Patrice Lumumba, testimone della dignità umana, amico della nonviolenza, costruttore di pace
Nell'anniversario della sua uccisione, giovedi' 17 gennaio 2019 il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo lo ha commemorato.
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Una breve notizia su Patrice Lumumba
Patrice Lumumba, eroico combattente nonviolento per la dignita' umana, la liberazione dei popoli, la giustizia e la pace, militante anticolonialista, antimperialista e panafricanista, nacque a Onalaua il 2 luglio 1925, lotto' per l'indipendenza del Congo e vinte le prime elezioni democratiche nel 1960 fu primo ministro del paese e ne proclamo' l'indipendenza. Ma per volonta' dei poteri colonialisti e imperialisti, e dei loro complici e sicari, fu assassinato presso Elisabethville, in Katanga, il 17 gennaio 1961.
Tra le opere di Patrice Lumumba: Le Congo, terre d'avenir, est-il menace'?, Bruxelles 1961; Liberta' per il Congo, Editori Riuniti, Roma 1961; Congo, my country, London 1962; Recueil de textes, Cetim, Geneve 2013; Discorsi politici, Fuorilinea, Monterotondo 2016; vari scritti di Lumumba si trovano in J. van Lierde, La pensee politique de Patrice Lumumba, Bruxelles 1962.
Tra le opere su Patrice Lumumba: Alessandro Aruffo, Lumumba, Erre Emme, Roma 1991; Ludo De Witte, L'assassinat de Lumumba, Karthala, Paris 2000; Emmanuel Gerard, Bruce Kuklick, Death in the Congo: murdering Patrice Lumumba, Harvard University press, Cambridge (Massachusetts) - London 2015; Pierre Halen, Janos Riesz (a cura di), Patrice Lumumba entre Dieu et diable: un heros africain dans ses images, L'Harmattan, Paris-Montreal 1997; Thomas Kanza, Conflict in the Congo: the rise and fall of Lumumba, Penguin, Harmondsworth 1972; Serge Michel, Uhuru Lumumba, Paris 1962; Jean Omasombo Tshonda, Benoit Verhaegen, Patrice Lumumba: jeunesse et apprentissage politique 1925-1956, L'Harmattan, Paris 1998; Davide Rossi, Patrice Lumumba, il Congo, l'Africa, Pgreco, Milano 2015; Jean-Paul Sartre, Il pensiero politico di Patrice Lumumba, in Idem, Il filosofo e la politica, Editori Riuniti, Roma 1972; Edwine Simons, Roupen Boghossian, Benoit Verhaegen, Stanleyville 1959: le proces de Patrice Lumumba et les emeutes d'octobre, L'Harmattan, Paris 1996; Jean-Claude Willame, Patrice Lumumba: la crise congolaise revisitee, Karthala, Paris 1990.
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Svolgendo il discorso commemorativo, il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha evidenziato gli aspetti principali della vita, dell'azione e della riflessione di Lumumba, il suo appello e il suo lascito all'umanita', e cosa occorre fare oggi per proseguirne la lotta.
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Lumumba e' stato un amico della nonviolenza, un pensatore della nonviolenza, un combattente nonviolento, un martire dell'umanita'.
Come Rosa Luxemburg, come Mohandas Gandhi, come Martin Luther King, come Marianella Garcia, come Chico Mendes, come Berta Caceres e come innumerevoli altre ed altri combattenti nonviolenti per la pace e per la giustizia, per il bene comune dell'umanita' intera, e' stato assassinato dai poteri dominanti.
Ma la sua morte non solo non annienta il valore del suo pensiero e della sua azione, ma fa della sua testimonianza un appello che giunge al cuore di ogni essere umano e muove l'intera umanita' all'impegno comune per il bene comune.
Nel suo giustamente celebre saggio dedicato a Lumumba, Jean-Paul Sartre esordiva con le indimenticabili parole: "Lumumba, Fanon: questi due grandi morti rappresentano l'Africa. Non solo la loro nazione: tutto il loro continente". Ci sia consentito di aggiungere: e non solo l'Africa, ma l'umanita' intera.
Cosi' come l'umanita' intera rappresentano Martin Luther King e Malcolm X.
E Nelson Mandela. E Wangari Maathai.
Ricordare Patrice Lumumba significa allora ascoltarne la voce e proseguirne l'azione.
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E ponendoci all'ascolto e alla sequela di Lumumba e delle altre maestre e degli altri maestri della nonviolenza in cammino, noi sappiamo bene che tutto si tiene: la rapina del Nord sul Sud del mondo; lo sfruttamente capitalista ed imperialista, colonialista e neocolonialista, razzista e schiavista; la migrazione forzata di popolazioni innocenti vittime di guerre e dittature, di fame e disastri ambientali, dello sfruttamento schiavista, rapinatore, ecocida che i poteri dominanti impongono sull'intero pianeta; la devastazione della biosfera; la violenza maschilista che e' prima radice e primo modello di ogni altra violenza.
Tutto si tiene sul versante del male.
E tutto si tiene sul versante del bene che al male si oppone.
E quindi una e' la nostra lotta: per la pace e la giustizia sociale, per i diritti umani di tutti gli esseri umani e per la difesa della biosfera, contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.
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E qui e adesso la nostra lotta deve essere innanzitutto contro la folle e scellerata violenza razzista del governo italiano.
E ricordiamo dunque ancora una volta - ripetendo parole gia' tante volte pronunciate e scritte - alcuni fatti da non dimenticare.
Che il governo italiano esplicitamente predica e pratica l'omissione di soccorso nei confronti dei naufraghi in pericolo di morte nel Mediterraneo.
Che il governo italiano tresca con i vari potentati libici per cercar di impedire che le persone in Libia schiavizzate e prigioniere nei lager possano trovar scampo giungendo in Europa.
Che il governo italiano diffama, aggredisce e sabota i soccorritori volontari che nel Mediterraneo salvano vite umane.
Che il governo italiano per bocca del suo vero dominus conduce una martellante campagna di istigazione all'odio razzista.
Che il governo italiano ripetutamente per bocca del suo dominus avanza e propaganda l'idea nazista di effettuare schedature etniche.
Che il governo italiano con il cosiddetto "decreto sicurezza" introduce in Italia un regime di apartheid, impone mostruose violazioni dei diritti umani, fa strame della stessa Costituzione della Repubblica Italiana (la legge fondamentale del nostro ordinamento giuridico cui i ministri fedifraghi hanno pur giurato fedelta' assumendo il loro incarico).
Che il governo italiano abolendo la protezione umanitaria priva di ogni sostegno migliaia e migliaia di persone gettandole nella miseria, nella disperazione, nella fauci dell'economia schiavista e della criminalita' organizzata.
Che il governo italiano non solo mantiene i campi di concentramento in Italia (un crimine e un'infamia che si protrae ormai dal finire del secolo scorso) ma addirittura li incrementa, e vi prolunga i tempi di arbitraria detenzione.
Che il governo italiano intende effettuare massicce deportazioni esponendo le vittime al pericolo di tremendi soprusi e finanche di morte.
Che il governo italiano agisce di fatto per demolire il diritto d'asilo, e si adopera per cancellare efficaci ed ammirevoli esperienze di solidarieta', di soccorso, di accoglienza, di assistenza.
Che il governo italiano invece di contrastare gli schiavisti opprime vieppiu' le loro vittime.
Che il governo italiano continua a negare il diritto di voto a milioni di persone che in Italia vivono, lavorano, pagano le tasse e sono esempio di rettitudine, di generosita', di virtu' civiche.
Che il governo italiano continuando a negare l'ingresso nel nostro paese a chi e' in fuga da guerre e fame, da schiavitu' e disastri ambientali, impedisce a chi ne ha assoluto bisogno - e pieno diritto - di giungere nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro; e cosi' favoreggia di fatto le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani.
Questo accade oggi, e da mesi, nel nostro paese.
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E ricordiamo altresi' ancora una volta - ripetendo parole gia' tante volte pronunciate e scritte - alcuni impegni necessari e urgenti.
Ovvero promuovere una campagna nonviolenta di resistenza civile al razzismo che si proponga precisi, indispensabili, urgenti obiettivi:
- che siano revocate tutte le misure razziste imposte dall'attuale e dai precedenti governi, e si torni nell'alveo della legalita' costituzionale e del rispetto della Dichiarazione universale dei diritti umani;
- che il governo razzista e golpista rassegni le dimissioni;
- che i ministri responsabili di gravissimi reati ne rispondano nelle aule di giustizia;
- che siano riconosciuti tutti i diritti umani, e tra essi in primis il diritto di voto, a tutte le persone che vivono nel nostro paese;
- che sia riconosciuto a tutte le persone il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro, e che sia concretamente garantito il diritto d'asilo come stabilito nell'articolo 10 della Costituzione;
- che sia finalmente adeguatamente contrastata l'economia schiavista ed ogni altro atto di persecuzione e di sopraffazione.
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Nel ricordo di Patrice Lumumba proseguiamo nella lotta nonviolenta contro ogni oppressione, contro ogni menzogna, contro ogni violenza.
Nel ricordo di Patrice Lumumba proseguiamo nella lotta nonviolenta per la liberazione di tutti i popoli e di tutte le persone.
Nel ricordo di Patrice Lumumba proseguiamo nella lotta nonviolenta per i diritti umani di tutti gli esseri umani e per la difesa dell'intero mondo vivente casa comune dell'umanita'.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Condividere il bene ed i beni.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.
Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 17 gennaio 2019
Mittente: "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt@gmail.com (segnaliamo che il Centro cura dal 2000 la pubblicazione del notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" cui e' possibile abbonarsi gratuitamente attraverso il sito www.peacelink.it)
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