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Non lasciamoci coinvolgere dalla missione militare USA

Resistiamo alla guerra!

Partecipare alla guerra in Libia non ci metterà al sicuro ma ci esporrà a nuovi pericoli. E’ tempo di riconoscere che il primo interesse concreto, vitale, dell’Italia è la pace. La decisione americana di intervenire direttamente con nuovi bombardamenti è il segno dell’escalation in corso. Dicono che stanno combattendo lo stato islamico ma la guerra non ha mai risolto un solo problema senza crearne di peggiori.
7 agosto 2016

La guerra continua e ci minaccia sempre più da vicino. Resistiamo alla guerra! Non lasciamoci coinvolgere! Fermiamola!

Da più di cinque anni, la guerra che sta devastando tante parti del mondo infuria anche in Libia, a pochi chilometri da casa nostra. In Libia si scontrano molte milizie, gruppi criminali, paesi e interessi. La posta in gioco è il controllo di un territorio ricco di gas e di petrolio, la gestione del traffico dei migranti, della droga e delle armi. Il problema è politico ma tutti lo continuano ad affrontare con le bombe, provocando un disastro sempre più grande. La decisione americana di intervenire direttamente con nuovi bombardamenti è il segno dell’escalation in corso.

Dicono che stanno combattendo lo stato islamico ma la guerra non ha mai risolto un solo problema senza crearne di peggiori.

Anche questa volta dicono che durerà poco ma di tutte le guerre contemporanee conosciamo solo la data d’inizio. Italia (con la NATO) bombarda la Libia

Dicono che non ci sono alternative ma è solo un altro modo per dire che la guerra è la sola cosa che sanno fare.

Anche nei giorni scorsi, Papa Francesco ha denunciato la terza guerra mondiale in corso: una guerra a pezzi combattuta per interessi, per i soldi, per le risorse della natura, per il dominio dei popoli.

Per fermarla ci sono molte cose da fare. La prima è non combatterla. Resistere alla pressione di chi ci vorrebbe risucchiare in quel vortice. Rifiutare ogni forma di coinvolgimento.

Partecipare alla guerra in Libia non ci metterà al sicuro ma ci esporrà a nuovi pericoli.

E’ tempo di riconoscere che il primo interesse concreto, vitale, dell’Italia è la pace. Solo con la pace abbiamo la possibilità di assicurare sviluppo e benessere per tutti. Per questo l’Italia deve agire concretamente, con coraggio, determinazione e insistenza, con una strategia e obiettivi definiti, cercando ogni strada per fermare le tante guerre in corso in Libia, nel Mediterraneo, nel vicino oriente e in Africa. Ma non si può parlare di pace e fare la guerra.

Resistere alla guerra, soccorrere le vittime, proteggere la popolazione, accogliere i rifugiati, contrastare i traffici di ami, riunire tutte le istituzioni e forze sociali che vogliono la pace, aprire un dialogo costruttivo con tutti, mobilitare tutte le risorse della politica, della diplomazia e della società civile... le strade della pace sono difficili ma non impossibili. Percorriamole tutte, prima che sia troppo tardi.

Noi ci sentiamo responsabili e vogliamo fare la nostra parte. Poco o tanto che sia.

Domenica 9 ottobre marceremo assieme da Perugia ad Assisi per fermare le guerre e i violenti. Se davvero vuoi la pace, devi esserci anche tu.

Tavola della pace
Rete della pace
Flavio Lotti
Sergio Bassoli
d. Luigi Ciotti
p. Alex Zanotelli
p. Egidio Canil

Note: Invia la tua adesione al Comitato promotore Marcia PerugiAssisi, via della viola 1 (06122) Perugia - Tel. 075/5736890 - cell. 335.6590356 - fax 075/5739337 - email segreteria@perlapace.it - www.perlapace.it

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