La scuola ripudia la guerra
PETIZIONE
a cura di FRANCO FERRARIO
La petizione si rivolge ai due Ministeri:
Al Ministero della Difesa e al Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca
Promuovano percorsi didattici capaci di educare alla Pace ed alla risoluzione nonviolenta dei conflitti e condannino esplicitamente ogni iniziativa che abbia a coinvolgere alunni della scuola nell'uso delle armi.
Sono frequenti gli episodi in cui alunni, anche della scuola primaria (6-10 anni), vengono invitati a visitare caserme delle Forze Armate ed effettuare prove di tiro a mano armata. Alla scuola frequentata da mio figlio è capitato in concomitanza con la Festività del 4 Novembre. Durante la visita presso la Caserma De Gennaro di Forlì ai bambini partecipanti è stata consegnata un'arma con la quale cimentarsi nel "tiro al bersaglio" (così è stato definito nei documenti ufficiali dell'Istituto). Quale l'obiettivo didattico? Quale la valenza pedagogica? Ai piccoli coinvolti in tale esperienza risulterà quasi impossibile comprendere che l'uso delle armi NON è un bel gioco.
Forse è urgente porre un freno, prima che anche nel nostro Paese abbiano a verificarsi episodi tragici come quelli che sempre più frequentemente vengono presentati dagli organi di informazione sotto il titolo "Strage alla scuola...".
Forse è utile che attraverso i mezzi normativi più opportuni - siano promossi percorsi didattici capaci di educare seriamente e concretamente alla Pace ed alla risoluzione nonviolenta dei conflitti e, di pari passo, vengano condannate esplicitamente tutte le iniziativa che abbiano a coinvolgere alunni della scuola (anche primaria) nell'esaltazione e nell'uso delle armi.
Questa petizione sarà consegnata a:
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ministero della difesa
-
Ministero dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca
INTRODUZIONE ALLA PETIZIONE
ministero della difesa
Ministero dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca
di Laura Tussi
E' reato agevolare l'utilizzo di armi da guerra, anche solo per gioco.
La giornata in caserma risulta molto seduttiva agli occhi dei bambini, in quanto viene posta enfasi nel mondo che popola le fantasie infantili, con l'utilizzo di armi, non solo giocattolo, e altri espedienti fascinosi, dove il gioco assume i connotati della violenza e della prevaricazione, come avveniva con la gioventù balilla in epoca fascista.
La guerra viene proposta come una missione di pace e rappresentata come un gioco a cui i bambini non possono rinunciare.
La caserma viene propinata ai bambini con la seduzione di una giornata di festa, di avventura, di gioco, di evasione e i militari vengono presentati come eroi e promotori di alti ideali di pace e solidarietà.
Invece, in realtà, la guerra è mercenaria.
La giornata di rievocazione degli eroi militari morti in guerra è una retorica militarista molto pericolosa, per cui la guerra viene presentata e trasmessa in maniera fittizia ed edulcorata. Questo pretesto ha un effetto devastante sulla psicologia infantile, come anche e soprattutto l'utilizzo di armi "vere".
La guerra ingenera sempre violenza, lutti, morte, dolore, miseria materiale e morale. Per questo motivo, le nuove generazioni devono essere educate a valori veri di democrazia, di rispetto dell'altro, di dialogo tra culture e fedi, aborrendo ogni forma di prevaricazione e di violenza. La pace non è un'utopia: possiamo vivere in un mondo dove non esistano patrie e nazioni, frontiere e burocrazie, limiti e confini, ma comunità educanti aperte al dialogo, alla gestione nonviolenta dei conflitti, al cambiamento, al progresso costruttivo, senza stereotipi e pregiudizi, nel rispetto delle culture altre e delle differenze di genere e intergenerazionali. Chiediamo di non fare utilizzare le armi ai bambini e di non portarli in caserma, per favorire piuttosto contesti di pace: apriamo invece le scuole agli altri, ai diversi, agli ultimi, agli emarginati, agli oppressi e a tutti più deboli di cui tutti siamo parte nel tessuto sociale, comunitario e nel mondo.
La Costituzione italiana, a partire dall'articolo 11, disegna l'impianto di uno Stato che ripudia la guerra, ed è tale impianto che dovrebbe essere trasmesso alle nuove generazioni, soprattutto in contesti fondamentali per la loro crescita civile, come la Scuola.
Sarebbe davvero necessario impedire e non proporre ai bambini di fare uso di armi, promuovendo e favorendo invece un contesto di disarmo generalizzato. E' invece necessario convertire le caserme in luoghi di cultura, in ambiti di dialogo interculturale, interreligioso e di educazione alla pace e alla gestione e risoluzione nonviolenta dei conflitti.
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