"Il Sogno di Fausto e Iaio": il valore di una testimonianza collettiva
"Il Sogno di Fausto e Iaio": il valore di una testimonianza collettiva
Contributo di Roberto Ferro
"Il sogno di Fausto e Iaio" è un film originale e rappresenta una ventata di fresca novità nel panorama un po' ingrigito del cinema d'autore italiano.
I registi, Daniele Biacchessi e Giulio Peranzoni, hanno proposto una trama narrativa multimediale nella quale si incrociano narrazione documentata, abilità tecnico grafica Ldp, immagini d'archivio e musiche d'ambiente.
Era la sera del 18 marzo 1978 (il 16 marzo in via Fani le Brigate Rosse avevano rapito Aldo Moro), Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci, diciottenni, due simpatizzanti del centro sociale Leoncavallo, si incamminavano lungo via Mancinelli per raggiungere casa Tinelli, una cena e poi via al concerto blues al Leoncavallo. Forse filtrava da qualche abitazione la cronaca cruda di un telegiornale.
La narrazione, visiva ancor prima che verbale, prende avvio proprio da un cammino frettoloso senza ritorno: poco illuminata la via, silenzio, passi d'estranei che si avvicinano e gli assassini, tre fascisti, l'esecutore Massimo Carminati, giunti su comando da Roma.
La narrazione si dipana tra protagonisti con vite dagli esiti ben diversi: Fausto e Iaio lì per sempre immobili sul selciato ma vivi e presenti nel ricordo, Massimo Carminati, killer e ricattatore al servizio dei poteri deviati dello Stato attualmente sottoposto al 41 bis a Parma, Massimo Brutto, coraggioso giornalista dell'Unità, dal formidabile intuito investigativo (aveva scoperto che l'aereo di Enrico Mattei era esploso in volo e giunto sulla soglia della verità inconfessabile dell'omicidio di Fausto e Iaio) travolto da un'auto misteriosa, le Brigate Rosse ed i Servizi Segreti con appartamenti dirimpettai in via Monte Nevoso, praticamente sopra e di fronte l'abitazione di Fausto Tinelli.
L'opera di Biacchessi e Peranzoni ha il grande merito di aver ridato vita non tanto a singoli quanto alla folla, commossa rabbiosa silenziosa disperata ad iniziare dalle foto messe a disposizione da grandi fotografi e agenzie. Due immagini tra tutte appaiono emblematiche dei funerali: quella scattata da un palazzo di Piazzale Loreto della folla immensa (si parla di 150000 – 200000 persone) perdersi a vista d'occhio lungo Corso Buenos Aires e la foto di due giovanissime ragazze una delle quali con lo sguardo tristissimo e angosciato ad investigare un futuro che si prospettava oscuro.
"Il sogno di Fausto e Iaio" scorre rapido nell'alternarsi continuo di animazione Ldp e immagini d'epoca, con un prezioso trailer musicale garantito da artisti e band di gran valore. I flashback si alternano all'attualità, i pezzi musicali al recitativo dei bigliettini lasciati da anonimi in via Mancinelli.
Particolarmente efficace si è rivelata la presenza di numerose voci narranti: Daniele Biacchessi, Gabriele Vacis, Renato Sarti, Giulio Cavalli, Tiziana Di Masi, Stefano Paiusco, Francesco Gerardi, Paola Roccoli, Maurizio Biosa, Gino Marchitelli, Laura Tussi, Fulvio Bella. Una tecnica che rende concreta e immediata la narrazione.
Nonostante tutto (ed è gran merito) l'opera non è operazione nostalgica! "Il sogno di Fausto e Iaio" pone anzi penetranti domande agli spettatori. Quanti partecipanti agli imponenti funerali? (l'ultima grande manifestazione silenziosa di massa ad oggi a Milano) saranno ancora vivi? Saranno rimasti progressisti oppure militeranno in movimenti e partiti molto lontani dal Movimento e dal Leoncavallo?
Scevro da intenti pedagogici o dal richiamo esercitato da attori professionisti, "Il sogno di Fausto e Iaio" incuriosisce e interroga, aiuta a comprendere il significato della partecipazione ad un Movimento variegato. Rimane come memento il murales colorato di via Mancinelli e tanto basta, una memoria visiva sempre viva.
"Il sogno di Fausto e Iaio" è la prova tangibile dell'opportunità di creare ottimo cinema con budget estremamente limitati tramite tecnica di crowdfunding. Lo dimostrano le decine di proiezioni già realizzate e le centinaia programmate nell'immediato futuro.
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