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I segreti dell’arsenale nucleare israeliano

Il tecnico atomico Mordechai Vanunu rivela la produzione segreta di armi
Insight
Tradotto da per PeaceLink
Fonte: Sunday Times - 05 ottobre 1986

I segreti di uno stabilimento sotterraneo per la produzione di armi nucleari israeliane sono stati scoperti dal team Insight del The Sunday Times. Nascosta nei pressi del deserto del Negev, la fabbrica ha prodotto testate nucleari durante gli ultimi 20 anni. Adesso ha quasi sicuramente iniziato a produrre testate termonucleari con una produzione abbastanza grande da distruggere intere città.
Le informazioni riguardo la capacità di produrre bombe arrivano dalla testimonianza di Mordechai Vanunu, un 31enne israeliano che ha lavorato come tecnico nucleare per 10 anni nell'Istituto 2 – un bunker sotterraneo segreto costruito per fornire le componenti vitali necessarie per la produzione di armi a Dimona, il centro di ricerca nucleare israeliano.
La testimonianza di Vanunu ha sorpreso gli esperti di armi nucleari che erano stati contattati da Insight per verificare la sua attendibilità perché dimostra che Israele non solo ha una bomba atomica, cosa che veniva sospettata da tempo, ma che è diventata una delle maggiori potenze nucleari.
La testimonianza di Vanunu e le foto, che sono state analizzate da esperti nucleari su entrambe le sponde dell’Atlantico, dimostrano che Israele ha sviluppato le tecniche sofisticate e altamente segrete necessarie a costruire un formidabile arsenale nucleare.
Confermano che: Israele è al sesto posto tra le potenze nucleari dopo America, Unione Sovietica, Inghilterra, Francia e Cina con un arsenale molto più grande di quello di altri paesi, come India, Pakistan e Sudafrica, anch'essi sospettati di sviluppare armi nucleari. Israele ha posseduto uno stabilimento di produzione di armi nucleari per più di vent’anni, nascondendo i processi di estrazione del plutonio dai satelliti spia e dalle ispezioni indipendenti degli anni Sessanta seppellendolo vicino a edifici piccoli e poco usati.
Lo stabilimento è equipaggiato con tecnologie di estrazione del plutonio francesi che hanno trasformato Dimona da centro di ricerca civile in una struttura per la produzione di armi. La produzione di plutonio si aggira attorno ai 40 chilogrammi all’anno, abbastanza per produrre 10 bombe. Negli ultimi sei anni ha aggiunto ulteriori equipaggiamenti per realizzare componenti per dispositivi termonucleari.
Il reattore da 26 Megawatt, anch'esso costruito dai francesi, è stato ampliato e probabilmente adesso opera ad un regime di 150 Megawatt che permette di estrarre più plutonio. Un ingegnoso sistema di raffreddamento maschera l’emissione.
Gli scienziati nucleari consultati dal Sunday Times sono stati convinti dalle prove di Vanunu. Hanno calcolato che da 100 a 200 armi nucleari dal differente potere distruttivo sono state assemblate, 10 volte tanto la potenza nucleare israeliana prevista.
Gli scienziati includono anche Theodore Taylor, uno dei più grandi esperti mondiali di armi nucleari. Lui fu allievo di Robert Oppenheimer, il padre della bomba atomica e lavorò in America al progetto della prima bomba atomica. Successivamente diventò il capo della programmazione dei test nucleari del Pentagono.
Il dottor Taylor ha studiato le foto scattate da Vanunu dentro Dimona ed una trascrizione della sua testimonianza a Washington DC la scorsa settimana. Lui dice: “Non c’è nessun dubbio che Israele, da almeno un decennio, sia uno stato dotato di armi nucleari. Il programma nucleare israeliano è considerevolmente più progredito di quanto indicato da qualsiasi precedente rapporto o ipotesi di cui sono a conoscenza”
Aggiunge che la testimonianza di Vananu è ampiamente conforme con una capacità di produzione di 10 testate nucleari all’anno che sono significativamente più piccole, leggere e più efficienti dei primi tipi di armi sviluppate da Russia, America, Inghilterra, Francia e Cina.
Un’altro scienziato che ha confermato come autentica la testimonianza scoperta da Insight è il dott. Frank Barnaby, un fisico nucleare che ha lavorato a Aldermaston, il centro di ricerca nucleare britannico nel Berkshire e che recentemente si è dimesso dalla direzione dell’Istituto Svedese per le Ricerche di Pace, che controlla la proliferazione nucleare.
“Come fisico nucleare,” dice Barnaby, “mi è stato chiaro che i dettagli datimi erano scientificamente accurati e mostravano chiaramente che non vi ha solamente lavorato, ma che conosceva anche i dettagli delle tecniche di lavorazione. Ed inoltre i flussi dell’impianto che lui cita con precisione confermano la quantità di plutonio che viene estratta.”
Vanunu dice che a dispetto delle misure di sicurezza lui è stato in grado di introdurre una macchina fotografica dentro l'Istituto 2 e di fare più di 60 fotografie. Insight lo ha interrogato a lungo per quattro settimane e ha invitato Barnaby ad intervistare Vanunu in un tentativo di trovare crepe scientifiche nella sua storia. “La sua testimonianza è totalmente convincente”, ha concluso Barnaby.
La valutazione di Taylor e Barnaby è stata confermata da altri massimi scienziati nucleari ai quali sono state mostrate le foto e le prove dettagliate. Poiché lavorano in posizioni sensibili all’interno dell’industria energetica atomica inglese e nella produzione di armi nucleari hanno chiesto di rimanere anonimi.
Israele ha rifiutato di commentare le prove, ma ha confermato che Vanunu ha lavorato per la Commissione Israeliana per l’Energia Atomica a Dimona. E' risultato in esubero nello scorso novembre con altri 180 lavoratori di Dimona durante un taglio dei costi deciso dallo stabilimento. Gli uomini della sicurezza hanno sviluppato preoccupazioni riguardo lo sviluppo di contatti politici di Vanunu con studenti arabi della West Bank durante un corso di dottorato part-time che lui ha frequentato all’università di Beersheba.
Israele è una piccola nazione attorniata da stati arabi ostili. Molti dei quali hanno giurato parecchie volte di tentare di distruggere Israele e di gettare la sua gente nel mare. Sebbene le forze convenzionali israeliane siano state in grado di contenere gli attacchi arabi, si è sempre sospettato che gli israeliani per proteggersi volessero delle armi a cui ricorrere come ultima risorsa. Israele non avrebbe nessuna difficoltà a sganciare le sua bombe atomiche su uno qualsiasi dei suoi vicini arabi.
Si è detto, ma non provato, che quando Israele correva il pericolo di perdere la guerra dello Yom Kippur del 1973 dopo l’iniziale attacco egiziano, il primo ministro di allora, Golda Meir, aveva ordinato di spostare gli ordigni nucleari presso le basi aeree.
Lo scorso giovedì, una fonte del governo americano di allora, adesso in pensione, ha confermato l’incidente al Sunday Times.

Note: A cura di PeaceLink, traduzione di Chiara Panzera
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