Agenda Onu 2030: ripartiamo dalla pace
"Corsi e ricorsi attraversano l’intera storia umana: gli errori e orrori del passato e del presente non sono tenuti in considerazione e l’uomo per la sua sete di potere continua imperterrito ad abusare e ad aggredire chi è più fragile e debole alla ricerca di un potere e di un controllo che non guarda in faccia a nessuno.
Troppo spesso la parola pace viene accostata ad una moda del momento alla volontà di talune persone di dimostrare che sono migliori ma che allo stesso tempo agiscono al contrario di questa nobilissima parola e di questo nobilissimo intento" come argomenta Fabrizio Cracolici.
L’essere umano dovrebbe praticare il senso e il sentire di un comune rispetto per ogni forma di vita sul pianeta e di tutela di tutti gli ecosistemi terrestri.
Le cosiddette guerre umanitarie, la terza guerra mondiale a frammenti imposte dai poteri forti e rinfocolate dai sovranismi parafascisti ostacolano il clima di pace e solidarietà e condivisione necessario per tutelare nostra madre terra e l’umanità dalle emergenze e minacce sempre più imminenti come la compromissione dell’intero assetto climatico e degli ecosistemi terrestri, il pericolo del nucleare e le migrazioni forzate dovute alla disuguaglianza sociale globale. Attualmente è necessario praticare Pedagogia della memoria, didattica della pace e dell’ambiente, approntare lezioni di ecodidattica nella scuola per affrontare le emergenze e le minacce che incombono sulla nostra umanità, vittima del sistema, complesso, apparato militare - industriale -fossile che continua a imporre guerre devastanti i cui ordigni compromettono gli ecosistemi. Dall’uranio impoverito al Napalm, sempre le popolazioni sono diventate vittime di queste perverse manovre terroristiche. La seconda guerra mondiale, con oltre 65 milioni di morti, bombardamenti a tappeto, interi paesi in macerie, Dresda centinaia di migliaia di morti è stata un trauma per l’intero sistema mondo.
La divisione dell’umanità, i nazionalismi, i fascismi, la xenofobia, il razzismo contrastano nettamente con il contesto culturale e giuridico dell’unica famiglia umana: principio sancito dalla dichiarazione dei diritti umani del 1948, nata, insieme alla costituzione italiana dopo il trauma della seconda guerra mondiale. Da questo tragico trauma, come in un sussulto di speranza, sono nate tutte le costituzioni frutto dalla lotta resistenziale che contrastava il fascismo, l’ideologia perversa che ha scatenato la seconda guerra mondiale, riducendo nostra madre terra a una grande ecatombe, da Auschwitz a Mauthausen, da Hiroshima a Nagasaki.
E in seguito i vari esperimenti nucleari apocalittici testati durante la guerra fredda dalle superpotenze mondiali che hanno sacrificato la salute di interi ecosistemi naturali e microcosmi ambientali.
Dunque perché non ripartire dalla pace e dall’ambiente per porre fine al mito del fascismo e alle distruzioni guerrafondaie?
La nonviolenza è sicurezza non armata con i corpi civili di pace, la disobbedienza civile e il servizio civile. Nonviolenza è pace non è remissività, lassismo, rassegnazione, debolezza ma è la forza della fragilità secondo lo slogan positivo dell’unità popolare: nonviolenti, pacifisti e proletari di tutti i paesi del mondo unitevi, per disarticolare la catena di controllo del sistema di potere e per prevenire e fermare dal basso guerre e conflitti e per intervenire sempre dalla base per incidere sulle convenzioni internazionali affinché mettano al bando le armi di distruzione di massa, da quelle chimiche (Ginevra 1973) a quelle nucleari, come il Tpan del 2017, trattato ONU che è valso a tutto il mondo pacifista il premio Nobel per la pace. Tutto questo pensiero va oltre gli schematismi ideologici e manicheisti che dividono il mondo in bene e in male quando sappiamo che i veri nemici dell’umanità sono i problemi delle guerre, della miseria, della la tutela dei beni comuni, della salvaguardia dell’ambiente e della pace. Ormai dopo anni dai bombardamenti di Nagasaki e Hiroshima, dopo Chernobyl e Fukushima, dopo il referendum sul nucleare civile del 2011 che ha visto il mondo ecopacifista vittorioso, in Italia non si cercano assolutamente energie alternative al nucleare ma si acquistano gli f35 aerei caccia bombardieri adibiti al trasporto delle bombe nucleari statunitensi B 61-12 stoccate nelle basi Nato di Ghedi e di Aviano e nelle basi d’oltralpe.
Dunque poniamo fine a tutte le guerre nel mondo per tutelare il genere umano, la pace e l’ambiente.
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