Sud Sudan. Il lungo e sofferto cammino verso pace, giustizia e dignità
Il futuro del Sud Sudan, per il momento, non ha preso la direzione auspicata da Padre Daniele e da tutti coloro che intravedevano un’occasione di rilancio nel referendum del 2011, che sancirà la separazione dal nord del paese, né la riconciliazione per la quale tanto si è speso lo stesso missionario sembra essere vicina, eppure il comboniano, vivendo a fianco di emarginati ed oppressi, ha la forza di scrivere con rinnovato ottimismo le sue lettere pastorali, trovando sempre dei lati positivi. In una delle sue prime missive da Mapuordit, la località dove Padre Daniele trascorrerà sette anni, confida al lettore: “Cercherò di farti entrare in punta di piedi dentro la realtà in cui vivo e cercherò di condividere la mia con il dovuto rispetto per una cultura e un popolo che comincio a conoscere passo dopo passo, così che ti possa sentire coinvolto in questa missione”. In effetti, scorrendo le pagine del libro, la capacità di coinvolgimento di padre Daniele è fortissima, forse perché, come ha scritto Papa Francesco nella prefazione, Moschetti “offre un ampio resoconto del generoso e appassionato impegno di tanti missionari e missionarie al fianco dei bisognosi e, soprattutto, di chi soffre a causa di perduranti conflitti, che causano morte e distruzione”.
La capacità di Padre Daniele è quella di farci calare nel cuore della missione: in poco tempo capisce, e fa capre al lettore, quali sono le necessità, le difficoltà, ma anche le aspirazioni e gli aspetti culturali che caratterizzano il popolo sud sudanese. Del resto, i comboniani sono dei missionari assai “movimentisti”, legati ad una realtà non solo internazionale, ma, sotto molteplici aspetti, internazionalista. È così, ad esempio, che Padre Daniele parla con entusiasmo della comunità comboniana che lo accompagnerà durante la sua esperienza in Sud Sudan: ci sono un togolese, un sudanese, un messicano e due italiani. Il loro impegno non è soltanto quello di fare apostolato missionario, ma di condividere la loro vita con tutto il popolo del Sud Sudan, con i ciechi, con i lebbrosi che vivono ai margini del villaggio di Mapuordit e con tutti coloro che affrontano con difficoltà la vita di ogni giorni indipendentemente dal credo religioso. La volontà di Padre Daniele di operare nella missione è tale che, sorretto certamente dalla fede religiosa, accetta di vivere in un paese le cui fondamenta sono tutte da costruire, non a caso è lui stesso ad evidenziare che in Sud Sudan “il popolo è stato espropriato di tutto: dalle risorse petrolifere e minerarie a quelle umane, religiose e di dignità”.
Monsignor Giorgio Biguzzi, vescovo emerito della diocesi di Makeni, in Sierra Leone, nota: “Padre Daniele ha vissuto il passaggio dall’euforia originale al martirio di questo popolo sofferente. Descrive questo esodo con stile diretto, incarnato nei volti della gente, intriso di forte realismo e di profonda spiritualità”. È proprio questa sua spiritualità così forte che gli permette di identificarsi nella frase che dice il Signore: “Non temere”! Per metterla in pratica, in un paese come il Sud Sudan, occorre avere una buona dose di speranza e fiducia, quella che Padre Daniele riesce a non perdere mai di vista in uno scenario caratterizzato da un conflitto civile interminabile, dove la questione umanitaria, i milioni di rifugiati, la costante penuria di prodotti alimentari ed un senso di insicurezza diffusa potrebbero mettere in discussione la fede e l’anelito verso un cammino comune di pace, giustizia e dignità.
Dallo scorso mese di luglio Padre Daniele non si trova più in Sud Sudan, ma, come dice Alex Zanotelli, “nel cuore della Bestia”, negli Stati uniti, dove insieme ad altri missionari di altre congregazioni religiose porterà avanti un ministero di giustizia e riconciliazione presso le Nazioni unite e il Parlamento americano. Tuttavia, Padre Daniele non si è dimenticato del popolo del Sud Sudan e del cammino che ha percorso per sette anni a fianco di questo popolo. Per questo motivo Moschetti ha scelto di scrivere Sud Sudan. Il lungo e sofferto cammino verso pace, giustizia e dignità: le offerte provenienti dalla vendita del libro saranno devolute a progetti sostenuti dai comboniani o da altri organismi presenti in Sud Sudan come “segno di solidarietà vera e fraterna alla gente di questo popolo crocifisso, uno dei tanti nella storia di questa umanità”.
Sud Sudan. Il lungo e sofferto cammino verso pace, giustizia e dignità
di Daniele Moschetti
Dissensi Edizioni, 2017
Pagg. 250
€ 14
Il testo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando la fonte e l'autore.
Articoli correlati
- Nessuna pace dopo l'indipendenza.
Il massacro del popolo del Sud Sudan in fuga da Pibor
Le violenze tra l'etnia Murle e i Lou Nuer continuano a mietere vittime tra i civili, ma i caschi blu dell'ONU e l'esercito pensano a proteggere i palazzi governativi.12 gennaio 2012 - Will Ross - Un esempio di Kenya "che funziona"
La St. John Sports Society di Korogocho: la celebrazione di un successo
14 febbraio 2008 - Oluoch Japheth
Sociale.network