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RECENSIONE:

Una generazione scomparsa - Libro di Daniele Biacchessi

Laura Tussi14 luglio 2017

Una generazione scomparsa

I mondiali in Argentina del 1978

Libro di Daniele Biacchessi - Una generazione scomparsa

 

Libro di Daniele Biacchessi

Recensione di Laura Tussi

Edizioni Jaca Book

 

L'importante libro storico di Daniele Biacchessi denuncia con una fitta e sempre ben documentata trattazione che in Argentina fino al 1983 si susseguono anni contrassegnati da numerosi governi militari e pochissimi esecutivi eletti con voto popolare e democratico.

"L'Argentina subisce un colpo di Stato ogni dieci anni" scrive Biacchessi.

"Nel 1955 una Junta militare elimina Peròn, chiude il Parlamento, la corte suprema di giustizia e impone lo stato d'assedio. Il capo dell'esercito scioglie tutte le istituzioni democratiche e ogni attività politica e sindacale, allaccia rapporti sempre più stretti con le alte autorità ecclesiastiche e con l'organizzazione clericale Opus Dei, che ottiene un importante ruolo governativo".

Nel frattempo, accanto ai montoneros, si organizza l'esercito rivoluzionario del popolo, un gruppo d'ispirazione trotzskista che mette in atto una resistenza urbana contro le forze armate e la polizia federale, e combatte contro la Junta militare al potere in Argentina dal 1966.

Ma nel Paese intanto crescono le attività dell'Alleanza Anticomunista Argentina, una formazione paramilitare della destra eversiva con il sostegno delle forze armate, responsabile di omicidi e attentati contro militanti di sinistra, sindacalisti e peronisti di sinistra. Vengono impiegate le forze armate per la lotta contro i montoneros e i gruppi rivoluzionari resistenti, mentre gli squadroni della morte scorazzano per il paese con il privilegio di impunità totale.

In Argentina vengono aboliti tutti i diritti civili, politici e sindacali.

I golpisti non trovano alcuna resistenza e opposizione. Il vero obiettivo dei dittatori argentini è eliminare i loro nemici: militanti di sinistra, montoneros, peronisti, radicali, trotskisti.

La persecuzione politica è clandestina, senza camionette e blindati.

Nel centro di Buenos Aires tutto sembra continuare nella più assoluta normalità. Fino al 1983, l'Argentina di Videla si trasforma in un immenso campo di concentramento, non visibile, coperto da occhi indiscreti, ma che opprime un intero popolo nel terribile Olocausto argentino.

L'Operazione Condor nasce dopo il colpo di Stato in Cile dell'11 settembre 1973. Progetta delitti e arresti illegali contro oppositori residenti all'estero. "Il segretario di Stato americano Henry Kissinger è certamente a conoscenza dell'Operazione Condor, tramite i suoi rapporti accertati con Contreras, con la C.I.A. e altri apparati internazionali coinvolti".

I killer dell'Operazione Condor si servono anche di uomini della destra eversiva italiana. A sostegno delle madri di Plaza de Mayo si contano innumerevoli concerti e canzoni come “Madri dei Desaparecidos” del gruppo irlandese U2 e di Sting, l’ex leader dei Police.

Dopo l'arresto dei loro genitori, dopo la nascita in carcere, centinaia di bambini ancora in fasce vengono affidati a famiglie di militari e a membri dell'alta borghesia, legati alla dittatura. I genitori naturali vengono invece torturati e poi uccisi, gettati dagli aerei nei voli della morte e sepolti in fosse comuni: desaparecidos.

Questi fatti, che scuotono le coscienze del mondo civile, si accompagnano alla miseria programmata imposta dalla politica economica del governo dittatoriale, in cui va ricercata la spiegazione di questi gravissimi crimini contro l'umanità, che coinvolgono il sistema delle multinazionali americane e internazionali, volto a strozzare l'Argentina.

"La dittatura, privatizzando le banche ha messo i risparmi e il credito nazionale nelle mani delle banche straniere e indennizzando la Itt e la Siemens, ha premiato le imprese che hanno truffato lo Stato, aumentando i profitti della Shell e della Esso" come scrive il giornalista, scrittore e intellettuale Rodolfo Walsh, in una lettera al governo militare, in cui denuncia i crimini della dittatura..

 "I lavori portati a termine per i campionati mondiali del 1978 offrono agli osservatori internazionali un falso prototipo di efficienza, ordine e tranquillità dell'Argentina sotto il regime militare" denuncia Biacchessi nella trattazione storica.

"E in Italia? in Italia il problema del regime argentino e della repressione quasi non esiste. La stampa italiana si limita a occuparsi del fatto sportivo e non approfondisce l'analisi della situazione politica e sociale del Paese. Le manifestazione delle madri di Plaza de Mayo vengono ignorate dai nostri mezzi di informazione. La dittatura Argentina cercò di utilizzare il mondiale del 1978 per coprire i crimini terribili che stava commettendo".

Licio Gelli ha intessuto una grande rete di rapporti in Argentina con personaggi di alto livello della politica, dell'economia, della finanza così vasta da consentirgli di acquisire privilegi impensabili per un qualsiasi cittadino straniero. Lo stesso colpo di Stato dei generali con il loro programma chiamato “Processo di Riorganizzazione Nazionale” risulta troppo simile al Piano di Rinascita della P2 e governo e diplomazia italiana scelgono il silenzio sul dramma dei diritti umani per non perdere la possibilità di fare affari con l'Argentina, attraverso cooperazioni e scambi commerciali.

Il presidente della Repubblica Sandro Pertini esprime una totale indignazione, inviando un telegramma durissimo al governo argentino, denunciando l'agghiacciante cinismo del comunicato col quale si annuncia la morte di cittadini argentini e stranieri scomparsi in Argentina nei tragici anni trascorsi sotto la dittatura militare, collocando i responsabili fuori dall'umanità civile: “Esprimo lo sdegno e la protesta mia e del popolo italiano in nome degli elementari diritti umani, così crudelmente scherniti e calpestati”, scrive il nostro Presidente Partigiano.

Note: su NUOVA RESISTENZA - Il contenitore dell'informazione e della controinformazione:
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su AgoraVox:
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sul Sito di DANIELE BARBIERI:
http://www.labottegadelbarbieri.org/una-generazione-scomparsa-i-mondiali-in-argentina-del-1978/

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