Sarà il Covid-19 a salvare il mondo?
Mentre l'epidemia si allarga nel mondo a macchia d'olio, questa riflessione di Ira Helfand, Arun Mitra e Tilman Ruff (vedi nota) è un'analisi che porta lontano. Intrecciando le urgenze di oggi e partendo dalla considerazione di quanto le preoccupazioni e gli allarmi avessero risuonato da decenni dalla comunità sanitaria mondiale. Portando il paragone del "non chiediamoci 'se' ma 'quando'" nell'insorgere delle pandemie, ad emergenze anche più gravi: che hanno i nomi (nel periodo attuale assai poco evocati) di cambiamento climatico e - questo poi ancor meno evocato (ed è doverosamente da sottolineare anche qua, non col 'se' ma col 'quando') - della futura catastrofe nucleare.
"Nel mezzo di una pandemia, come quella che stiamo attraversando ora, è difficile immaginare che le cose sarebbero potute andare ancora peggio. Avremmo potuto essere afflitti da un diverso e molto più devastante tipo di virus con un tasso di mortalità molto più elevato. Sarebbe potuto essere ancora più contagioso del Covid-19. La prossima pandemia, e ce ne saranno altre, potrebbe, in effetti, essere più intensa. Possiamo e dobbiamo imparare da questo disastro e prepararci meglio per i futuri focolai.
Se c'è una lezione che possiamo imparare da questa crisi, è questa: quando gli esperti ci dicono che il cielo cadrà se non agiamo, è meglio che agiamo o il cielo potrebbe davvero cadere. E dobbiamo applicare questa lezione alle altre due minacce esistenziali che l'umanità deve affrontare: la crisi climatica e il crescente pericolo di una guerra nucleare."
Riguardo la crisi climatica:
"Gli avvertimenti della comunità scientifica non potrebbero essere più chiari. Se non smettiamo di fare affidamento sui combustibili fossili e non raggiungiamo emissioni nette a zero carbonio entro il 2050, stiamo condannando il pianeta e i nostri figli a una catastrofe climatica che renderà inabitabili ampie parti del pianeta, spostando centinaia di milioni di persone e causando sofferenze umane su scala inimmaginabile."
e poi:
"In relazione al pericolo di una guerra nucleare, gli avvertimenti sono stati ugualmente chiari, sebbene abbiano ricevuto molta meno attenzione. L'ex segretario alla Difesa William Perry ha ripetutamente affermato che siamo più vicini a una guerra nucleare di quanto lo fossimo durante la Guerra Fredda. Il gruppo di esperti del Bulletin of the Atomic Scientists, che comprende 13 premi Nobel, ha valutato che "la situazione della sicurezza internazionale è ora più pericolosa di quanto non sia mai stata". Quest'anno hanno impostato il loro iconico Doomsday Clock a 100 secondi a mezzanotte - una potenziale catastrofe globale - la più vicina mai raggiunta all'apocalisse planetaria.
La comunità sanitaria si sta piegando sotto lo sforzo dell'attuale pandemia; crollerebbe se anche una sola bomba nucleare venisse usata contro un bersaglio urbano. Una guerra nucleare, anche una guerra nucleare limitata, sarebbe un disastro per l'intero pianeta."
"Se ascoltiamo e prendiamo sul serio gli avvertimenti degli esperti, possiamo evitare queste calamità. In caso contrario, il cielo potrebbe davvero caderci addosso. Sopravviveremo a questa pandemia e se impariamo da essa, forse Covid-19 salverà il mondo."
Saranno i nostri governanti tanto saggi da imparare a superare, con la stessa urgenza (non da tutti purtroppo) adesso manifestata, le sfide terribili che l'umanità dovrà affrontare? Solo così l'attuale pandemia segnerà - in positivo - la fine di un'epoca.
Note:
Ira Helfand è medico di medicina d'urgenza a Northampton, Massachusetts. Arun Mitra è chirurgo che lavora nella città di Ludhiana, in India. Tilman Ruff è medico per la salute pubblica e le malattie infettive e professore associato presso il Nossal Institute for Global Health, University of Melbourne
Sono co-presidenti dell'International Physician for the Prevention of Nuclear War (IPPNW) Premio Nobel per la Pace nel 1985.
L'intero testo originale si può trovare a questa pagina nel sito della CNN
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È stato co-fondatore dell'International Physicians for the Prevention of Nuclear War (IPPNW), che ha vinto il Premio Nobel per la Pace nel 1985. Ha sostenuto che la medicina non potesse limitarsi a curare le malattie individuali senza occuparsi delle minacce globali, come la guerra nuclearAlessandro Marescotti - La drammatica testimonianza di un giovane medico dell'IPPNW Students Movement
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