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Inps, invalidi: l'interrogazione parlamentare

Attraverso la trasmissione «37e2» di Radio Popolare e un articolo su «ilfattoquotidiano.it», Vittorio Agnoletto, medico e professore universitario, ha posto l'attenzione sulla determinazione presidenziale n. 24 del 13 marzo 2018 dell'Inps
Laura Tussi30 ottobre 2018

Inps, invalidi: l'interrogazione parlamentare

Attraverso la trasmissione «37e2» di Radio Popolare e un articolo su «ilfattoquotidiano.it», Vittorio Agnoletto, medico e professore universitario, ha posto l'attenzione sulla determinazione presidenziale n. 24 del 13 marzo 2018 dell'Inps

  A sostegno delle nostre lotte con Vittorio Agnoletto

Atto Camera


Interrogazione a risposta scritta 4-01495

presentato da

FRATOIANNI Nicola

testo di

Lunedì 29 ottobre 2018, seduta n. 73

http://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=4/01495&ramo=CAMERA&leg=18

FRATOIANNI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

attraverso la trasmissione «37e2» di Radio Popolare e un articolo su «ilfattoquotidiano.it», Vittorio Agnoletto, medico e professore universitario, ha posto l'attenzione sulla determinazione presidenziale n. 24 del 13 marzo 2018 dell'Inps, «Piano della performance 2018-2020», che individua gli obiettivi da raggiungere per i dipendenti dell'Inps per accedere a forme di integrazione e incentivo salariale;

questi obiettivi sembrano quasi un invito ai medici dell'Inps a revocare quante più prestazioni di invalidità civile e prestazioni dirette per malattia, per ottenere incentivi economici;

tali indicazioni possono determinare che i medici, nel valutare il grado d'invalidità di un cittadino, avranno un loro privato interesse economico che si scontrerà con il dovere professionale di agire secondo scienza e coscienza e il cittadino potrà avere sempre il dubbio che la sua condizione non sia valutata oggettivamente, con un conseguente forte calo di fiducia verso l'amministrazione pubblica;

l'Associazione nazionale medici Inps, l'Ordine dei medici e diverse associazioni di invalidi hanno contestato questi obiettivi ritenendoli incompatibili con le norme deontologiche e condannando la scelta di premiare i medici che «tagliano» le prestazioni;

da una determina così fatta, le prime a farne le spese sarebbero le persone con invalidità, spesso già abbandonate a se stesse da un sistema sanitario nel quale crescono le liste di attesa e le spinte verso il privato, per chi può permetterselo;

l'idea che qualcuno possa solo ritenere di essere ricompensato da una struttura dello Stato se cancella dei diritti secondo l'interrogante è indecente e inaccettabile;

l'elemento premiale avrebbe potuto incentrarsi sull'aumento del numero dei controlli, sulla riduzione dei tempi di effettuazione degli accertamenti sanitari, di approvazione dei relativi verbali e di comunicazione degli esiti ai soggetti interessati, evitando di alimentare il dubbio per cui ogni risparmio sarebbe il frutto di un diritto negato dietro incentivo al medico;

il Governo ha risposto in modo insoddisfacente a una interpellanza urgente alla Camera, ad avviso dell'interrogante riconoscendo nei fatti l'illegittimità del provvedimento e la preminenza della salute pubblica e dell'articolo 32 della Costituzione su qualunque principio economico e finanziario, ma al tempo stesso limitandosi ad annunciare un'azione di vigilanza affinché nella futura programmazione non sia più previsto tale indicatore. Se un provvedimento è illegittimo, sarebbe assurdo attendere il 2021 per cancellarlo;

lo stesso presidente dell'Inps non fornisce, a giudizio dell'interrogante, giustificazioni accettabili sul piano deontologico e legale per giustificare tali incentivi. Boeri afferma che, essendo l'indicatore valutato a livello regionale, sarebbe;

impossibile per un singolo professionista incidere col proprio comportamento sulla sua retribuzione. Ma le regole sulla suddivisione del premio di risultato non hanno nulla a che vedere con il contenuto della determinazione in questione. Sostiene inoltre che tali indicatori incidono poco sull'insieme dell'incentivo. Anche questa osservazione non ha nulla a che fare con l'oggetto della discussione: se è illegittimo e contro il codice deontologico è irrilevante quanto incide, va comunque cancellato. Infine, l'incentivo è collegato unicamente alle visite di revisione e verifica dell'invalidità civile come se si trattasse di un'attività molto limitata, mentre, essendo l'Inps a svolgere in tutta Italia le visite di revisione (non le prime visite che restano di competenza delle Asl, tranne in tre regioni e alcune province), l'incentivo finisce per essere collegato proprio all'attività principale che svolgono i medici all'Inps –:

se il Governo, considerato che per l'interrogante è insufficiente il solo impegno a vigilare sulla futura programmazione, intenda adottare le iniziative di competenza affinché l'Inps ritiri la determina presidenziale n. 24 del marzo 2018 che prevede un incentivo economico ai propri medici in basa a quante prestazioni per malattia e invalidità riusciranno a revocare, in quanto, a parere degli stessi, violerebbe il codice deontologico dei medici. 
(4-01495)

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