Mosaico di Pace - Gli orizzonti del pluralismo religioso
Brunetto Salvarani - L'orizzonte del pluralismo religioso
La Chiesa e il pluralismo religioso
Libro di Peter Phan
Introduzione di Brunetto Salvarani
Recensione di Laura Tussi
Pazzini Editore, Collana diretta da Marco Dal Corso
Il filosofo Edgar Morin situa tra gli insegnamenti per un’educazione futura, il principio dell’identità terrestre.
La conoscenza dell’era planetaria lungo il XXI secolo e la coscienza dell’identità terrestre dimostrano che ogni porzione del mondo è interdipendente, interrelazionale, intersolidale, ossia interculturale.
Secondo il coautore del libro di Peter Phan - edito da Bazzini, collana diretta da Marco Dal Corso - Brunetto Salvarani, l’invito di Morin a educarci alla terrestrità è il punto di partenza di un’educazione alla cittadinanza globale e locale, ossia glo-cale, una cittadinanza attiva responsabile e capace di grandi trasformazioni in atto: le sfide del Terzo Millennio, dalla lotta alle povertà al disarmo nucleare alla tutela del clima e dell'ambiente. Una possibile svolta riflessiva sulla mobilità delle genti e del genere umano e dei diritti della persona, della nostra comune umanità, sospesa tra l’incertezza di Bauman, il percepirsi una comunità di rischio (Beck) nel dominio delle passioni tristi di Schmit, soffocata dal predominio di inediti tribalismi, di etnocentrismi, localismi e chiusure identitarie.
La nostra umanità si rivela fragile, in preda alla solitudine, instabile, incapace di tessere rapporti sociali non funzionali o puramente utilitaristici, nella chiave hobbesiana dell’homo homini lupus. Per questo è valido e attuale il monito evangelico a resistere, declinando nell’oggi la fede come resistenza espressa nel Vangelo per i diritti degli ultimi, degli oppressi, delle vittime, dei poveri, degli emarginati. Infatti l’odierno pluralismo culturale e religioso è un appello alla promozione umana, all'umanizzazione del nostro pianeta.
Stiamo attraversando, senza nasconderci contraddizioni e limiti, un periodo di trasformazione profonda e non scontata nella storia delle religioni, e delle istituzioni in cui sono organizzate: il mutamento silenzioso che si sposta verso tutti i Sud del mondo, in Africa, America Latina, Asia.
Huntington nel suo bestseller ha fondato la vulgata dello scontro tra le civiltà: "lo scontro delle civiltà e il nuovo ordine mondiale", riferendosi al cristianesimo come fenomeno occidentale.
Ma, al contrario, il cristianesimo sta diventando un fatto globale e sta letteralmente andando verso sud, strutturando una "terza chiesa" nel cosiddetto "terzo mondo". Già nel 1966 si parlava del Concilio Vaticano Secondo come il germe di una chiesa mondiale che avrebbe trovato nuove espressioni nella diversità conciliata di popoli e culture, che vedeva il XXI secolo come fautore di una chiesa mondiale, realizzata nei diversi contesti sociali e nelle varie culture, con un'inculturazione nella pratica dell'inculturalità, in una comunità di apprendimento e di esperienze reciproche. Le religioni potrebbero diventare fattore di pace e di convivenza positiva nel contesto di una coscienza sempre più planetaria, nel riconoscimento rispettoso e accogliente della diversità di fedi e culti, in un clima di laicità positiva, per promuovere un serio e corretto dialogo interreligioso come professava il cardinale Martini. La svolta epocale del pluralismo significa una frammentazione dell’umano in tante storie differenti e irriducibili reciprocamente.
Facciamo riferimento al pluralismo religioso che si fa portavoce dei temi strategici della povertà, dei diritti umani, della pace, del disarmo nucleare, della custodia del creato come professa con grande forza Papa Francesco. Il pontefice, proprio perché se ne è fatto carico, è generalmente considerato un grande punto di riferimento morale e culturale, opinione da condividere se non si ignorano le sue - del Papa - persistenti zavorre integraliste, del resto tipiche dell'istituzione-Chiesa così come essa si configura attualmente (vedi identificazione tra aborto ed assassinio).
Forse mai come nella congiuntura attuale si avverte la necessità di un antidoto più efficace contro ogni forma di violenza, nell’educazione alla scoperta e all’accettazione della differenza come ricchezza e fecondità, perché "Al principio del dialogo vi è l'incontro".
Il libro di Peter Phan, introdotto da Brunetto Salvarani, si propone lo sviluppo di una linguistica ecclesiologica che abbia il pluralismo religioso come sua semantica, il dialogo come sua sintassi, per una maniera pragmatica e rinnovata di elaborazione delle fedi, in una riflessione sull' ecclesiologia asiatica e non solo, per ripensare la maniera di "essere e fare chiesa" nel tempo del pluralismo religioso, per procedere oltre le frontiere come terre del futuro dove pronunciare le molteplici identità, dove praticare il dialogo, l’incontro, l’accoglienza, l’ospitalità e vivere il meticciato culturale e religioso per "abitare le frontiere e spingere il pensiero a dire l’inedito".
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