Noi siamo i calzini. Un'esperienza di vita, un libro.
Le differenze, geografiche culturali linguistiche ideologiche, possono e devono costituire la base per il benessere e il benvivere individuale e collettivo nella convivenza e nell’accoglienza reciproca. Sebbene sempre più spesso accada il contrario.
Chi non ha vissuto conflitti divenuti piuttosto veri e propri scontri? Chi non ha sofferto nell’essere ai margini di una situazione nella quale c’è una corrente dominante che decide e magari esclude? Chi per una erronea percezione e gestione del conflitto non ha nell’animo ferite dolorose anche profonde?
Il pastore battista americano Daniel Buttry con il suo libro "We are the socks" utilizza la metafora dei “calzini” a partire da una delle sue esperienze missionarie in Liberia, durante la quale l’aver semplicemente portato nella valigia qualche paio di calzini in più gli ha dato la possibilità di aiutare un individuo che aveva i piedi completamente piagati da un paio di scarpe di cuoio duro calzate senza protezione. Ecco che i calzini in quell'occasione furono un aiuto concreto, costituirono la possibilità di curare e guarire le ferite divenendo l’opportunità di continuare il cammino insieme.
Ed ecco che “noi siamo i calzini” e possiamo fare la differenza nelle situazioni drammatiche di spaccatura, di violenza e di conflitto. Come quelle cruente eppure pulsanti di speranza che ci può raccontare chi va in missione, quella veramente di Pace, o come quelle che viviamo quotidianamente in famiglia o sul luogo di lavoro.
Il conflitto, vero e proprio spazio privilegiato di azione, è da vivere come un’opportunità di cambiamento e di miglioramento: per questo alla fine non c’è chi vince e chi perde ma, nell’ascolto reciproco, vi è la soluzione partecipata e condivisa e win-win è l'espressione in lingua inglese per dire "vincente-vincente", o anche "io vinco - tu vinci".
Fondata su "Getting to yes", "L'arte del negoziato", di Roger Fisher e William Ury, la negoziazione disciplinata prevede quattro step: l'identificazione dei bisogni e degli interessi, l'elencazione delle opzioni che rispondono ai bisogni identificati, la definizione di criteri oggettivi per la soluzione, l'allargamento e il perfezionamento delle opzioni. I primi tre momenti sono individuali e poi condivisi, l'ultimo prevede la partecipazione di tutte le parti che divengono protagoniste della soluzione.
Come non pensare allora all'accoglienza reciproca e alla convivialità delle differenze? Come non pensare alla filosofia africana dell' “Umuntu ngumuntu ngabantu”? "Io sono perchè noi siamo" o anche "una persona è una persona con la gente" e, d'altronde, anche un calzino spaiato non serve a nulla!
https://www.youtube.com/watch?v=gW2E9HP5mc4
Approfondimento su "Getting to yes":
in inglese https://en.wikipedia.org/wiki/Getting_to_Yes
in italiano https://www.stefanocera.it/2018/08/21/recensione-de-larte-del-negoziato-parte-1-gli-autori-e-presentazione-del-libro/
Il libro è stato presentato a Mottola (TA) per l'incontro Trasformazione dei conflitti su basi bibliche della Chiesa Evangelica Battista
http://www.acebpugliabasilicata.org/mottola---chiesa-evangelica-battista---trasformazione-dei-conflitti-su-asi-bibliche---articolo-.html
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