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PeaceLink e Unimondo - Agenda Onu 2030: gli Altrove interculturali

Laura Tussi15 novembre 2016

Agenda Onu 2030: gli Altrove interculturali

L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Essa ingloba 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile un grande programma d’azione per un totale di 169 ‘target’ o traguardi. L’avvio ufficiale degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (qui la versione pdf e la presentazione in ppt) ha coinciso con l’inizio del 2016, guidando il mondo sulla strada da percorrere nell’arco dei prossimi 15 anni: i Paesi, infatti, si sono impegnati a raggiungerli entro il 2030 (leggi alcuni commenti al tema). Gli Obiettivi per lo Sviluppo danno seguito ai risultati degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (Millennium Development Goals) che li hanno preceduti, e rappresentano obiettivi comuni su un insieme di questioni importanti per lo sviluppo: la lotta alla povertà, l’eliminazione della fame e il contrasto al cambiamento climatico, per citarne solo alcuni. ‘Obiettivi comuni’ significa che essi riguardano tutti i Paesi e tutti gli individui: nessuno ne è escluso, né deve essere lasciato indietro lungo il cammino necessario per portare il mondo sulla strada della sostenibilità. Questi articoli nascono in questo contesto educativo.

Lo straniero, il diverso, lo sconosciuto vivono ciascuno in ognuno di noi e le politiche interculturali che possiamo condurre anche a partire da noi stessi devono investire tutti gli aspetti del fare conoscenza e memoria e del ricordare il passato, la storia, il susseguirsi di ibridazioni, contaminazioni e commistioni che hanno coinvolto il continente europeo e il Mediterraneo nel passato storico di ogni tempo.

Intercultura significa attenzione per il diverso inteso come l'altro da noi, il più debole, il più umile, lo sconosciuto e colui che non si vuol far conoscere.

Il passato della memoria storica ricorda la Shoah, genocidio perpetrato da un sistema dittatoriale acerrimo, nella volontà assolutizzante di annientamento in massa di civili inermi e militari facendo leva su motivazioni politiche, religiose, pretesti di superiorità razziale, omologando nella distruzione totale le implicite diversità di ognuno.

Attualmente sono oggetto di discriminazione i Rom, i Sinti e tutti coloro che provengono da territori lontani dal nostro, da luoghi dell'altrove indecifrabili e irriconoscibili dalla nostra cultura autoreferenziale e arroccata sulle proprie egocentricità, eccentricità egoiche, in un individualismo esacerbato da fittizi proclami, spietato e imposto dai mezzi di comunicazione di massa reverenziali al sistema occidentale.

Intercultura significa condividere con l'altro la propria interiorità, la passione, la sofferenza, il dolore di essere giudicati diversi, divergenti, opposti al categorico, alla norma, al tabù, al divieto, dove l'altro divenga invece fonte di confronto aperto, interscambio e dialogo interiore e collettivo, da ripartecipare nella comunità intera, aperta al cambiamento, all'innovazione e al progresso.

La società, dove il ricordo e il fare memoria del passato divengono occasioni di incontro comunitario, di condivisione, di partecipazione ad un momento entusiastico e festivo della sperimentazione di un gruppo, di una collettività, di una comunità che si apra all'altro e all’altrove, può riconoscere se stessa nel rapporto con la diversità, da cui apprendere i valori autentici dell'esistenza e il portato culturale di commistioni di popoli lontani.

Intercultura significa rievocare il vissuto, il tempo perduto dell'interiorità e trasporlo nel presente, nella quotidianità di un percorso festivo e comunitario che apra all'incontro, al confronto dialogico, alla tutela delle differenze, ai diritti basilari dell'uomo, alle parità tra i sessi, al continuo dialogo tra le generazioni di giovanianziani, adulti e bambini, dell’umanità.

Intercultura è fare memoria di se stessi in implicite autobiografie esistenziali.

Fare memoria del passato, della storia, delle ingiustizie subite e perpetrate, mantenendo sempre costante il rapporto con la propria identità e individualità, ma senza scadere nel conformismo e nel solipsismo egoico, al contrario riassumendo in sè le istanze di un sapere eclettico, aperto alla cultura delle differenze, nella valorizzazione per l'alterità e la diversità di cui ognuno è portatore, dove l'interazione assuma consistenza in una costante di affiliazioni, confidenze e confessioni che aiutino la propria identità ad autodeterminarsi e anche ad essere accolta in ignare e inconsapevoli fragilità, incongruenze e inconsistenze dell’altrui persona, che può invece rivelarsi un saldo approdo nello smarrimento dell'oggi, dove tutto appare effimero ed evanescente, in un andirivieni di messaggi vacui e immagini stereotipate.

La protesta contro l'alienazione delle identità si propaga dalle diversità come entità interagenti nel contesto sociale e comunitario.

Il diverso cerca aiuto e comprensione che agevola l'incontro, l'accoglienza, l'ospitalità, nel manifestarsi intimo di un pensiero, di un ricordo di altri luoghi, altri tempi, altri altrove, nel qui ed ora della narrazione che ci scopre narrati da persone, oggetti, cose del presente, del passato, dove l'apertura al diverso viene vissuta come ideale meta di pensieri, in un susseguirsi di memorie, racconti, idee che esplorano l'inesplorato.  

Laura Tussi

Docente, giornalista e scrittrice, si occupa di pedagogia nonviolenta e interculturale. Ha conseguito cinque lauree specialistiche in formazione degli adulti e consulenza pedagogica nell'ambito delle scienze della formazione e dell'educazione. Collabora con diverse riviste telematiche tra cui PressenzaPeacelinkIldialogoUnimondoAgoraVox ed ha ricevuto il premio per l'impegno civile nel 70esimo Anniversario della Liberazione M.E.I. - Meeting Etichette Indipendenti, Associazione Arci Ponti di Memoria e Comune di Milano. Autrice dei libri: Sacro (EMI 2009), Memorie e Olocausto (Aracne 2009), Il dovere di ricordare (Aracne 2009), Il pensiero delle differenze(Aracne 2011), Educazione e pace (Mimesis 2012), Un racconto di vita partigiana - con Fabrizio Cracolici, presidente ANPI Nova Milanese (Mimesis 2012), Dare senso al tempo-Il Decalogo oggi. Un cammino di libertà (Paoline 2012), Il dialogo per la pace. Pedagogia della Resistenza contro ogni razzismo (Mimesis 2014), Giovanni Pesce. Per non dimenticare (Mimesis 2015) con i contributi di Vittorio Agnoletto, Daniele Biacchessi, Moni Ovadia, Tiziana Pesce, Ketty Carraffa. Collabora con diverse riviste di settore, tra cui: "Scuola e didattica" - Editrice La Scuola, "Mosaico di Pace", "GAIA" - Ecoistituto del Veneto Alex Langer, "Rivista Anarchica". Promotrice del progetto per non dimenticare delle Città di Nova Milanese e Bolzano www.lageredeportazione.org e del progetto Arci Ponti di memoria www.pontidimemoria.it. Qui il suo canale video.

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