Lettera ai familiari degli ostaggi in Iraq
tra voi a manifestare subito per il ritiro immediato dei militari italiani
dall'Iraq e per la salvezza dei tre ostaggi.
In premessa, per non iscrivere anche noi alla lunga schiera degli ipocriti,
ricordiamo che non siamo tra quanti distinguono le vittime dalla
nazionalità, né abbiamo certo simpatia per il lavoro che i vostri cari
svolgevano in Iraq: garantire la sicurezza a multinazionali calate come
avvoltoi su un paese spogliato e distrutto.
Eppure riteniamo strumentale e inumano il ricatto della cosiddetta
"fermezza". Così come non comprendiamo le voci che denunciano il rischio di
strumentalizzazione e perdita di autonomia del movimento contro la guerra.
Preferiamo attenerci alla semplicità dei fatti.
Noi siamo tra i milioni di fratelli e sorelle scesi in piazza per
denunciare una guerra imperiale e ingiusta che minacciava lutti atroci alle
popolazioni dell'Iraq e del mondo intero. Ora che quella tragica previsione
si è avverata sono semmai rafforzate le ragioni della mobilitazione di
quanti pretendono l'immediata cessazione dell'occupazione militare e la
fuoriuscita da questo incubo globale.
E c'è un importante motivo in più se questa mobilitazione oggi rappresenta
un segnale per contribuire alla salvezza di tre persone che rischiano di
essere abbandonate dall'ipocrisia del governo. Dietro la linea della
fermezza si cela infatti solo la rigida difesa dell'occupazione e la
subalternità alla politica anglo-americana.
L'odio e il fondamentalismo "occidentale" del governo Berlusconi seguono
una logica inquietante dell'occhio per occhio che alla fine rischia di
farci rimanere tutti ciechi e vittime della barbarie della guerra globale
permanente.
I movimenti invece non devono dimostrare a nessuno la propria autonomia
politica e culturale. La retorica del "non cedere al ricatto" non può
ridurli all'inazione in un momento così drammatico in cui l'unica bussola
possibile è quella della coerenza coi propri valori e i propri obiettivi.
Le titubanze di alcuni ci sembrano figlie non della paura di una
impossibile identificazione con chi gestisce il rapimento, quanto piuttosto
delle ambiguità nel seguire l'esempio spagnolo per proporsi come
alternativa a Berlusconi e portare il paese fuori dal vietnam irakeno.
Contraddizioni di chi si propone come alternativa all'attuale classe
dirigente senza avere una visione seriamente alternativa, non nostre che
siamo tra i tanti che questo mondo non aspirano a dirigerlo ma a cambiarlo
radicalmente.
Per questo pensiamo e crediamo che in tantissimi raccoglieranno l'invito
alla mobilitazione immediata.
Articoli correlati
- Il 26 maggio 2004 il New York Times riconobbe i propri errori pubblicando un articolo
Le presunte armi di distruzione di massa di Saddam in Iraq
Giornali come il New York Times, fino al 2003 ostili alla guerra, finirono per accettare come veritiere le affermazioni di Powell e per considerare ineluttabile l'intervento armato. A guerra terminata non fu trovata alcuna traccia di quelle fantomatiche armi.16 novembre 2023 - "Breaking News", una volta tanto in positivo
Il Regno Unito riconosce i crimini dell'ISIS contro gli Yazidi
Cercare giustizia è necessario per coloro che hanno perso la vita e per le vittime sopravvissute. E la storia merita di essere riconosciuta.2 agosto 2023 - Gulala Salih - Un recente studio scientifico ripropone la questione
Problemi di salute mentale dei veterani e militari americani
Dopo due decenni di guerra continua in Afghanistan, una crescente popolazione di veterani si presenta per cure di salute mentale. La depressione rimane una delle principali condizioni di salute mentale nei militari. E ogni anno più di seimila si suicidano. - How to fight against war disinformation? Julian Assange shows a way
"My one and only New Year's Resolution": Letter from an ex-pacifist (now no longer "ex")
January 1st of each year is the time for formulating resolutions to keep or break (usually the latter) during the 365 days ahead. So Martina, an ex-pacifist who now is no longer “ex”, has decided to make only one resolution for 2023. “That way,” she says, “I’m sure to keep it.”8 gennaio 2023 - Patrick Boylan
Sociale.network