Italia, con percorsi della pace e guide esperte del settore, potrebbe essere oggi riproposto come progetto su cui studiare per valorizzare sentieri e terreni oggi abbandonati ma ricchi di storia e di memoria.
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