Perché in Congo il governo oscura Internet?
Perché il governo congolese oscura Internet?
Non vi sarebbe alcuna ragione di oscurare Internet se il presidente uscente Joseph Kabila fosse fiducioso di aver vinto le elezioni tenutesi una settimana fa nella Repubblica Democratica del Congo.
Un governo autoritario che non vuole mollare il potere
Per la verità Kabila non poteva candidarsi per la terza volta e per questo aveva rinviato più volte le elezioni. Aveva anche represso il dissenso con azioni inaccettabili per di prolungare la propria permanenza al potere. E aveva scelto il proprio successore: Emmanuel Ramazani Shadary. Ma questa candidatura alle elezioni non sembra aver raccolto il consenso sperato da Kabila, anche perché Emmanuel Ramazani Shadary è stato contestato per l'uso sproporzionaro della forza e per azioni repressive in qualità di ministro degli interni e responsabile dei servizi segreti del governo Kabila. Alle sanzioni dell'Unione Europea il governo congolese ha reagito cacciando l'ambasciatore europeo.
A questo proposito si legge sull'ANSA: "L'anno scorso l'Ue ha sanzionato l'ex ministro degli interni Shadary per aver ostacolato il processo elettorale in Congo e per aver represso i manifestanti arrabbiati per il lungo ritardo del voto. Le elezioni per designare il successore di Joseph Kabila sono state posticipate da almeno due anni, innescando tensioni e violenze con morti".
Gli interessi economici e le stragi di massa
Attorno alla regione del Congo c'è un torbido intreccio lobbistico collegato agli interessi estrattivi (ad esempio il cobalto) e la politica delle grandi potenze si è regolata verso chi ha governato in base a convenienze economiche, contese commerciali e interessi geopolitici. Per questo la voce della società civile congolese è rimasta in secondo piano rispetto agli appetiti di potere interni ed esterni alla Repubblica Democratica del Congo. In questa nazione negli anni Novanta si sono combattute guerre interne con sei milioni di morti, nel silenzio complice della comunità internazionale, a conclusione di una lunga storia di genocidi e violenze.
La società civile per la democrazia
La società civile nella Repubblica Democratica del Congo negli anni Novanta non aveva Internet per comunicare le stragi e tutto avvenne nel silenzio. Ecco perché Internet è stato sempre un terreno di contesa tra una potere recalcitrante a promuovere la comunicazione telematica (già difficile tecnicamente in condizioni ambientali spesso proibitive) e un'opposizione civile che sulla comunicazione elettronica ha contato per far sentire la propria voce.
Ecco perché è grave che il governo della repubblica Democratica del Congo blocchi le comunicazioni elettroniche con la scusa di voler evitare disordini, ma con la chiara consapevolezza che proprio la rete di osservatori - che hanno assistito alle elezioni e allo spoglio delle schede elettorali - può sfruttare sms, email e web per coordinarsi, informare e convogliare su questa zona del mondo l'attenzione internazionale.
Il diritto a Internet come diritto umano
Su PeaceLink stiamo coninciando a dare informazioni su questa situazione sempre più grave e inaccettabile.
PeaceLink, nello Statuto, definisce la sua mission anche nella "cultura della legalità e dei diritti civili, in particolare i diritti telematici, i diritti all'espressione multimediale del pensiero e i diritti al pluralismo informativo".
Bloccare le comunicazioni telematiche è un'operazione autoritaria e foriera di sviluppi ancora più gravi.
Usare Internet è un diritto e bloccare Internet è una violazione dell'articolo 19 della Dichiarazione Universale dei diritti umani, che recita:
"Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, riceve e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere".
Ecco perché ritenuamo odioso il blocco di Internet e di tutte le forme di comunicazione elettronica e agiremo in tutte le sedi perché nella Repubblica Democratica del Congo vengano rispettati i diritti umani, base fondamentale per il pieno esercizio della sovranità popolare, quella sovranità che in Congo la popolazione vuole esercitare, finalmente, dopo tanti anni di dittatura e di repressione.
In Congo ha vinto l’opposizione ma il governo oscura Internet e rinvia la comunicazione dei dati elettorali
https://lists.peacelink.it/news/2019/01/msg00005.html
Il potere di Kabila vacilla in Congo, Internet e sms cellulari bloccati dato che si profila la vittoria del candidato vicino alla società civile
https://lists.peacelink.it/news/2019/01/msg00003.html
Kabila in Congo non vuole ammettere la sconfitta e blocca l’accesso a Internet
https://lists.peacelink.it/news/2019/01/msg00002.html
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